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Diritti umani

Sporca collaborazione

Il comunista turco Turgut Kaya rischia l’espulsione dalla Grecia verso la Turchia. Sciopero della fame contro la sentenza del tribunale- Il rischio di estradizione di un comunista turco in Turchia potrebbe diventare una questione politica per il governo greco guidato dal partito di sinistra Syriza. Il cittadino turco Turgut Kaya in aprile è stato arrestato dalla polizia greca a causa di una »Red Notice« diffusa da Ankara tramite Interpol (richiesta di individuare il luogo di permanenza di una determinata persona per arrestarla temporaneamente). Mercoledì il tribunale amministrativo a Atene ha deciso che può essere estradato. L’ultima parola spetta al Ministero della Giustizia greco.

Per la giustizia turca, Kaya è un terrorista di spicco per la cui cattura è stata messa una taglia. È accusato di attività di direzione per il Partito Comunista della Turchia/Marxista-Leninista (TKP/ML) che opera in clandestinità. Il partito dalla sua fondazione all’inizio degli anni ’70 conduce una lotta anche armata contro lo Stato turco. Per via delle sue attività politiche, Kaya dagli anni ’90 è stato più volte incarcerato in Turchia e sottoposto a pesanti torture. Da ultimo ha scontato sei anni per la pubblicazione del quotidiano socialista Özgür Gelecek, in seguito nel 2012 è fuggito in Grecia. Un’estradizione verso la Turchia potrebbe mettere a repentaglio la vita di Kaya, ammonisce la Confederazione dei Lavoratori delle Turchia in Europa (ATIK) di cui Kaya fa parte. Nei giorni scorsi in tutta Europa ci sono state manifestazioni di protesta davanti a rappresentanze politiche greche.

Nel 2015 Kaya era già stato arrestato in Grecia nell’ambito di un’operazione in corso in contemporanea in cinque Paesi contro il TKP/ML. Mentre all’epoca il suo compagno Deniz Pektas per via di un mandato di cattura pendente venne consegnato alla Francia e oggi insieme a altri nove comunisti turchi è sotto processo a Monaco di Baviera per sospetto di attività terroristica, Kaya tornò libero.

Dopo il suo nuovo arresto i sostenitori di Kaya temono che possa essere scambiato con due soldati greci in carcere in Turchia dal marzo scorso. Angelos Mitretodis e Dimitris Kouklatzis durante un pattugliamento del confine sarebbero penetrati per alcune centinaia di metri in territori turco. Avrebbero smarrito la strada per via del brutto tempo afferma Atene. Ankara invece li accusa di spionaggio. Il governo greco a livello di politica interna è sempre più sotto pressione perché non riesce a liberare i suoi soldati dalla detezione da parte del Paese partner della NATO.

Ankara inoltre chiede che Atene consegni otto soldati turchi che dopo il fallito golpe contro il Presidente Recep Tayyip Erdogan nel luglio 2016 si erano rifugiati in Grecia. Ma una settimana fa il più alto tribunale amministrativo della Grecia ha deciso che a uno degli uomini va concesso l’asilo. Gli altri soldati golpisti fuggiti in Grecia, sulla base di questa sentenza possono anche loro sperare in un analogo riconoscimento. Quindi è improbabile che i soldati ricercati dalla Turchia tramite mandato di cattura internazionale vengano estradati. In questo modo per Atene resterebbe solo Kaya per uno »scambio di ostaggi«. Il comunista giovedì ha annunciato di entrare in sciopero della fame contro la »sporca collaborazione dei governi reazionari« e per la sua liberazione.

Tra Grecia e Turchia da mesi ci sono tensioni nell’ambito della lite su 18 isole greche nell’Egeo reclamate dalla Turchia. Con regolarità aerei da guerra turchi violano lo spazio aereo greco. Dopo un’operazione di intercettazione in aprile, un caccia greco è precipitato. Nella campagna elettorale turca il candidato Presidente del CHP kemalista, Muharrem Ince, ha accusato il governo Erdogan di una gestione troppo lasca della lite sulle isole con il Paese vicino. Anche il Ministro della Difesa greco, Panos Kammenos, a sua volta confrontato con i sondaggi in costante calo del suo partito populista di destra »Greci Indipendenti«, non perde occasione di giocare la carta nazionale e di attaccare verbalmente la Turchia.

 

di Nick Brauns

https://www.jungewelt.de/artikel/333499.dreckige-zusammenarbeit.html

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