Turchia

Dichiarazione di prigioniere e prigionieri di PKK e PAJK sullo sciopero della fame

Circa 7.000 prigioniere e prigionieri politici dei processi PKK e PAJK attualmente prendono parte alle azioni di sciopero della fame. Ora hanno composto una dichiarazione con sette richieste. A nome delle prigioniere e die prigionieri dei processi PKK e PAJK in sciopero della fame, il prigioniero Deniz Kaya oggi ha pubblicato una dichiarazione in cui espone le richieste dello sciopero della fame. Nella dichiarazione viene chiarito che lo sciopero della fame andrà avanti fino a quando saranno esaudite le sette richieste. Le e gli scioperanti annunciano anche che d’ora in avanti boicotteranno le udienze dei loro processi.

style=”font-size: medium;”>Di seguito pubblichiamo estratti della dichiarazione e le sette richieste degli scioperanti:

(…) Noi come prigioniere e prigionieri dei processi PKK e PAJK dalle carceri del Kurdistan del nord e della Turchia, saldi nella volontà, proseguiamo la nostra resistenza contro l’isolamento totale del nostro rappresentante e Presidente Abdullah Öcalan. Nella situazione attuale il governo AKP-MHP con l’isolamento del nostro Presidente abroga le sue leggi. Queste condizioni di isolamento non godono di alcuna legalità e legittimità. Sotto il dominio dell’AKP-MHP lo Stato di Diritto della Repubblica di Turchia ha perso il suo ultimo barlume di credibilità. Per questa ragione d’ora in avanti boicotteremo i processi del regime AKP-MHP. Abbiamo preso la decisione che fino a quando durerà il nostro sciopero della fame, non assisteremo più ad alcun processo. Anche nel caso di un rilascio continueremo la nostra azione fuori dalle mura del carcere. Se dovessimo essere portati in tribunale con la violenza, lì resteremo in silenzio. Non importa quale sacrificio richiederà la nostra resistenza, noi continueremo i nostri scioperi della fame fino alla fine. (…)

C’è solo una via d’uscita dalla crisi attuale e dal caos in Turchia e questa passa per la soluzione della questione curda e la democratizzazione della Turchia. Per prendere questa strada va necessariamente avviato il dialogo con il nostro Presidente e iniziata una nuova fase di soluzione. A questo scopo per la sua persona devono essere create le condizioni di contorno per la sicurezza, la salute e la possibilità di lavorare liberamente. E questo è possibile solo se il nostro Presidente viene rilasciato dall’isola carcere di Imrali e viene invece ad esempio messo agli arresti domiciliari in un luogo dove possano essere condotti colloqui di soluzione con lui in condizioni adeguate. (…)

Le richieste del nostro sciopero della fame sono le seguenti:

1. L’attuale legislazione della Turchia prevede che il nostro Presidente ha il diritto a ricevere regolarmente visite dei suoi famigliari. Questo diritto non può essere abolito.

2. Le visite regolari di avvocate e avvocati del nostro Presidente sull’isola carcere di Imrali devono essere permesse. Questo diritto non può essere sospeso.

3. Nell’ambito della legislazione il nostro Presidente ha il diritto a fare telefonate con i suoi famigliari. Ha inoltre il diritto di inviare e ricevere lettere e fax. Questi diritti non possono essere abrogati.

4. Il diritto del nostro Presidente di guardare la televisione, ascoltare la radio, ricevere quotidiani, riviste e libri che desidera, non deve essere in alcun modo limitato.

5. Gli incontri regolari del nostro Presidente con gli altri detenuti non deve essere limitato.

6. Per garantire l’incolumità della salute del nostro Presidente devono essere create condizioni che consentano che sia visitato regolarmente da gruppi di medici indipendenti.

7. Perché il nostro Presidente possa svolgere il suo ruolo per una soluzione democratica e pacifica della questione curda e la democratizzazione del Medio Oriente, tutti gli ostacoli in essere devono essere rimossi. Devono essere create condizioni e per una vita libera e per lavorare liberamente.

Tutte le nostre richieste sono nel contesto di norme giuridiche internazionali. Per l’attuazione delle richieste non c’è alcun tipo di ostacolo rilevante. Solo se il governo in essere in Turchia mette in pratica queste richieste e avvia passi che garantiscono la persistenza dell’attuazione, noi annunceremo la fine del nostro sciopero della fame. In caso contrario continueremo lo sciopero fino a quando continuerà l’isolamento del nostro Presidente. Se persone perderanno la vita in questo sciopero della fame, ne sarà responsabile unicamente il AKP-MHP. Di questo la nostra popolazione e opinione pubblica devono essere consapevoli.“

 

ANF

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