L’8 Marzo noi donne ci prenderemo le strade e manifesteremo la nostra forza ed energia contro il sistema patriarcale e lo sfruttamento a cui siamo sottoposte ogni giorno. Anche noi di Rete Jin parteciperemo allo sciopero globale femminista dell’8 marzo. Siamo una rete di donne in solidarietà con il movimento delle donne curde e ci ispiriamo ad esso a livello teorico e pratico: sosteniamo quindi le lotte delle donne in tutto il mondo, e crediamo nell’importanza dell’organizzazione delle donne in ogni ambito: nei quartieri, al lavoro, nelle scuole, nelle università, nella difesa della terra. Nato all’interno di una lotta di liberazione nazionale, il movimento delle donne curde oggi è avanguardia da un lato nella lotta contro il fascismo, localmente rappresentato da ISIS ed Erdogan, e dall’altro nella costruzione di reti a livello mondiale; da un lato nella costruzione di una società più giusta, libera e uguale e dall’altro nell’infondere fiducia alle donne del mondo che concretamente ovunque una società diversa è possibile. In Kurdistan è in atto una vera e propria rivoluzione delle donne, queste ultime costruiscono villaggi, imbracciano le armi e stanno producendo una teoria e un’analisi storica dal proprio punto di vista. Così facendo trasformano non solo se stesse ma tutta la società di cui sono parte.
Consideriamo e difendiamo la rivoluzione del confederalismo democratico in atto in Rojava, nella Siria del Nord, come la nostra rivoluzione; qui gli attacchi dello Stato turco e dello Stato Islamico sono esplicitamente attacchi a una nuova forma sociale, che vede centrale il ruolo delle donne. Sosteniamo, ci confrontiamo ed impariamo dalle donne che in un lembo di terra del Medio Oriente stanno portando avanti un cambiamento radicale fondato sull’autogoverno popolare, l’autonomia e l’autorganizzazione delle donne in tutti i campi politico, sociale, economico, militare, aprendo spazi di libertà con la creazione di loro strutture e strumenti. Donne che danno il via a ondate di proteste come Leyla Guven con il suo sciopero della fame per la fine dell’isolamento di Abdullah Ocalan, guida del movimento di liberazione curdo. Anche in Italia compagne hanno partecipato a quella rivoluzione, e anche in Italia la repressione vuole metterle in silenzio. Siamo tutte parte della stessa lotta, siamo tutte vittime degli stessi attacchi. È per questo che crediamo che sia fondamentale l’8 Marzo, durante lo sciopero globale delle donne, dare voce alla rivoluzione in Kurdistan perchè questa esperienza concreta dimostra che è possibile costruire una società diversa, e perché tutte le esperienze rivoluzionarie sono collegate da un sottile filo rosso che unisce saperi, pratiche, esperienze e lotte.
Oltre un decennio fa, Ocalan ebbe a scrivere che il soggetto rivoluzionario del 21esimo secolo saranno le donne. Oggi le donne del mondo sono testimoni ed attrici di una rivolta globale. Vediamo che il capitalismo, l’organizzazione statale che lo rappresenta, in altre parole il sistema di potere patriarcale, rispondono a questa sollevazione con sempre più femminicidi, leggi oppressive, attacchi all’autonomia e all’autodeterminazione di noi donne. Percepiamo questi attacchi come attacchi a ciascuna di noi, perché se colpiscono una colpiscono tutte, e in questo senso diventano attacchi alle donne come soggetti politici. Le donne organizzate, le donne unite, le donne in piazza, le donne che lottano sono quelle che, lo vediamo chiaramente, al giorno d’oggi rappresentano il potenziale più forte di risposta concreta al fascismo che avanza. Noi donne, prendiamone coscienza, siamo il soggetto rivoluzionario di questo secolo, ed è per questo che veniamo attaccate a tutti i livelli. Per questo, oggi più che mai, partecipiamo allo sciopero globale femminista dell’8 marzo.
L’8 MARZO COME TUTTI I GIORNI: DONNE, VITA, LIBERTA’!
Rete Jin