L’esercito turco avanza sempre di più nell’Iraq del nord. La guerriglia del PKK oppone resistenza- Il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan dopo l’occupazione del cantone curdo in amministrazione autonoma di Afrin aveva tuonato presuntuosamente che il prossimo obiettivo sarebbe stato Manbij. A Manbij però non sono di stanza solo truppe statunitensi, ma ormai anche francesi, cosicché per il momento ai piani di conquista di Erdogan per ora è stato messo un freno. Nella campagna elettorale in corso, la guerra contro il movimento di liberazione curdo a stento ha un ruolo, anche se nell’est della Turchia quasi quotidianamente si verificano operazioni militari contro il Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) o contrattacchi della guerriglia. Nei sondaggi, a fronte del precipitoso calo della Lira turca, la popolazione si preoccupa della situazione economica prima ancora che del classico »terrorismo«.
L’effetto-Afrin – un festoso clima di nazionalismo che favorisce l’alleanza dell’AKP al governo e dell’MHP fascista – sembra svanire. Ma come asso nella manica Erdogan si riserva un attacco contro il quartier generale del PKK nelle montagne di Qandil nel nord dell’Iraq ancora prima delle elezioni. I preparativi sono in corso già da sei mesi. Nel frattempo le truppe turche, in larga misura senza essere notate dall’opinione pubblica mondiale, hanno costruito una testa di ponte profonda 20 km nel nord dell’Iraq. Abitanti dei villaggi hanno riferito all’emittente curdo-iracheno che l’esercito continua quotidianamente a avanzare nel Paese vicino, occupando territorio della regione autonoma curda.
A differenze di precedenti operazioni oltre il confine, non si tratta né di un attacco a breve termine contro la guerriglia con successivo ritiro né della creazione di una zona cuscinetto a ridosso del confine. L’avanzata mira a un’occupazione durevole della regione di Bradost nella zona di confine tra Turchia, Iraq e Iran, che prende il nome da un clan che vi risiede. »Il triangolo di Bradost forma la regione di confine tra tre parti del Kurdistan. Per via di questo significato strategico molti, Stati per dominare il Kurdistan volevano mettere questa regione sotto il proprio controllo. Ma le montagne di Bradost hanno fatto fallire tutti gli invasori«, si dice nel quotidiano curdo Yeni Özgür Politika di questo »triangolo della resistenza« che nei secoli passati è già stato scenario di sanguinosi conflitti tra gli ottomani e i safavidi, l’Iran e gli arabi, i russi e i britannici.
Il PKK è presente nel Bradost dalla metà degli anni ‘80, parti del terreno montuoso fanno parte dell’entroterra controllato dalla sua guerriglia come zona di difesa di Medya. La Turchia sarebbe intenzionata a occuparlo per »infliggere un duro colpo« alla guerriglia »e in questo modo tirarsi fuori da una situazione difficile«, ammonisce quindi il comandante Serdar Star a colloquio con l’agenzia stampa curda rispetto a piani di interrompere il collegamento tra le montagne di Qandil e altre zone di ritirata.
L’esercito turco ha costruito nuove basi militari in almeno sei villaggi nonché su diverse vette nel nord dell’Iraq. Alcuni punti d’appoggio in linea d’aria sono a soli pochi chilometri di distanza dagli accampamenti del PKK. A causa di continui attacchi della guerriglia, nei quali secondo dati forniti dal PKK sono state uccise dozzine di soldati, l’esercito riesce a stento a uscire dalle sue basi. Ma fuoco di artiglieria arbitrario e attacchi aerei mirano a scacciare la popolazione civile per privare in questo la guerriglia di sostegno.
Nonostante sia è già stato necessario sgomberare una serie di villaggi, il Partito Democratico del Kurdistan (KDP) a governo a Erbil tace sull’invasione turca. Ankara sfrutta la tradizionale inimicizia tra il clan Barzani che domina il KDP e il clan Bradost. Come ha riferito Firat il KDP in cambio della riapertura del valico di montagna di Haci verso la Turchia, avrebbe acconsentito alla costruzione di una diga. In questo modo parti di Bradost verrebbero allagate rendendole non attraversabili da parte della guerriglia.
di Nick Brauns
https://www.jungewelt.de/artikel/333362.ankaras-heimlicher-aufmarsch.html