Oggi migliaia di persone hanno manifestato davanti alla sede delle Nazioni Unite a Ginevra e si sono appellate all’opinione pubblica mondiale perché vengano fermati i crimini di guera a Efrîn. La lunga marcia da Losanna a Ginevra con la richiesta della liberazione di Abdullah Öcalan e della fine immediata dell’invasione militare turca nel cantone di Efrîn in Siria del nord si è conclusa oggi davanti alla sede delle Nazioni Unite.
Rispondendo a un appello dell’alleanza di solidarietà europea per Efrîn che comprende 82 associazioni e enti, dal 12 febbraio oltre 1000 persone hanno camminato da Losanna Ginevra.
Alla manifestazione sono state scandite in più lingue gli slogan „Ovunque è Efrîn, ovunque è resistenza“, „Bijî Serok Apo“ e „Assassino Erdoğan“. Le attiviste e gli attivisti hanno sventolato bandiere delle YPG, YPJ del PKK e ritratti di Abdullah Öcalan. La polizia svizzera ha preso misure di sicurezza, l’edificio è stato completamente chiuso con grate di ferro.
Negli interventi è stata condannata la passività dell’ONU a fronte dell’attacco lesivo della legalità internazionale da parte dello Stato turco contro Efrîn. L’attacco è una prosecuzione del complotto internazionale contro Abdullah Öcalan, attraverso il quale il rappresentante del movimento di liberazione curdo 19 fa è stato sequestrato e deportato in Turchia: „I governanti che 19 anni fa hanno preso prigioniero Öcalan oggi a Efrîn vogliono distruggere un sistema che è nato con la filosofia di Öcalan. Noi non lo permetteremo e non accetteremo mai la prigionia di Öcalan.“
Sanzioni contro la Turchia e zona di divieto di volo su Efrîn
Davanti a numerosi giornalisti è stata letta una dichiarazione congiunta dell’alleanza di solidarietà per Efrîn nella quale sono elencate le richieste delle attiviste e degli attivisti:
„Lo Stato turco commette un crimine contro l’umanità e sta facendo un genocidio a Efrîn. Davanti agli occhi dell’opinione pubblica mondiale viene distrutta l’eredità storica dei popoli. L’attacco di aggressione da parte dello Stato turco contro Efrîn viene sostenuto da „Stato Islamico“ e crea nuovi spazi per IS. Questo attacco dello Stato turco secondo le norme e la legislazione internazionale + un crimine. Per questa ragione sono necessarie sanzioni economiche e militari contro la Turchia. L’ONU deve prendere posizione contro l’occupazione e il genocidio della Turchia. Perché non ci siano nuovi tentativi di invasione, venga fermato il genocidio e la regione possa restare stabile e sicura, lungo tutto il confine del Rojava deve essere proclamata una zona di interdizione al volo. Efrîn in sette anni di guerra è stata una regione che è stata in grado di restare in piedi e democratica. La Turchia in base alla legalità internazionale deve essere condannata per assassinii di civili. Chiediamo all’opinione pubblica mondiale, all’ONU e alle organizzazioni internazionali di assumersi le loro responsabilità. Il governo svizzero come garante della Convenzione di Ginevra presso l’ONU deve impegnarsi perché la guerra di annientamento dello Stato turco venga fermata.“
Salih Muslim (PYD): La resistenza vincerà
In conclusione è intervenuto Salih Muslim come portavoce del PYD per le relazioni con l’estero, in cui ha salutato le attiviste e gli attivisti. Muslim ha dichiarato inoltre: „La resistenza a Efrîn continua e vincerà.“ Rivolto alla NATO e alle forze internazionali, il politico curdo ha detto: „Di fronte a voi non ci sono più i vecchi curdi che avete ignorato e disprezzato. C’è ora un popolo curdo che determina da sé la propria politica. E non ci sono più curdi che si fanno comprare. C’è un solo popolo curdo che agisce in modo autodeterminato e oppone resistenza.“
ANF