Confederazione Democratica Siria del Nord:Prima c’è stata Kobane contro Isis e il mondo applaudiva, Poi venne Raqqa contro Isis e il mondo applaudiva, Ora c’è la Turchia contro Afrin e il silenzio è assordante: il 20 gennaio è stato dato inizio all’offensiva turca, denominata paradossalmente “Ramoscello d’ulivo”. Dopo giorni e giorni di bombardamenti, ora i tank dell’esercito turco sono ad 1 km dal centro città e la popolazione si sta preparando ad una resistenza popolare: 1 milione di abitanti e profughi, che in fuga da altre zone della Siria hanno trovato qui solidarietà e degna accoglienza, rischiano di finire massacrati dal principale alleato dell’Europa nella “gestione” dei migranti in fuga da guerra e povertà.
A quasi due mesi dall’inizio dell’aggressione turca, l’indifferenza dell’Europa e del mondo stride con l’entusiasmo con cui la stessa comunità internazionale ha celebrato i combattenti e le combattenti curdi per aver sconfitto ISIS. Oltre 50 i giorni di aggressione incessante da parte della Turchia e delle bande jiadiste sue alleate al progetto rivoluzionario dei popoli della Siria del nord, incuranti della risoluzione ONU 2401 del 24 febbraio per il cessate il fuoco. Migliaia di morti e feriti, ma l’obiettivo della Turchia sembra essere quello della pulizia etnica: la città è sul punto di essere distrutta dal secondo esercito più potente della NATO, dotato delle armi più sofisticate, prodotte in Italia e in altri paesi europei. Un attacco legittimato dalla propaganda, come se gli eserciti di due Stati stessero combattendo l’uno contro l’altro. La popolazione si rifiuta di abbandonare le proprie case e si prepara a resistere all’invasione. Dal momento in cui l’esercito turco e le sue bande jiadiste si è avvicinato al centro città, i civili si sono mobilitati, dando avvio all’iniziativa degli scudi umani. Centinaia sono gli internazionalisti, fra cui molti italiani, che hanno scelto di rimanere nel cantone di Afrin, a combattere con le armi e con l’informazione a fianco della popolazione.
Come già in tante altre città italiane ed europee, urliamo il nostro sdegno, facciamo sentire la nostra voce, rompiamo il silenzio e mobilitiamoci a sostegno della rivoluzione della Confederazione democratica della Siria del nord, la rivoluzione delle donne, speranza ed esempio della rivoluzione del nostro secolo per una società libera e democratica in cui popoli diversi possano vivere fianco a fianco e che è una proposta di pace per l’intera Siria. Scendiamo in piazza per difendere Afrin ma anche per difendere una speranza per tutta l’umanità.
Lunedì 19 marzo alle ore 17.30 ci ritroveremo in piazza Italia per manifestare contro l’invasione e i bombardamenti turchi e sostenere la resistenza della popolazione di Afrin
Afrin è ovunque e ovunque è resistenza!
#defendAfrin!
CSOA Angelina Cartella
CSC Nuvola Rossa
NUDM Reggio Calabria
Collettiva Autonomia
Potere al Popolo Reggio Calabria
Associazione Un mondo di mondi
COBAS Reggio Calabria