Le elezioni presidenziali e parlamentari in Turchia si terranno il 24 giugno 2018 in uno stato di emergenza e in un clima estremo di paura. Il presidente Erdoğan e i suoi alleati ultranazionalisti (Partito del Movimento Nazionalista– MHP) hanno deciso di tenere le elezioni 15 mesi prima del normale periodo elettorale (novembre 2019) tra crescente instabilità politica e problemi economici. Il risultato delle elezioni presidenziali non determinerà soltanto chi governerà il paese per 5 anni ma potrebbe distruggere irreversibilmente la sua vita democratica e il suo futuro politico.
Negli ultimi anni, specialmente dopo il tentativo di colpo di stato del luglio 2016, il partito al governo AKP ha devastato progressivamente le già deboli istituzioni democratiche del Paese andando verso un governo estremamente autoritario. Non ci sono separazioni di poteri o sistema giudiziario indipendente in Turchia. Il presidente Erdoğan è anche riuscito ad ottenere il controllo completo dei media. Inoltre, la coalizione AKP-MHP ha recentemente approvato una riforma con un emendamento della legge elettorale, legalizzando varie irregolarità e frodi nelle elezioni (vedere l’Appendice per dettagli).
Il presidente Erdoğan ha usato il colpo di stato come pretesto e opportunità per sopprimere tutti i settori della società che criticavano la sua politica e la sua campagna elettorale. Membri del Parlamento, sindaci curdi eletti, accademici, studenti, giornalisti, rappresentanti di ONG e sindacati, e molti altri, sono stati arrestati. Questa continua repressione ha colpito soprattutto il Partito Democratico dei Popoli HDP e la sua maggiore componente, il Partito Democratico delle Regioni, di cui migliaia di amministratori e iscritti sono stati incarcerati negli ultimi due anni. Nonostante queste pesanti circostanze, circa metà della popolazione turca ha osato mettersi contro il presidente Erdoğan dicendo “No” al referendum del 16 aprile 2017. Erdoğan ha vinto il referendum con un piccolo margine, e questo “successo” è stato possibile grazie a eclatanti violazioni della legge elettorale, estreme pressioni sull’opposizione, e irregolarità e frodi molto diffuse, documentate dalle missioni di osservazione elettorale dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio Europeo (PACE) e dell’Organizzazione di Sicurezza e Cooperazione in Europa (OSCE). Con i recenti emendamenti della legge elettorale, l’AKP ha legalizzato le pratiche discusse durante il referendum, come contare come voti validi voti espressi su schede non chiuse. Nessuno si aspetta elezioni libere e giuste nello stato d’emergenza.
Di conseguenza, molti commentatori politici sono sicuri di una vittoria della coalizione AKP-MHP ottenuta con l’uso non legale delle risorse pubbliche da parte di Erdoğan, il monopolio dei media, e l’uso dello stato d’emergenza per aumentare la repressione contro l’opposizione. Il campo di gioco delle elezioni è estremamente impari, specialmente nelle province curde, e l’opposizione deve battere anche l’arbitro per poter vincere. Ovviamente il presidente Erdoğan e i suoi alleati hanno molti vantaggi, ma il loro successo non è sicuro. Sconfiggere Erdoğan e i suoi alleati sarà difficile, ma non impossibile. Ci sono paura e repressione in Turchia, ma anche speranza e lotta per un futuro democratico.
Invitiamo quindi tutte le istituzioni internazionali e le persone singole preoccupate per il futuro democratico della Turchia a osservare le elezioni presidenziali e parlamentari sul campo, con particolare focus alle province curde. Anche se il presidente Erdoğan ha smesso di ascoltare da molto tempo i ripetuti richiami della comunità internazionale per l’interruzione dello stati di emergenza e per l’organizzazione di elezioni libere e giuste, la presenza di osservatori internazionali dall’estero potrebbe ancora avere un impatto e aiutare su qualche livello la situazione estremamente iniqua delle elezioni tra la coalizione AKP-MHP e la sua opposizione politica.
Per ogni eventuale domanda vi preghiamo di contattare il Dipartimento degli Affari Esteri HDP all’indirizzo mail international@hdp.org.tr o ai numeri +90 505 0071981 (Sig. Evren Çevik) / +90 535 6495919 (Sig.ra Berivan Alataş).
