Nonostante arresti e violenze della polizia, il comitato organizzatore fa un bilancio positivo della manifestazione di ieri a Berlino. 3000 persone sono scese in piazza contro la riduzione dei diritti fondamentali e il divieto del PKK.
Più di 70 organizzazioni della società civile avevano chiamato a una manifestazione a Berlino contro leggi di polizia, nazionalismo e il divieto del PKK vigente in Germania da 25 anni. All’appello hanno risposto oltre 3.000 persone da tutta la Germania. Nonostante pesanti restrizioni da parte della polizia la manifestazione ha dato un segnale chiaro contro il divieto del PKK. Ci sono stati interventi della confederazione delle associazioni curde NAV-DEM, del fondo per gli aiuti legali Azadî, di Sabine Leidig della Linke, dell’associazione repubblicana degli avvocati (RAV) e di altri rappresentanti delle organizzazioni della società civile e di movimenti politici.
Feriti e arresti
La polizia ha ripetutamente attaccato la manifestazione per arrestare persone per „simboli vietati“ o slogan. Gli organizzatori della manifestazione fanno sapere che sono stati documentati 20 fermi. Tutti i fermati sono stati rilasciati in serata. In alcuni casi – per quanto si è saputo finora – sono accusati di infrazione della legge sulle associazioni. Una persona è stata picchiata così violentemente dalla polizia che si è reso necessario il ricovero in ospedale, un’altra persona ha subito la rottura dei legamenti crociati, riferisce il comitato organizzatore.
Il comitato organizzatore ringrazia i partecipanti per l’energica e determinata manifestazione.
Il comitato organizzatore della manifestazione si è dichiarato contento dell’energica e determinata manifestazione e ha ringraziato tutte e tutti i partecipanti per il loro contributo alla lotta contro repressive leggi di polizia e il divieto del PKK: „La manifestazione mostra che la guerra psicologica contro il PKK non ha più presa. Molte persone hanno capito che il PKK lotta per la pace, la liberazione delle donne e la democrazia in Medio Oriente e che le idee di Abdullah Öcalan risvegliano speranze nelle persone in tutto il mondo. Il trattamento al quale il movimento è sottoposto in Germania spiana la strada alla riduzione dei diritti fondamentali. Questo è riconosciuto da ampie cerchie che si schierano contro la criminalizzazione e il divieto del movimento di liberazione curdo.“
ANF