Truppe turche sono davanti alla città del nord della Siria. Continuano le proteste per l’azione lesiva della legalità internazionale- Nella prima mattinata di martedì l’agenzia stampa statale turca Anadolu Ajansi ha comunicato il completo accerchiamento della città di Afrin nel nord della Siria. Da venerdì scorso la situazione a Afrin si era aggravata sempre di più. Dopo i combattimenti in corso ormai da oltre 50 giorni, l’esercito turco e le sue milizie islamiste alleate, sono arrivati a pochi chilometri dalla città.
L’avanzata delle forze armate è stata accompagnata da massicci bombardamenti dell’aviazione turca. Secondo quanto riferito dalle Unità di Difesa del Popolo curde (YPG) sarebbero stati rasi al suolo interi villaggi. Dal fine settimana l’esercito turco bombarda con aerei da guerra e artiglieria non solo i sobborghi, ma anche il centro della città di Afrin.
Secondo quanto riferito da fonti curde in città si troverebbero ancora diverse centinaia di migliaia di civili. Tra loro decine di migliaia di profughi da altre parti della Siria che erano fuggiti nel territorio intorno a Afrin, un tempo sicuro, e che vivono lì da diversi anni. Immagini che circolano nei cosiddetti social media mostrerebbero file chilometriche di profughi che lasciano Afrin per paura dei massacri dell’esercito turco e delle milizie islamiste. Ma come ha riferito l’agenzia stampa curda ANF, ci sono anche molti civili che non vogliono lasciare la città. »Lo Stato turco vuole scacciare la gente da Afrin. Ma noi siamo qui e non andiamo da nessuna parte« ha detto ad esempio lunedì a ANF Rewsen Hesen, il Co-Presidente di una comune a Afrin.
Non solo a Afrin e negli altri cantoni del Rojava, ma in tutta Europa negli ultimi giorni si sono svolte centinaia di manifestazioni di solidarietà. Solo venerdì scorso ci sono state manifestazioni in 95 città europee. Lunedì si è manifestato in oltre 20 città della RFT. In vari luoghi nelle azioni spontanee si sono verificati sit-in per bloccare strade o stazioni ferroviarie. Così ad esempio sono stati temporaneamente occupati i binari della stazione centrale di Amburgo o quelli del tram nei pressi della stazione centrale di Düsseldorf. A Berlino un gruppo di manifestanti nella notte ha bloccato l’autostrada cittadina A 111, prima che i manifestanti venissero imbottigliati e identificati dalla polizia.
Il Congresso Democratico della Società dei Curdi in Europa (KCDK-E) continua a sollecitare la solidarietà in tutta Europa, ma allo stesso tempo mette in guardia da possibili provocazioni e violenze mirate. Un comunicato stampa della confederazione curda recita: »Abbiamo informazioni e documenti che indicano piani per mettere in atto diverse provocazioni o attacchi violenti in occasione di azioni da parte di associazioni curde in Europa .« Secondo il KCDK-E in questo modo si vuole indebolire il sostegno per la resistenza a Afrin e trasformarlo nel suo contrario. L’associazione ribadisce che rifiuta ogni azione che causa danni alle persone.
Anche la confederazione di tutte le associazioni curde attive in tutto il territorio nazionale [tedesco] Nav-Dem lunedì ha messo in guardia da provocazioni e ha attaccato in modo esplicito la crescente repressione aumento nei confronti di strutture curde in Germania. Dopo che nelle ultime settimane si è ripetutamente arrivati a divieti di manifestazioni curde e a violenze da parte della polizia, ora anche la grande manifestazione notificata per sabato prossimo per la festa curda del Newroz non viene autorizzata. Da lunedì è stato avviato un ricorso. Nella metropoli turca di Istanbul invece, la manifestazione centrale per il Newroz è stata autorizzata dal governatore competente. Gli organizzatori, diverse associazioni e partiti curdi, democratici e socialisti, intendono mobilitare fino a 500.000 persone per incontrarsi il 21 marzo nel mercato del quartiere di Bakirköy.
https://www.jungewelt.de/artikel/328974.vormarsch-auf-afrin.html
di Kevin Hoffmann