Dall’inizio del conflitto siriano, migliaia di profughi da altre parti del paese si sono riversati nel Cantone di Afrin, fuggendo dal terrorismo e dalla guerra civile. Per loro, Afrin era un’isola di pace e stabilità sotto la gestione dell’Amministrazione Autonoma Democratica, che abbracciava i princìpi della coesistenza etnica e religiosa e della tolleranza.Scarica PDF Report Shahba 2018
Mentre Afrin si trovava sotto assedio da parte dello Stato turco e delle milizie jihadiste sue alleate in Siria, la situazione economica è peggiorata. Nondimeno, Afrin e le aree circostanti sono riuscite ad accogliere più di trecentomila rifugiati, principalmente arabi. L’amministrazione locale ha dovuto ospitare alcuni di loro nelle moschee, nelle scuole e in altri luoghi, come le stazioni ferroviarie di Qetme, Kafr Janna e Midan Akbaz. Molti rifugiati vivevano anche in case e appartamenti presso la gente del posto.
Il campo profughi di Robar era stato creato dal Consiglio del Lavoro e degli Affari Sociali per venire incontro ai bisogni dei rifugiati più poveri. Il campo, che ospitava 3. 000 persone, era stato interamente finanziato dall’amministrazione e dal popolo di Afrin. A tutte le persone che si trovavano lì venne fornito cibo e acqua. Vi si tenevano incontri sulla mutua coesistenza e la fratellanza dei popoli, sulla violenza contro le donne, sui rischi associati ai matrimoni adolescenziali, sui problemi dei bambini, sulla pulizia e l’igiene. L’obiettivo principale di questi programmi era di aiutare quella gente ad abituarsi a una vita normale dopo aver affrontato il trauma della guerra e della fuga.
L’amministrazione garantiva anche il trasporto gratuito ai rifugiati per andare e tornare dal lavoro, in modo che potessero essere autosufficienti come ogni altro civile nella regione. Al campo stesso erano previste particolari opportunità di lavoro per le donne.
Quando arrivarono altri rifugiati nel 2013, fu allestito un secondo campo tra Der Jamal e il villaggio di Kashtar, noto come campo di Shahba. I suoi abitanti erano sfollati dalla regione di Shahba, provenienti da posti come Tel Rifat, Azaz, Sheikh Eyssa, Jarablus, Idlib e dai campi profughi attorno ad Azaz.
I bisogni quotidiani dei rifugiati ad Afrin erano soddisfatti grazie alla cooperazione tra gli abitanti di Afrin e il Dipartimento delle Organizzazioni della Società Civile, dell’Amministrazione. Nonostante i continui appelli a diverse agenzie umanitarie, tra cui l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari, l’UNICEF e l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, tuttavia, questi profughi furono quasi completamente abbandonati dalla comunità internazionale. Leggi Tutto e Scarica PDF Report Shahba 2018
Indice
1.AFRIN – UN PORTO SICURO PER I RIFUGIATI DURANTE LA GUERRA CIVILE SIRIANA
2.SFOLLATI IN MASSA DALLA CITTA’ DI AFRIN, 14-18.03.2018
3.SITUAZIONE DEL REGIONE SHAHBA
4.SITUAZIONE GENERALE DEI CAMPI PROFUGHI A SHAHBA
5.NUMERI DI RIFUGIATI OSPITATI NEI CAMPI PROFUGHI
6.SITUAZIONE SANITARIA NEI CAMPO PROFUGHI
7.L’ISTRUZIONE PER I BAMBINI RIFUGIATI
8.RIFORNIMENTO DI BENI DI PRIMA NECESITA’ E INFRASTRUTTURE
9.APPELLO INTERNAZIONALE PER AIUTI
10.RICHIESTE URGENTI
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Per i Sostegni ai profughi di Afrin a Shahba:
Mezzaluna Rossa Kurdistan Italia
https://buonacausa.org/cause/aiutaafrin
oppure
IBAN: IT63 P033 5901 6001 0000 0132 226
Causale : AFRIN