Si indaga contro l’autore berlinese Peter Schaber – per presunto sostegno di un »associazione terroristica all’estero« Si indaga contro l’attivista berlinese e autore del Lower Class Magazine Peter Schaber. Come mercoledì scorso ha resto noto lo stesso Schaber, è sospettato di aver sostenuto una »associazione terroristica all’estero«. Si tratta del soggiorno di Schaber in Siria, durante il quale – così l’ufficio federale della polizia criminale di Berlino [LKA] in un mandato di comparizione – si sarebbe unito alle Unità di Difesa del Popolo YPG. C’è inoltre un secondo caso simile: anche l’ex soldato della Bundeswehr [le forze armate tedesche NdT] Martin Klamper, che si era unito alle YPG nel 2017, è attualmente oggetto di un procedimento di indagine.
Non è la prima volta che in Germania si ricorre al paragrafo 129b (associazione terroristica all’estero) per la partecipazione alla lotta delle YPG in Siria del nord. Tutte le indagini in casi del genere finora sono state fermate. Perché le YPG né in Germania né nell’Unione Europea sono classificate come organizzazione terroristica – diversamente dal Partito dei Lavoratori del Kurdistan PKK.
Tuttavia da mesi vengono condotti in modo intensificato processi per l’esibizione di simboli delle YPG. L’argomento è sempre che questi sarebbero serviti da simboli surrogati per quelli del PKK. Se il caso Schaber dovesse arrivare in tribunale, il Ministero Federale della Giustizia e la Tutela dei Consumatori dovrebbe attribuire un’autorizzazione a procedere – e allora, questo il sospetto di Schaber di creare un precedente in cui ridefinire il carattere delle YPG. Un’interrogazione rivolta allo LKA di Berlino su come sia motivata l’accusa di aver sostenuto un’associazione terroristica all’estero rispetto a una milizia che non è classificata come organizzazione terroristica è rimasta senza risposta.
Non sarebbe certo semplice ottenere comprensione per un simile processo da parte dell’opinione pubblica se ci si dovesse arrivare. Perché nonostante la criminalizzazione dei simboli delle YPG, la loro lotta contro »Stato Islamico« anche da queste parti continua a godere di un grande rispetto. In fin del conti i combattenti in prevalenza curdi delle YPG e delle Unità di Difesa delle Donne YPJ nel 2014 erano considerati i grandi eroi che in Siria e in Iraq procedevano contro IS in rapidissima espansione.
Questo non impressionò solo i media tedeschi che improvvisamente si interessarono vivamente per i curdi di sinistra in Rojava (Siria del nord). Ispirò anche una serie di internazionalisti di sinistra in tutte le parti del mondo a combattere in Siria e in Iraq al fianco delle YPG/YPJ. Alcuni – come Ivana Hoffmann di Duisburg- hanno perso la vita.
Anche Schaber nel 2017 si era recato in Siria per diversi mesi. Non lo nega, al contrario. Avrebbe »sentito un obbligo«, di sostenere la rivoluzione locale non solo a distanza, ma sul posto.
Per il 90 percento del tempo che ha passato lì, avrebbe dato il suo contributo all’interno di strutture civili, piantando alberi e cose del genere. Nello Shengal in Iraq, dove IS nel 2014 commise un massacro nei confronti degli ezidi che vivono in quella zona e a Raqqa, un’ex roccaforte di IS liberata dai combattenti curdi, avrebbe partecipato anche ad azioni militari.
Il fatto che ora con le indagini contro di lui e Klamper venga fatto un passo ulteriore nel perseguimento di sostenitori delle YPG, secondo Schaber è motivato politicamente. Si tratterebbe soprattutto del fatto di danneggiare le relazioni diventate più strette tra la sinistra curda e quella tedesca, ritiene. Giovedì scorso avrebbe dovuto presentarsi presso lo LKA di Berlino per un interrogatorio come persona sottoposta ad indagini. Non si sarebbe recato all’appuntamento, così Schaber. Non esiste un obbligo in proposito.
di Nelli Tügel
Nota della redazione di Rete Kurdistan Italia
Stiamo dedicando tanta attenzione alla vicenda che vede Peter Schaber indagato in Germania per “sostegno a un’associazione terroristica all’estero”, non solo per solidarietà a un autore di cui apprezziamo il lavoro (da circa tre anni pubblichiamo regolarmente le traduzioni dei suoi articoli, nonché di articoli di altri autori pubblicati sul sito del Lower Class Magazine, come Rete Kurdistan Italia abbiamo inoltre curato l’edizione italiana del libro “Un’utopia concreta” edito da Red Star Press, di cui Peter Schaber è co-autore), a un compagno e a un amico, ma perché ci pare che le accuse mosse contro di lui rappresentino un significativo salto di qualità nella criminalizzazione del movimento curdo e della solidarietà internazionalista.
È infatti del tutto evidente che in vista dei tradizionali e consolidati rapporti tra la Germania e la Turchia e dei mutamenti del clima politico a livello internazionale, la vicenda di Peter Schaber rischia concretamente di diventare un pericoloso precedente, non solo in Germania.
Ma non si tratta solo della criminalizzazione di chi sostiene la resistenza del popolo curdo, questa vicenda è anche un evidente tentativo di intimidire la stampa libera.
Noi sappiamo che Peter Schaber non si lascerà intimidire e che coglierà ogni occasione possibile per denunciare l’ipocrisia del governo e delle autorità tedesche, che non è diversa da quella di qualsiasi governo europeo, compreso quello italiano, che per i propri sporchi interessi politici ed economici è disposto a chiudere gli occhi di fronte al massacro di un intero popolo.
Continueremo quindi a seguire e a dare contro degli sviluppi di questa vicenda e invitiamo chi volesse dare un sostegno concreto a Peter Schaber, a segnalarlo inviando un’email a info@retekurdistan.it.