Rassegna Stampa

Tempesta contro gli jihadisti

Presso Deir Al-Sor è in corso un’offensiva contro i resti di »Stato Islamico« La lotta contro »Stato Islamico« (IS) è in larga misura sparita dai titoli. Ma nel sud e nel sudest della Siria continuano con durezza immutata i combattimenti contro i resti della milizia. Secondo stime dell’esercito siriano, nella regione di Suwaida si trovano ancora oltre 1.000 combattenti di IS e fino 10.000 combattenti nei governatorati di Deir Al-Sor e Homs.

Dall’inizio della scorsa settimana le Forze Siriane Democratiche (FSD) a Deir Al-Sor hanno avviato l’ultima tappa della loro offensiva »Tempesta di Cizire« iniziata un anno fa. L’obiettivo è di »mettere fine al terrorismo a est dell’Eufrate«, ha dichiarato Liwa Al-Abdullah, la portavoce dell’operazione. Il fiume, in questa zona ricca di giacimenti di gas e petrolio, segna il confine tra i territori di autogoverno controllati dalle FSD in Siria del nord e parti di territorio sotto il controllo del governo di Damasco.

IS, a est dell’Eufrate ormai controlla solo un’enclave della lunghezza di circa 35 chilometri e dieci chilometri di larghezza tra le località di Hadshin al confine con l’Iraq, Al-Sosa e Al-Shefa. Ma i circa da 1.500 a 2.000 islamisti che si stima vi siano asserragliati, sono quello più collaudati in battaglia, tra loro molti jihadisti stranieri, nonché numerosi dirigenti di IS. Così nel fine settimana le FSD hanno catturato Ahmed Al-Said, uno degli uomini più importanti della regione.

All’offensiva, al fianco delle FSD partecipano le Unità di Difesa del Popolo e delle Donne (YPG e YPJ) curde e guerrieri di tribù arabe organizzati nel consiglio militare di Deir Al-Sor. Sono coinvolte anche unità dell’esercito iracheno per impedire spostamenti di ritiro dei combattenti di IS attraverso il confine. L’ultima tappa verrà guidata da combattenti donne, dato che le donne sotto il dominio di IS sono state esposte a una particolare oppressione e ridotte in schiavitù, ha dichiarato Al-Abdullah. Così nei giorni scorsi è stato possibile liberare già diverse ezide che venivano tenute prigioniere come schiave dai combattenti di IS.

Dall’inizio dell’offensiva si verificano pesanti combattimenti su diverse parti del fronte. Nel corso di 24 ore sarebbero stati uccisi 35 jihadisti, hanno comunicato martedì le FSD. IS avrebbe bloccato villaggi e strade con trappole esplosive e fossati che rendono più difficile l’avanzata, attentatori suicidi causano ripetutamente perdite. Ci si sta predisponendo a una battaglia difficile e lunga, ha dichiarato Sean Ryan, portavoce della »Coalizione Anti-IS« a guida USA. Quest’ultima sostiene le FSD con artiglieria e attacchi aerei.

Accanto a soldati USA, evidentemente partecipano anche unità speciali francesi. Secondo quanto riferito dall’emittente all’estero France 24, l’esercito USA una settimana fa ha pubblicato su Internet due foto nelle quali sullo sfondo si vede un veicolo corazzato per il trasporto di truppe del tipo »Aravis« utilizzato solo dall’esercito francese.

Nell’enclave sull’Eufrate tenuta da IS, vivono circa 60.000 civili di cui IS abusa usandoli come scudi umani. Attraverso corridoi di fuga le FSD cercano di evacuare la popolazione dalla zona di combattimento. Di simili riguardi Washington evidentemente non ne adotta. Così secondo indicazioni dell’esercito russo, aerei da combattimento USA hanno bombardato la città di Hadshin con bombe al fosforo, come ha riferito RT il 9 settembre. Né gli USA né le FSD finora si sono pronunciate rispetto all’accusa del »Centro Russo per la Riconciliazione in Siria« che sarebbe stata impiegata quest’arma vietata dalla Convenzione di Ginevra.

L’agenzia stampa statale SANA sabato ha riferito che intanto nella zona di confine tra il governatorato di Homs e Deir Al-Sor l’esercito siriano è riuscito a eliminare gli ultimi combattenti di IS nel deserto di Al-Badija,

di Nick Brauns

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