Diritti umani

Nessun segno di vita da prigionieri in sciopero della fame

Il prigioniero politico Bahtiyar Hasan Kemal da 90 giorni è in sciopero della fame contro l’isolamento di Abdullah Öcalan. Per questo all’inizio dei gennaio è stato messo in isolamento in un bunker. Da settimane non si hanno suoi segni di vita. Il prigioniero politico Bahtiyar Hasan Kemal nel carcere di massima sicurezza di Van il 16 dicembre 2018 si è unito allo sciopero della fame iniziato dalla politica dell’HDP Leyla Güven contro l’isolamento del rappresentante curdo Abdullah Öcalan. In seguito a questo, il prigioniero originario della città di Ranya nel Kurdistan del sud, all’inizio di gennaio è stato trasferito in isolamento. Nel frattempo un tribunale turco ha confermato la sua condanna all’ergastolo. L’ultimo contatto con il 37enne è stato oltre due settimane fa in occasione di un colloquio con l’avvocato. Da allora non si hanno segni di vita da Bahtiyar Hasan Kemal.

Secondo informazioni della piattaforma dei Giuristi Libertari (ÖHP) i prigionieri in sciopero della fame in molte carceri vengono trattenuti in celle singole o perfino in dei bunker. Già in passato in occasione di proteste del genere i prigionieri erano stati isolati gli uni dagli altri. Gli avvocati riescono solo con massicci sforzi a imporre che i prigionieri vengano trasferiti nuovamente in celle comuni o che possano essere accuditi da altri prigionieri.  

Bahtiyar Hasan Kemal è molto indebolito. Ha perso almeno 16 chili e soffre di gravi problemi allo stomaco e ai reni. Diverse richieste per curare Kemal e lo spostamento in una cella singola nei pressi degli spazi comuni, sono state rifiutate dalla direzione del carcere. La sua assistenza legale ha già avviato le necessarie misure giuridiche.

 

ANF

 

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