Turchia

Costituite in Turchia unità giudiziarie per monitorare i social media

La autorità giudiziarie turche hanno incominciato a costituire unità speciali per tenere d’occhio l’utilizzo dei social media da parte dei cittadini e per impedire la diffusione di quella che il governo reputa “propaganda terroristica”, lo hanno riferito nel fine settimana media statali.

I pubblici ministeri in alcune province hanno designato del personale con l’incarico di monitorare le critiche sull’ivasione turca in corso nella regione di Afrin, nel Kurdistan siriano. “Molti profili di social account  vengono monitorati”, ha rivelato ‘agenzia ufficiale Anadolu senza fornire dati o specificare dove le autorità hanno assunto tali provvedimenti.

L’offensiva turca ad Afrin ha ucciso oltre 200 persone nella regione assediata e difesa dalla Unità di protezione del popolo (Ypg), alleate degli Stati Uniti nella guerra contro i gruppi dello Stato Islamico in siria. Sabato nella provincia curda di Kars, la polizia ha arrestato 13 persone dopo che il pubblico ministero aveva emesso dei mandati di cattura per “propaganda terroristica” e per aver insultato il presidente Recep Tayyip Erdogan.

Altri due persone nella città egea di Mugla sono stati mandati in carcere in attesa di processo per i loro post su Internet come parte di un’indagine contro il Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK). Secondo il ministero dell’Interno, le autorità al 26 febbraio hanno arrestato 845 persone in tutta la Turchia per l’uso dei social media per esprimere critiche al costoso attacco ad Afrin iniziato alla fine di gennaio.

Negli ultimi anni in Turchia l’uso di social media come Facebook e Twitter è stato oggetto di un’attenta analisi di stato, dal momento che il governo continua a colpire voci con punti di vista critici. Limitazioni e minacce alle libertà di Internet sono aumentate in particolare dopo le proteste di Gezi contro il governo del 2013, dopo il tentativo di colpo di stato militare del 2016 per rovesciare l’amministrazione di Erdogan e il riavvio della guerra con il PKK di tre anni fa. Nell’ottobre 2016 la Turchia ha interrotto tutti i servizi Internet in una dozzina di province a maggioranza curda in seguito all’arresto di importanti politici curdi.La Freedom House, con sede negli Stati Uniti, che difende le libertà politiche considera Internet in Turchia come “parzialmente libero” e la sua stampa come “non libera”.

In particolare Ankara continua a tenere sotto controllo l’enciclopedia online Wikipedia, con un divieto che dura ormai da quasi un anno a causa dei contenuti che documentano il sostegno della Turchia ai gruppi islamici in Siria.

K24

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