Pace e solidarietà,
Pervin Buldan & Sezai Temelli
Co-direttori dell’HDP
APPENDICE
Legge N. 7102: disposizioni base per le elezioni e i registri elettorali ed emendamenti ad alcune norme
Il sig. Devlet Bahçeli, presidente del Partito del Movimento Nazionalista, l’8 gennaio 2018 ha annunciato che il suo partito avrebbe sostenuto il leader del partito al potere AKP, Recep Tayyip Erdogan, nelle elezioni presidenziali e così ha avuto inizio la discussione su una “alleanza elettorale”. La bozza di legge per l’alleanza elettorale è stata preparata dall’AKP e dal MKP in brevissimo tempo e presentata al Parlamento turco. È stata approvata senza alcuna modifica il 13 marzo 2018 coi voti di entrambi i partiti e nonostante tutte le obiezioni sollevate dall’opposizione al Comitato Costituzionale così come all’Assemblea Generale. La legge sull’“alleanza elettorale” consiste di 26 articoli e presenta degli emendamenti a quattro leggi.
Le obiezioni e la posizione dell’HDP
Il diritto di eleggere e di essere eletti è un diritto costituzionale; gli stati democratici sono obbligati a garantire tutte le necessarie condizioni al fine di assicurare che la volontà degli elettori sia correttamente rappresentata. Queste includono tutti i regolamenti e le leggi che assicurano l’implementazione dei principi base – come imparzialità, indipendenza, trasparenza, voto segreto/spoglio pubblico – per mezzo di vari meccanismi di controllo e supervisione così come regolamenti tecnici che rendano più facile il voto.
Pensiamo che questa legge sull’alleanza elettorale minacci i più elementari criteri per delle elezioni regolari e libere: oltre a distruggere il pluralismo, questi cambiamenti ostacoleranno un’equa rappresentanza di idee diverse e segmenti della popolazione; potrebbero rendere il voto quasi impossibile in alcune regioni per via dei regolamenti tecnici che lo renderanno difficile; polizia armata o altre forze di sicurezza possono essere impiegate per mettere gli elettori sotto pressione; regole come quella di contare come valide le schede non chiuse manipoleranno i risultati delle elezioni e porteranno a varie pratiche illegali che potrebbero danneggiare la fiducia degli elettori.
1. Secondo l’articolo 1 della legge, gli elettori che vivono nello stesso palazzo potranno registrarsi in diversi seggi. Questo renderà possibile intervenire direttamente nelle liste elettorali, eliminando la capacità dei residenti di controllarle e sorvegliarle. Con questo cambiamento, i votanti non potranno più controllare se la gente che vive nello stesso palazzo o nella stessa via è realmente iscritta nelle liste elettorali o se la gente che non vive nel loro palazzo o nella loro via è iscritta. Ciò potrebbe anche permettere a un gran numero di persone senza diritto di voto di votare in distretti elettorali importanti (in violazione dell’art. 67 della Costituzione e degli artt. 2 e 6 della Legge 298).
2. L’art. 2 della legge concede ai governatori nuovi poteri che non hanno spazio in una legge elettorale. I governatori sono adesso autorizzati a spostare e/o unire le urne elettorali e formare liste di votanti misti. Considerato che i governatori e i governatori distrettuali sono stati nominati dal governo turco per rimpiazzare i sindaci curdi – che si trovano per lo più in carcere – in 94 municipalità, governatori e governatori distrettuali hanno adesso poteri straordinari in tutti i processi decisionali che riguardano i votanti curdi nell’Anatolia orientale e meridionale. Attribuire tali poteri ai governatori, che lavorano agli ordini diretti del governo, mette a rischio i principi di neutralità e indipendenza così come la natura civile delle elezioni, soprattutto nelle province curde.
3. Spostare le urne renderà anche più difficile per i votanti avere accesso ad esse e impedirà a molti cittadini di votare. L’impossibilità di avere accesso alle urne condurrà al fatto che la volontà di molti cittadini non sarà rappresentata; sarà così violato un diritto costituzionale.
4. Il fatto che le elezioni del presidente e dei parlamentari siano tenute lo stesso giorno e la regola di esprimere i due voti nella stessa scheda sono contrari al principio di separazione dei poteri. Il corpo esecutivo è eletto coi voti espressi nell’elezione del presidente e il corpo legislativo è eletto coi voti espressi nell’elezione dei parlamentari. Le elezioni per gli organi esecutivi e legislativi dovrebbero essere tenute separatamente.
5. Secondo l’art. 8 della legge, l’autorità di convocare le forze di polizia, che era prima concessa solo ai presidenti di seggio, è adesso garantita a tutti. I cittadini favorevoli al governo possono facilmente abusare di tale autorità in maniera molto pericolosa e arbitraria, informando riguardo agli oppositori senza alcun motivo legittimo. Nello stato di emergenza, la polarizzazione sociale tra diversi settori della popolazione con diversi orientamenti politici è aumentata considerevolmente. Poter rimuovere elettori o osservatori dei partiti di opposizione dai seggi per mezzo delle forze di polizia è una regola che apre la strada a pratiche che possono rendere impossibile verificare e monitorare l’espressione e il conteggio dei voti, specialmente nelle province curde dove la polizia è fortemente politicizzata e ostile alla popolazione locale.
