Oggi ricorre il primo anniversario dell’invasione Afrin. Quella regione, un tempo pacifica e rifugio sicuro per migliaia di profughi interni siriani, da allora è tormentata da una crudele occupazione che vede susseguirsi crimini di guerra e contro l’umanità, saccheggi, mentre è in corso una vera e propria pulizia etnica.
Intanto sul Rojava spirano venti di guerra per le minacce di una nuova invasione da parte della Turchia che non vede l’ora di realizzare un nuovo genocidio nei confronti del popolo curdo e di annientare le conquiste della rivoluzione del Rojava, basata sulla democrazia dal basso, l’ecologia, la convivenza pacifica tra i popoli, i diritti e la libertà delle donne.
In questo momento drammatico, la deputata HDP Leyla Güven nel carcere di Amed è al 73° giorno di sciopero della fame per chiedere la fine dell’isolamento del Leader del popolo curdo Abdullah Öcalan, e le sue condizioni di salute sono ormai gravissime. Alla sua azione partecipano centinaia di prigionieri e prigionieri politici nelle carceri turche e attiviste e attivisti in tutto il mondo con il motto “spezzare l’isolamento, abbattere il fascismo”.
Queste sono anche le nostre parole d’ordine. Parlano della resistenza del popolo curdo, ma parlano anche della necessità di mobilitarsi qui e ora contro l’ingiustizia, il razzismo, il sessismo, la repressione, la criminalizzazione delle lotte sociali e della solidarietà internazionalista.
Manifestiamo la nostra solidarietà e vicinanza a Leyla Güven e a tutte e tutti coloro che hanno seguito il suo esempio.
Coglieremo ogni occasione per ricordare le giuste ragioni della loro lotta e ribadire la nostra determinazione a difendere la resistenza del popolo curdo e la rivoluzione del Rojava nella preparazione della manifestazione nazionale per la libertà di Öcalan che si terrà il prossimo 16 febbraio a Roma, e invitiamo tutte le realtà della Rete Italiana di Solidarietà con il Popolo Curdo ad organizzare in questo senso iniziative di sostegno e sensibilizzazione nei territori.