Nel fine settimana Recep Tayyip Erdogan viene in Germania. Il governo federale stende il tappeto rosso per l’autocrate turco. Tuttavia non è uno scandalo. Dalle 6 di giovedì, parti del centro di Berlino diventano zona chiusa. Tombini vengono saldati e cecchini prendono posizione. Migliaia di poliziotti saranno in servizio nei prossimi giorni per proteggere un ospite molto particolare del governo federale: Recep Tayyip Erdogan. Il dittatore di Ankara arriva, partiti dell’Unione e SPD stendono il tappeto rosso e lo ricevono con onori militari.
Un pluriomicida, nemico delle donne, autore di brogli elettorali e criminale di guerra arriva a Berlino per un appuntamento con la Merkel. È uno scandalo? Assolutamente no. È la nuova normalità tedesca. Chi sostiene che è inopportuno ricevere Erdogan, dimentica il carattere di questo nostro Stato qui. È estremamente opportuno che queste persone nella cancelleria e al Bellevue invitino il loro partner della Nato a banchettare. Qualunque altra cosa sarebbe ipocrita.
Certo: Erdogan fa bombardare case di civili a Afrin da carri armati. Ma questi carri armati li ha avuti da Rheinmetall e da altre industrie belliche tedesche. E sono stati esportati da gente come Sigmar Gabriel, l’egomane dell’SPD silurato.
Certo, Erdogan usa profughi come arma nella sua lotta per l’occupazione della Siria del nord. Recluta jihadisti nei campi profughi, pratica la pulizia etnica dei territori curdi attraverso la ricollocazione di rifugiati sunniti. Ma questa mossa viene finanziata da Angela Merkel che lo foraggia a suon di miliari perché non venga destituita dai suoi colleghi di partito ancora più destri qualora il „deal suoi profughi“ fallisse.
Certo, è Erdogan, quello che impiega la sua polizia contro scioperanti e contadini in protesta, che ha messo in galera decine di migliaia di oppositori. Ma è stata la polizia tedesca ad addestrare quella turca per molti anni perché diventasse più „efficace“ e facesse esattamente quello che sta facendo ora.
Il rapporto che i governi tedeschi hanno coltivato con diversi governi turchi è stato sempre un rapporto che ha coltivato l’ostilità nei confronti di tutti i progetti progressisti in Anatolia. Assai prima che ci fosse Erdogan, il governo tedesco ha perseguitato oppositori esuli, indipendentemente da quale fosse la correte alla quale appartenevano. Perché? Lo Stato tedesco fondamentalmente dal 1945 lavora alla revisione del giuramento di Buchenwald. La parola d’ordine è: la Germania deve diventare di nuovo una potenza mondiale. O, con le parole di Sigmar Gabriel: „Alcuni vogliono che la Germania sia una specie di grande Svizzera, ma siamo semplicemente troppo grandi. Non possiamo semplicemente starcene in disparte e guardare. (…) La Germania dal riserbo geopolitico dovrebbe passare a essere un attore geostrategico influente. (…) È importante preparare l’opinione pubblica al fatto che il mondo è cambiato.
Le relazioni che i partiti dell’Unione e la SPD intrattengono con gli Erdogan e gli al-Saud di questo mondo, con coloro che fanno bruciare giovani in delle cantine e coloro che tagliano teste sulle pubbliche piazze, sono parte della visione di Sigmar Gabriel – e delle restati elite di questo Stato. Gli Erdogan e gli al-Saud sono i figli malriusciti dell’aspirazione tedesca a essere potenza mondiale.
Quindi non è uno scandalo che Recep Tayyip Erdogan venga a Berlino per un pasto sopraffino e un nobile alloggio. E non è uno scandalo nemmeno che faranno di nuovo accordi, svenderanno armi, sosterranno l’economia turca in rovina e perseguiteranno oppositori anche in Germania. È la normalità tedesca nell’anno 2018.
Lo scandalo, se se ne vuole citare uno, è che alla contromanifestazione sono attese solo 10 000 persone. Questo è il nostro scandalo. E significa che non ci siamo sforzati abbastanza, non abbiamo mobilitato abbastanza, non abbiamo spiegato abbastanza. Perché una cosa è chiara: milioni di persone in questo Paese odiano il dittatore e rifiutano le esportazioni di armi a suo favore. Solo quando davanti alla cancelleria ci saranno centinaia di migliaia di persone che dicono chiaramente: basta, solo allora una Angela Merkel e un Sigmar Gabriel si sentiranno a disagio mentre stendono il tappeto rosso e versano il tè.
#di Peter Schaber
http://lowerclassmag.com/2018/09/deutschlands-missratener-sohn/