Il Co-presidente del Movimento per la libertà e la democrazia del Kurdistan orientale (KODAR) Fûad Berîtan ha annunciato una road map per risolvere l’attuale crisi in Iran. RojNews News Agency ha intervistato il Co-presidente del Movimento per la libertà e la democrazia del Kurdistan orientale (KODAR), Fûad Berîtan sulle proteste iraniane e le pressioni statunitensi sull’Iran.
Qual è la base delle proteste dei popoli dell’Iran? Queste proteste hanno il potenziale per provocare un cambio di potere o addirittura una rivoluzione in Iran?
La regione è attualmente in una fase di cambiamento. Forze esterne vogliono rimodellare il Medio Oriente. L’iran non può rimanere fuori da questa trasformazione e cambiamento. Il sistema del regime iraniano deve cambiare dall’interno. Nell’attuale situazione possiamo dire che la società iraniana è oppositiva. Non è soddisfatta della leadership politica, militare o sociale. Ecco perchè la popolazione sta cercando di attuare un cambiamento. A seguito di questo processo, lo scorso inverno sono iniziate le rivolte. È una società attiva che rivendica i suoi diritti e chiede un cambiamento dei suoi diritti e delle sue prospettive. La società si è sollevata e sta cercando una nuova vita ed un nuovo sistema. Tute le componenti della società rivendicano i loro diritti in ogni ambito della vita. Oggi tutti i popoli dell’Iran stanno aumentando la pressione, e se emerge l’unità contro lo Stato, poi la gente avrà successo.
Con quale obiettivo gli Stati Uniti stanno costruendo la pressione economica sull’Iran? Questi cambiamenti sono a vantaggio delle persone? Se questo non è il caso, qual è il modo di sviluppare una soluzione politica contro l’atteggiamento repressivo del governo iraniano?
Il Medio Oriente è attualmente sottoposto alla Terza Guerra Mondiale. Il centro di questa guerra è il Kurdistan. Nel centro del Kurdistan, una struttura e un nuovo modello di sistema è in fase di sviluppo. Questo sarà un modello per la regione ed il mondo. Ciò a cui questo modello assomiglia è discusso tra le diverse parti. Da un lato abbiamo il sistema capitalista guidato dagli Stati Uniti e dagli stati europei. Poi ci sono stati che si sono nutriti per anni con il sistema stato-nazione attraverso il sangue della gente e si oppongono al cambiamento, l’Iran è uno di questi. Dall’altro lato c’è una terza forza. Questo è il potere del popolo, il potere della società che vuole cambiare l’attuale sistema e politiche.
Gli Stati Uniti vogliono limitare le minacce dell’Iran e perciò controllarlo politicamente. Vogliono costringere l’Iran ad arrendersi ed erodere il suo sistema e le sue politiche. l’obiettivo degli Stati Uniti è quello di limitare l’Iran nella sua politica. Vogliono esercitare sull’Iran pressioni economiche e politiche ed arrivare ad un accordo con le opposizioni contro il regime iraniano. In questo quadro entrambe le parti subiranno dei danni, sia lo Stato che la società. La situazione economica del popolo continuerà a deteriorarsi. La soluzione è che la popolazione eserciti pressioni sullo Stato e rivendichi libertà e giustizia. E non deve rimanere solo una rivendicazione, tutte le componenti della popolazione devono unirsi e organizzarsi su questa base. Lo Stato deve essere costretto a cambiare la forma della politica e del governo. L’Iran può superare queste crisi solamente attraverso un cambiamento democratico.
La Repubblica Islamica d’Iran ha dimostrato nei suoi 40 anni di storia di poter superare le crisi. C’è stata una massiccia crisi politica nel 2009, ma è stata superata. Quali sono le nuove crisi del governo iraniano e qual’è la differenza di queste crisi con quelle del passato?
