Le autorità turche hanno annunciato l’arresto di 573 persone per la loro critica sui social media o per le manifestazioni contro l’offensiva militare che ha preso di mira la regione curda di Afrin nella siria nord occidentale. La campagna della Turchia contro le forze curde appoggiate dagli Stati Uniti è giunta alla terza settimana. È stato riportato che oltre 150 civili sono stati uccisi e almeno il doppio sono rimasti feriti.
In una conferenza stampa sul proprio sito, il Ministro degli Interni ha affermato che gli individui arrestati sono stati accusati di “propaganda per organizzazione terroristica”. Degli arrestati, 449 sono stati posti in detenzione a causa dei loro post sui social media, mentre la polizia ne ha arrestati 124 per altre proteste.
La magistratura ha indagato anche 934 persone e ha avviato un inchiesta su 260 di loro per ” dichiarazione di appartenenza a gruppo terroristico, incitazione all’odio, insulto ai funzionari di governo e prendere di mira l’indivisibilità dello Stato sui social media.” La repressione sui social media segue all’avvertimento del presidente Recep Tayyip Erdogan che le forze di sicurezza dovrebbero “polverizzare” chiunque si oppone all’invasione di Afrin.
Undici alti dirigenti del più grande sindacato dei medici della Turchia hanno subito gli arresti la scorsa settimana dopo che Erdogan li aveva etichettati come “simpatizzanti del terrorismo” per una dichiarazione che chiedeva la pace. La Federcalcio turca, nel frattempo, ha comminato un divieto a vita al calciatore curdo-tedesco Deniz Naki e lo ha multato di 273.000 lire (72.000 dollari) per ” propaganda ideologica e separatista” a causa di un post a sostegno di Afrin.
Erdogan aveva anche avvertito il Partito democratico dei popoli (HDP) – già sottoposto ad una repressione di stato in corso dalla fine del 2016 che ha visto il suo co-leader Selahattin Demirtas, nove legislatori, 80 sindaci e migliaia di membri imprigionati – di non protestare contro gli attacchi su Afrin.
Sono già stati indagati otto deputati di HDP per avera condannato la guerra di Ankara ai curdi siriani. La settimana scorsa un procuratore di Ankara ha avviato un’indagine contro il deputato di HDP Osman Baydemir per aver etichettato l’esercito turco come una “forza occupante” e il suo invito alla NATO ad intervenire e fermare la campagna di Ankara.
In precedenza Baydemir aveva accusato Erdogan di voler arabizzare Afrin e di spostare i curdi da lì.
Ari Khalidi