La commissione carceri alle istituzioni internazionali, comprese le Nazioni Unite, il Parlamento europeo, la Commissione europea ed i loro relatori sulla tortura ed i diritti umani; ai partiti politici del mondo; alle ambasciate; a riguardo di livelli allarmanti della tortura e dei maltrattamenti nelle carceri turche:
Mentre il presidente Erdoğan e i suoi alleati ultranazionalisti stanno gradualmente realizzando un regime dittatoriale sotto le condizioni di un regime di emergenza, di militarizzazione e di populismo nazionalista, le carceri ed i centri di detenzione sono diventati zone chiave per le brutali politiche repressive del governo. Sin da quando il partito di governo dell’ AKP è andato al governo nel 2012, la popolazione carceraria è drammaticamente aumentata nel paese.
A seguito del fallito colpo di Stato del 2016, gravi violazioni dei diritti umani sono diventate persino più dilaganti e arresti di massa hanno riempito le carceri turche di innumerevoli dissidenti politici. Secondo Şaban Yılmaz, Direttore generale delle carceri e dei centri di detenzione in Turchia, al 7 febbraio 2018, la popolazione delle carceri turche ha raggiunto le 238.888 unità. mentre la capacità delle carceri in Turchia è sufficiente per ospitare 208.830 detenuti.
Circa 50.000 di questi detenuti sono accusati di reati politici. Vari rapporti e osservatori hanno indicato che gli arresti da parte della magistratura che è sotto il diretto controllo dell’esecutivo, serve come strumento per paralizzare o distruggere l’opposizione dmocratica nella corsa alle elezioni presidenziali.
La sovrappopolazione non è l’unico problema nelle carceri
I detenuti vengono abusati fisicamente su basi regolari. I detenuti vengono picchiati, e talvolta uccisi, quando rifiutano di fare l’appello stando in piedi, di fare il saluto militare, rifiutano le perquisizioni, o chiedono di vedere un medico. La più recente morte orribile è stata quella di Ulaş Yurdakul, un uomo curdo che stava dormendo su di un tappeto sotto le scale per mancanza di spazio. i detenuti e le guardie lo hanno picchiato regolarmente. Infine è stato picchiato a morte. Ci sono registrazioni audio di prigionieri autori del linciaggio che si sono vantati di come le guardie hanno coperto il loro crimine e e come sono riusciti a uccidere “un terrorista” senza dover fare il servizio militare. I malati terminali sono le altre vittime del fallimentare sistema carcerario in Turchia. Sebbene non c’è la pena di morte in Turchia, molti detenuti muoiono in carcere perchè non sono curati adeguatamente, o gli vengono negate le visite ospedaliere. Celal Şeker, che era stato giudicato inadatto di rimanere in carcere da parte di molte autorità mediche, è morto in carcere dopo un attacco cardiaco. Anche Murat Saat, condannato all’ergastolo 21 anni fa, è morto a causa di cure mediche. Ahmet Bayar, arrestato per aver partecipato ad una protesta, è morto 3 mesi dopo il suo rilascio. Bayar avrebbe potuto sopravvivere a lungo se avesse ricevuto la cura per il ancro in carcere, e se fosse stato rilasciato prima. Seyran Demir, una giovane detenuta con la leucemia, ha perso tutti i suoi denti e attualmente pesa 35 chilogrammi. Se Demir non viene curata in un ospedale adeguato, molto probabilmente morirà in prigione. Sise Bingöl, 78 anni, è stata incarcerata per ” aver svolto propaganda terroristica”. Bingöl, una donna curda anziana con molte malattie, può trovarsi di fronte al destini di molti altri detenuti. Ci sono innumerevoli casi simili.
Le guardie carcerarie e il personale sono incoraggiati dall’impunità
Nel febbraio 2018, notizie allarmanti sulla tortura dei detenuti sono giunte da molte cari in tutto il paese. In alcune carceri la tortura ed il maltrattamento hanno raggiunto il picco e sono diventate routine. In particolare il carcere di Elazığ, il carcere di Bursa di tipo H, il carcere Kalkandere di tipo L di Rize, il complesso carcerario di Tarsus,il carcere di Sincan ed il carcere Balıkesir Kepsut, sono centri dove la tortura ed il maltrattamento dei detenuti da parte delle guardie e del personale carcerario incontra la totale impunità.
In un caso esemplare dell’ultima settimana del febbraio 2018, le guardie del carcere hanno ordinato ai detenuti del carcere di tipo H di Bursa di fare un appello in piedi e di fare il saluto militare in anticipo. quando i detenuti, molti dei quali erano funzionari di HDP, si sono rifiutati di farlo sono stati prima ammanettati dietro la schiena, picchiati brutalmente e poi tenuti in isolamento con le mani ammanettate dietro la schiena per otto ore.
La stessa pratica si è verificata anche nel carcere Kalkandere di tipo L di Rize pressapoco nello stesso periodo. I detenuti, compresi molti funzionari di HDP, sono stati prima picchiati e poi hanno ricevuto la comunicazione di sanzioni (non potranno ricevere telefonate e visite dei familiari per due settimane). A molti detenuti con ossa rotte a seguito dei pestaggi sono state negate le visite mediche.
Gli ufficiali del governo rimangono silenti davanti ad ogni tentativo di dialogo
Quando i nostri deputati e funzionari ricevono accuse sulle violazioni dei diritti umani in carcere, prima cercano di parlare a ministri o funzionari competenti. Tuttavia sono lasciati senza una risposta o affrontano il completo disprezzo nonostante le accuse gravi e scioccanti. Non è stata rimossa una sola guardia o personale carcerario dalla sua posizione per aver usato la violenza contro i prigionieri, mentre molti detenuti hanno ricevuto una punizione extra per aver chiesto di presentare un reclamo sulla tortura o sui maltrattamenti che hanno subito. Come se le condizioni carcerarie non fossero già pessime, il governo ha deciso di imporre uniformi carcerarie a coloro i quali vengono accusati di “terrorismo”,un termine ampio e ambiguo che in Turchia include quasi ogni voce dissidente – politici, membri del parlamento, sindaci, attivisti, difensori dei diritti umani, sindacalisti, giornalisti, intellettuali, accademici e simili. Se il governo attua questa decisione di imporre uniformi, è molto probabile che le prigioni della Turchia diventino spazi estremamente tesi di violenza, tortura e morte. I prigionieri politici hanno espresso un forte impegno nel resistere a questa decisione.
Chiediamo a tutte le istituzioni democratiche e per i diritti umani e alle istituzioni internazionali competenti di agire con urgenza contro i livelli allarmanti di tortura e maltrattamenti nelle carceri turche.
Partito Democratico dei Popoli (HDP)
Commissione sulle carceri
2 marzo 2018