L’Iran è stato in grado di superare le crisi con vari metodi, ma non può superare l’attuale crisi senza dire nulla. Non può continuare come prima. Può prolungare a sua esistenza in una certa misura. Il governo iraniano, tuttavia, non può continuare nel caos attuale. È costretto a seguire la via del cambiamento. Se vuole salvare se stesso da queste crisi, allora deve riconoscere la volontà della gente e battersi per la democratizzazione. Deve ascoltare le richieste dei popoli. Dovrebbe cambiare la forma di governo sulle persone, la società e le altre nazionalità. Dovrebbe sviluppare la democrazia basata sulle leggi. Non c’è altro modo per l’Iran di salvarsi.
Qual’è il ruolo del popolo curdo nelle proteste in Iran e nel Kurdistan Orientale? I popoli dell’Iran sostengono le ribellioni nel Kurdistan orientale? Quali sono le relazioni tra i popoli e come lavorano insieme?
La società in Iran ha già vissuto insieme e si è sostenuta l’un con l’altro. si sono sostenuti a vicenda in un contesto di rivendicazioni e di proteste. Se guardiamo attentamente, le serhildan (sollevazioni) sono iniziate in Iran e si sono diffuse in Kurdistan. Adesso le città in Kurdistan stanno guidando le proteste. Il popolo curdo deve rafforzare le proprie relazioni con le altre identità. Dovrebbero organizzarsi insieme ed entrate nel quadro politico con un progetto, un programma ed una voce comune. Se è di nuovo sparso e diviso, allora il regime iraniano puà avere successo. I popoli dell’Iran dovrebbero rimanere in solidarietà gli uni con gli altri.
Qual è il modo in cui KODAR gestisce gli sviluppi e qual è il fulcro della roadmap?
KODAR aveva precedentemente pubblicato una road map per le elezioni in Iran. In questa road map avevamo parlato dei pericoli e delle opportunità esistenti. L’Iran non ha risposto alla nostra richiesta direttamente e apertamente. Adesso stiamo preparando una road map per i giorni a venire. C’è la necessità di un cambiamento radicale in Iran. La gente non è più persuasa dalle promesse e richiede provvedimenti concreti. Noi vogliamo che la road map sia un contributo per risolvere i problemi del popolo curdo e dei popoli dell’Iran. Abbiamo un progetto per risolvere i problemi economici e politici., per proteggere l’ambiente e i diritti delle donne. Siamo per una politica democratica basata sulla consapevolezza di una nazione democratica. Vogliamo assumere delle iniziative congiunte con le minoranza in Iran. Invieremo il nostro progetto in tutti i luoghi. Naturalmente, una road map non è sufficiente, e noi faremo la nostra parte nel senso della diplomazia, della politica ed in vari altri modi. Se l’Iran non trova una risposta a questa situazione e continua a non ascoltare le nostre richieste, allora troveremo altre vie. Noi siamo un movimento con una grande forza di difesa. In questo senso noi siamo in una preparazione intensiva.Se questi cambiamenti si verificano in Iran, ovviamente non siamo senza un piano e un programma.
Quali sono le relazioni di KODAR con i partiti e i movimenti dell’opposizione? Le relazioni sono necessarie o si concentrano sull’organizzazione interna dell’opposizione?
Ci sono due modelli. Uno è il modello dello stato-nazione e l’altro è il modello che proponiamo, che include tutte le componenti della società. Questo è perchè abbiamo le porte aperte ed abbiamo relazioni con i partiti curdi. Se parliamo insieme con un una voce, lavoriamo collettivamente, possiamo lavorare con la formula dell’unità nazionale sul futuro del Kurdistan orientale. Kodar non è rivolto solo ai partiti politici. Kodar si rivolge alla società, specialmente alle donne, ai giovani e agli intellettuali. In questo senso tutti dovrebbero giocare il proprio ruolo. Inoltre il popolo curdo e tutte le persone che pensano liberamente dovrebbero essere preparati per gli sviluppi imminenti in Iran. Questi preparativi sono sia militari che organizzativi. È possibile che ci sia una grande guerra. Dunque la nostra gente e tutti dovrebbero prepararsi per questi cambiamenti.
ANF