Angela Davis e Leila Khaled invitano alla solidarietà con la deputata curda in sciopero della fame »Non aspettatevi una capitolazione dai curdi«, è stato il messaggio centrale del discorso di Pervin Buldan, co-Presidente del Partito Democratico dei Popoli (HDP) durante una grande manifestazione per »democrazia, libertà e giustizia« sabato a Diyarbakir nel sudest della Turchia. Per la prima volta da mesi migliaia di persone hanno di nuovo avuto il coraggio di scendere in piazza nella metropoli curda sotto amministrazione forzata, nonostante un imponente schieramento di polizia. Sur, il quartiere della città vecchia di Diyarbakir, tre anni fa era stato distrutto dall’esercito con armi pesanti.
L’HDP e il »Congresso per una Società Democratica« che firma come parlamento ufficioso per le parti curde della Turchia avevano chiamato a mostrare solidarietà con la deputata HDP Leyla Güven. Güven, che da quasi un anno i trova in carcerazione preventiva nel carcere di Diyarbakir per la sua critica dell’assalto di Ankara al cantone curdo siriano di Afrin, il 7 novembre è entrata in sciopero della fame.
Güven chiede la fine delle condizioni di isolamento per il precursore del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) Abdullah Öcalan che da 20 anni è recluso sull’isola carcere di Imrali nel Mar di Marmara. Perché dal 2011 Öcalan non può più incontrare i suoi avvocati, dall’interruzione dei colloqui di pace da parte del governo nella primavera del 2015 i deputati non hanno più potuto mettersi in contatto con lui.
»L’isolamento di Öcalan impedisce una pace sociale stabile«, così Güven in un messaggio di saluto letto durante la manifestazione a Diyarbakir ha motivato il suo sciopero della fame. Le condizioni di salute della politica 54enne starebbero peggiorando quotidianamente, hanno ammonito i suoi avvocati sabato dopo una visita in carcere. Güven ha febbre, pressione bassa e crampi allo stomaco e non può più muoversi senza essere aiutata.
Un primo successo Güven è riuscita a conseguirlo una settimana fa. Per la prima volta dopo circa due anni e mezzo di isolamento totale dal mondo esterno, Abdullah Öcalan ha potuto ricevere brevemente suo fratello Mehmet. Dato che questa visita non significa una fine dell’isolamento, Güven e ormai circa 250 prigionieri del PKK che si erano uniti allo sciopero della fame, hanno dichiarato di continuare la loro protesta.
Anche 15 politici e intellettuali curdi in esilio che dalla metà di dicembre sono sciopero della fame a Strasburgo in Francia, continuano a rifiutare qualsiasi assunzione di cibo. In loro sostegno nel fine settimana si sono svolte manifestazioni in numerose città europee.
Solidarietà con Güven e Öcalan è stata mostrata dall’attivista per i diritti civili Angela Davis nonché da Leila Khaled della direzione del »Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina«. Davis in una lettera aperta pubblicata la settimana scorsa sul New York Times ha chiesto la liberazione di Güven e la fine dell’isolamento di Öcalan, riconosciuto dalla parte curda come capo-negoziatore per colloqui di pace e sostenitore della parità delle donne nel processo rivoluzionario.
»Quelli di noi che qui negli Stati Uniti hanno protestato contro l’allargamento del complesso industriale delle carceri, nel corso degli anni sono stati incoraggiati da azioni coraggiose dei prigionieri curdi – in particolare delle donne – che in Turchia si sono opposti a carceri costruite secondo il modello statunitense«, ha scritto Davis. Nel 1970 lei stessa aveva partecipato come prigioniera politica a uno sciopero della fame contro le sue condizioni di carcerazione.
In uno scritto »dalla palestinese Leila Khaled alla curda Leyla Güven« si dice: »I muri del carcere non possono impedirci di sentire la tua voce, di essere al tuo fianco e di portare nei Parlamenti di tutto il mondo la tua richiesta di liberazione del grande rivoluzionario Abdullah Öcalan e di tutti i prigionieri politici.«
di Nick Brauns
https://www.jungewelt.de/artikel/347570.hunkerstreik-in-türkei-vereint-im-widerstand.html