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Torino per Afrin: Sabato 17 Marzo – Ore 18 Fronte Porta Nuova

Proprio adesso centinaia di migliaia di persone si trovano sotto i pesanti bombardamenti dei jet turchi.Dopo 52 giorni dall’inizio dell’invasione dell’esercito turco nel cantone di Afrin, in Siria, con centinaia di vittime. l’aggressione criminale voluta da Erdogan per colpire il processo di autodeterminazione dal basso del movimento curdo e delle popolazioni del Rojava, è di fronte a un’escalation sempre più drammatica. Il secondo esercito più grande della NATO, con armamenti ultramoderni e il sostegno delle bande jihadiste, dopo aver tagliato perfino le forniture di acqua, sta attaccando la città di Afrin dove centinaia di migliaia di civili sono difesi solo dalle milizie popolari. Tutto avviene nel sostanziale silenzio e nella fattiva complicità delle grandi potenze internazionali, dell’Europa che ha appena sbloccato la seconda tranche di tre miliardi di euro per finanziare

Erdogan nella repressione dei migranti e dei rifugiati, dell’industria bellica italiana fra le principali fornitrici dell’esercito turco e del nostro governo che in nome degli affari e dei profitti ha appena accolto in guanti bianchi il presidente turco, un campione di violazione dei diritti umani e democratici, con migliaia di oppositori, giornalisti e insegnanti chiusi nelle prigioni di Stato.  La risoluzione ONU numero 2401 sul cessate il fuoco è restata lettera morta con la connivenza di USA e Russia che lasciano campo aperto all’invasione e al tentativo di pulizia etnica ad Afrin contro i curdi. La cosiddetta “comunità internazionale” resta indifferente alla sorte delle donne e degli uomini che hanno già pagato un prezzo altissimo nella resistenza al fascismo dell’Isis. 


Ma in tante città, da Manchester a Dortmund, da Roma a Venezia, a Pisa e Torino si sta moltiplicando la mobilitazione autorganizzata delle donne e degli uomini liber* in risposta all’appello internazionale in sostegno delle popolazioni di Afrin e del movimento del Rojava. Un movimento democratico, egualitario, femminista e laico nato nel più tragico dei contesti, nella Siria insanguinata dalla guerra e dagli interessi delle potenze straniere globali e regionali. 

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