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I militanti Ypg non sono terroristi: la Rete Kurdistan organizza un sit-in a Cagliari

Protesta contro i provvedimenti della Direzione antiterrorismo di Cagliari e della Digos di Nuoro nei confronti di tre sardi, fra i quali l’indipendentista Pierluigi ‘Luisi’ Caria. La Rete Kurdistan Sardegna ha organizzato per giovedì’ prossimo, 20 settembre, a Cagliari una manifestazione di protesta contro i provvedimenti della Direzione antiterrorismo di Cagliari e della Digos di Nuoro nei confronti di tre sardi, fra i quali l’indipendentista Pierluigi ‘Luisi’ Caria, 33 anni, combattente accanto ai curdi contro l’Isis. Il presidio si terra’ dalle 17 a Sa Domu Ocupada, in via Lamarmora 126.

E’ annunciata la presenza di volontari internazionali, combattenti dell’organizzazione filocurda Ypg e solidali che hanno partecipato negli ultimi mesi alla lotta contro le milizie nere del Daesh nel territorio fra Siria e Iraq”.

La motivazione che ci spinge a riunirci è l’attacco frontale portato dalla sezione antiterrorismo di Cagliari e la Digos di Nuoro, contro il movimento sardo attivo, complice attivo e solidale con la causa curda e la rivoluzione in atto nella Siria del Nord”, spiegano i promotori su Fb.
“L’accusa formulata attraverso l’applicazione del 270 bis, è quella di aver partecipato attivamente agli scontri armati di scena nel vespaio siriano, in cui le unita di difesa del popolo kurde con i volontari internazionali ingaggiano uno scontro strada per strada, paese per paese, contro le truppe dello stato islamico e i ribelli jihadisti finanziati dalla Turchia”. “Noi rifiutiamo in ogni modo la criminalizzazione dei volontari internazionali”, sostiene la Rete Kurdistan Sardegna, “e rivendichiamo continuità ideale e complicità con la loro azione nella difesa della Rivoluzione Kurda in opposizione all’Isis e agli interessi turchi nell’area”.

Oltre a Caria, sabato è stato perquisito nella sua casa di Selargius (Cagliari), l’attivista della Rete Kurdistan Sardegna Antonello Pabis. A Nuoro gli agenti si sono presentati a casa della madre di Caria, al quale è stato sequestrato il passaporto, per impedirgli di tornare in Medio Oriente. “Io non ho nulla di cui vergognarmi e non ho commesso nessun crimine né per la mia coscienza e né per le leggi dello stato coloniale che occupa la nostra terra”, scrive l’indipendentista sardo sul suo profilo Fb, sostenuto da decine di messaggi di solidarietà, cosi’ come accaduto a Pabis.

“Da indipendentista sardo ho sempre rivendicato la mia militanza internazionalista, e non ho mai nascosto il mio appoggio verso la lotta per l’autodeterminazione del popolo curdo e verso la lotta dei curdi per la liberazione della donna e per costruire una società più giusta e democratica in Medioriente”.

“Ritengo sia semplicemente ridicolo che le Ypg e l’Ifb vengano associate al terrorismo”, aggiunge Caria. “Si tratta di formazioni composte da volontari curdi, arabi, siriaci, turchi e occidentali che in mezzo all’orrore della guerra difendono da anni la popolazione della Siria del Nord dai tagliagole islamisti e dall’aggressione dello stato fascista turco. L’accusa infamante di terrorismo rivolta alle Ypg è surreale e completamente immotivata. Ed è ancora più assurdo che la Dda di Cagliari pretenda di sindacare su quali siano le organizzazioni che debbono considerarsi terroristiche fra quelle che operano nel territorio siriano, lanciandosi in mirabolanti speculazioni di politologia e politica internazionale”.

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