Nel 2011 aerei da guerra hanno ucciso 34 civili nel territorio di confine turco-irakeno. Un contributo è stato dato da droni USA- Il 28 dicembre 2011 un drone statunitense del tipo »Predator« sorvolava la zona di confine turco-irakena nei pressi del villaggio di Uludere (curdo: Roboski). Sotto a lui 38 abitanti del villaggio attraversavano stretti sentieri della zona montuosa. Trasportavano merce di contrabbando caricata sul dorso di asini. Pochi minuti dopo, tranne quattro, erano tutti morti. Gli statunitensi avevano trasmesso le rilevazioni del loro drone sui movimenti nella zona di confine al partner della NATO turco, così l’evento è stato poi ricostruito dal Washington Post.
E quest’ultimo non ha perso tempo. Aerei da guerra hanno bombardato gli abitanti del villaggio uccidendone 34. Particolarmente colpita è stata la famiglia Encü: 24 degli assassinati ne facevano parte. Più tardi lo Stato turco ha sostenuto che c’era il sospetto che il gruppo di persone fosse composto da dirigenti del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK). Ankara ha rifiutato di scusarsi con i parenti. Per parte loro i parenti hanno rifiutato un »risarcimento finanziario« offerto dal governo dell’AKP. »Vivo ogni giorno di nuovo il dolore della morte«, ha dichiarato all’agenzia stampa curda ANF Hazal Encü, che nel massacro ha perso un figlio di 17 anni. »All’inizio ci hanno offerto un risarcimento, ma noi lo abbiamo rifiutato perché chiedevamo la condanna dei responsabili. Poi hanno sporto querela contro di noi, cioè la madre, i parenti delle vittime. Attualmente ci sono tre processi contro di me e le mie due figlie«, così Encü.
Mentre gli assassini dei 34 civili in Turchia riescono a sfangarla, la giustizia turca ha continuato a fare processi contro i parenti delle vittime. Il caso più noto è quello del deputato HDP Ferhat Encü. Nell’attacco aereo ha perso suo fratello e altri undici parenti. Dopo il bombardamento ha interrotto i suoi studi e è entrato in politica. Per il Partito Democratico dei Popoli (HDP) di sinistra, nel 2015 è entrato nel Parlamento turco. Nel novembre 2016 è stato arrestato per la prima volta per »sostegno del terrorismo«, dopo tre mesi è stato rilasciato per poi essere nuovamente arrestato nel febbraio del 2017. Nel febbraio 2018 – come è avvenuto per numerosi deputati HDP – gli è stato revocato il mandato di parlamentare.
di Peter Schaber
https://www.jungewelt.de/artikel/328805.das-massaker-von-roboski.html