6. Secondo la nuova legge, i presidenti di seggio saranno scelti tra i pubblici ufficiali che prestano servizio nel distretto. Questa regola può mettere a rischio il più fondamentale dei principi di qualunque elezione democratica: garantire l’imparzialità, il controllo, la regolarità e la natura democratica delle elezioni; i processi elettorali dovrebbero essere condotti dai partiti politici sotto la supervisione giudiziaria. Ecco perché è necessario istituire commissioni elettorali con la partecipazione dei partiti politici e mettere in atto il meccanismo dei controlli e dei contrappesi. Scegliere i presidenti di seggio tra i pubblici ufficiali che lavorano agli ordini diretti del governo, viola chiaramente il principio dei controlli e dei contrappesi nelle elezioni.
7. Eliminare il concetto di “zona dell’urna” dalla legge conduce a gravi ambiguità. Per esempio, i confini di molti edifici in cui sono poste le urne non sono evidenti. Per di più, il concetto di “fabbricato annesso” è aperto alle interpretazioni e alle speculazioni. È necessario scrivere gli articoli di legge in maniera chiara ed esplicita in modo da prevenire ogni spazio arbitrario per la manipolazione.
8. Il punto più controverso nella nuova legge è legato alla regola di contare come validi i voti apposti su schede non sigillate. Com’è noto, nel referendum per il sistema presidenziale del 16 aprile 2017, in chiara violazione dell’art. 98 della Legge n. 298, il Supremo Consiglio Elettorale decise il giorno [stesso] del referendum che i voti su schede non sigillate sarebbero stati ritenuti validi. Questa decisione completamente illegittima del Consiglio fu annunciata con un SMS senza che venisse fornita alcuna giustificazione o spiegazione rispetto alla condizioni in cui poteva essere applicata. Questo intervento ha offuscato i risultati del referendum e condotto a conseguenze irreversibili. Con la nuova legge, il governo ammette prima di tutto che era illegittimo contare come validi i voti su schede non sigillate nel referendum del 16 aprile. La legge non fa altro che legalizzare una pratica illegittima.
9. L’art. 20 della legge, che è uno dei punti più contestati, favorisce i partiti politici che formano un’alleanza elettorale ufficiale, rispetto alla soglia nazionale di sbarramento del 10%. Più precisamente, se il numero totale di voti ricevuti dai due partiti alleati è pari al 10% o più, allora entrambi i partiti superano la soglia di sbarramento. Questa regola mette in una posizione svantaggiosa quei partiti politici che non formano alleanze elettorali. L’AKP ha fatto questo emendamento specificamente per il suo alleato politico MHP, che corre il rischio di rimanere sotto la soglia del 10%, in chiara violazione sia della Costituzione sia della legge universale. Piuttosto che abolire la soglia estremamente elevata e antidemocratica del 10%, che è mantenuta nella legge per escludere i curdi dalla politica parlamentare, l’AKP l’ha aggirata permettendo al MHP di passare la soglia attraverso un’alleanza elettorale. Non c’è bisogno di dirlo, questo cambiamento non significa democratizzare e pluralizzare la politica parlamentare, come sostiene l’AKP.
10. Questa regola è anche problematica nel senso che pone pressione sui partiti più piccoli perché formino alleanze con i più grandi semplicemente per via del rischio di rimanere sotto soglia. Se un partito politico che prende solo il 2 o il 3% dei voti nazionali forma un’alleanza con un partito che passa la soglia nazionale, può ottenere dei seggi in parlamento. Un partito politico che, invece, non forma un’alleanza elettorale, può non avere rappresentanza parlamentare anche se ottiene il 9,99% del voto nazionale. Questo non è semplicemente contro la costituzione, ma è anche una gravissima mancanza di rispetto alla volontà del popolo. Sarebbe più facile abolire o ridurre a un livello ragionevole la soglia di sbarramento nazionale per garantire il pluralismo e un’equa rappresentanza.
DETTAGLI:
TRASPORTI E ALLOGGI: A causa delle condizioni economiche, l’HDP non può coprire le spese di volo e hotel. HDP può suggerirti alberghi adatti.
INCONTRI: Saremo in grado di organizzare riunioni in base alle vostre richieste. Il trasporto interno sarà fornito dall’HDP durante il tuo programma di osservazione.
DESTINAZIONE: La tua missione di osservazione si svolgerà secondo le tue preferenze e le necessità delle nostre sedi locali. Puoi indicare una o più città per la tua missione tra le regioni elettorali. Se tu non hai alcuna preferenza, l’HDP ti proporrà le regioni dove c’è maggiore bisogno.
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