Corte Europea per i Diritti Umani chiede la liberazione del politico di opposizione e di sinistra dalla carcerazione turca. La Corte Europea per i Diritti Umani (CEDU) a Strasburgo martedì ha chiesto la liberazione del politico di opposizione Selahattin Demirtas che in Turchia da due anni si trova in carcerazione preventiva. Il 3 novembre 2016 i due co-Presidenti del Partito Democratico dei Popoli (HDP), filo-curdo e di sinistra, Demirtas e Figen Yüksekdag, nonché altri deputati erano stati arrestati. Su indicazione diretta del Presidente Recep Tayyip Erdogan, Demirtas è accusato dalla procura di stato tra l’altro di »propaganda terroristica e appartenenza a un’organizzazione terroristica armata«, si intende il Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK).
Demirtas è ricorso alla CEDU perché ha considerato leso il suo diritto a un’adeguata tempestività del processo nonché i suoi diritti alla libertà di opinione e all’incolumità. I giudici a Strasburgo nella loro sentenza rilevano che per il suo arresto sussisteva un motivo fondato, ma che questo non giustificherebbe il protrarsi della carcerazione preventiva. Se non dovessero essere presentate nuove prove, il politico dovrebbe essere rimesso in libertà.
I giudici della CEDU non considerano lesi solo i diritti individuali di Demirtas. La carcerazione preventiva sarebbe un »intervento illegittimo nella libera espressione delle opinioni del popolo«. Il politico dell’opposizione a giugno dal carcere di massima sicurezza di Edirne si era nuovamente candidato per la carica dei Presidente dello Stato.
La carcerazione preventiva in corso durante il referendum per l’introduzione del sistema presidenziale dello scorso anno, e tutt’ora in corso oltre le elezioni parlamentari e presidenziali nell’estate di quest’anno, secondo il parere della CEDU serve all’obiettivo di »soffocare il pluralismo e limitare la libertà del dibattito politico« in Turchia.
L’HDP ha accolto con soddisfazione la sentenza e ha invitato via Internet le autorità turche a liberare immediatamente Demirtas e altri politici dell’HDP in carcere. »Questa sentenza per noi non è vincolante«, ha invece affermato Erdogan respingendo immediatamente le speranze di una liberazione a breve. La sentenza non è ancora passata in giudicato; il caso può essere passato a un’istanza superiore della CEDU.
Andrej Hunko, portavoce per le politiche europee del gruppo parlamentare della Linke nel Bundestag e membro del Consiglio d’Europa, martedì ha dichiarato che la sentenza della CEDU è »estremamente importante e meritevole di plauso«. Il politico della Linke ora si aspetta »dalla Turchia la liberazione di Selahattin Demirtas nei prossimi giorni«. Perché Ankara »in quanto membro del Consiglio d’Europa ha l’obbligo di applicare le sentenze«, così Hunko.
di Nick Brauns e Roland Zschächner
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