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Sciopero della fame- Comunicato stampa

Abdullah Öcalan, precursore del Movimento di Liberazione curdo, dal suo sequestro nel febbraio 1999 si trova sull’isola carcere di Imrali in Turchia. L’ultima visita dei suoi avvocati risale a quasi otto anni fa. È il “record” europeo di reclusione senza contatti con i legali. Dall’interruzione dei colloqui di pace con il PKK da parte del governo turco nel 2015, Öcalan è in isolamento totale. Dopo l’ultima visita nel settembre 2016, suo fratello Mehmet Öcalan ha potuto vederlo solo il 12 gennaio scorso per un colloquio di 15 minuti.

Il 7 novembre 2018 la deputata HDP Leyla Güven ha iniziato uno sciopero della fame a tempo indeterminato per la fine dell’isolamento di Abdullah Öcalan. La sua unica richiesta è che vengano create le condizioni in cui Öcalan, Presidente di un movimento legittimo, possa vivere e lavorare liberamente per poter contribuire a una soluzione della questione curda.

Al suo sciopero della fame si sono unite migliaia di persone nelle carceri turche, in Kurdistan, Turchia, Iraq e diversi Paesi europei. In Italia la Comunità Curda nei mesi scorsi ha organizzato scioperi della fame in varie città. A Strasburgo 14 attiviste e attivisti curdi sono in sciopero della fame dal 17 dicembre. Molte e molti degli scioperanti sono in condizioni critiche e rischiano danni permanenti.

Abdullah Öcalan per milioni di persone nel mondo è la figura chiave per una soluzione pacifica della questione curda, per la democratizzazione della Turchia e del Medio Oriente. Come diceva Nelson Mandela, “Solo gli uomini liberi possono negoziare; i prigionieri non possono stipulare contratti. La tua e la mia libertà non possono essere separate.”

Finora però nessun governo e nessuna istituzione europea sono intervenuti in modo diretto a sostegno della richiesta degli scioperanti. Il Comitato per la Prevenzione della Tortura del Consiglio d’Europa (CPT), unica istituzione che può accedere all’isola di Imrali, non sta compiendo il suo dovere.

Per dare rilievo alla richiesta degli scioperanti, in una sola settimana in Turchia quattro prigionier* politic* si sono tolti la vita per protesta contro l’isolamento di Öcalan. Pochi giorni fa in Germania, un attivista curdo che si era auto-immolato per la stessa ragione, è rimasto vittima delle gravi ferite riportate. Dal movimento curdo negli ultimi giorni si sono levate molte autorevoli voci, tra cui quella della stessa Leyla Güven, che chiedono la fine delle azioni suicide.

Dal 21 marzo, in occasione della festività del Newroz (capodanno curdo), il giovane curdo rifugiato politico in Italia, Erol Aydemir, è entrato in sciopero della fame a Cagliari, dove si trovava per iscriversi alla Facoltà Agronomia dell’Università di Sassari. Su richiesta della Comunità Curda in Italia, Erol, ora prosegue la sua iniziativa nel Centro Culturale Curdo Ararat a Roma.

Come le altre e gli altri attivist* in sciopero della fame, Erol non vuole morire. È venuto in Italia per esercitare il suo diritto umano allo studio che in Turchia gli era negato. Ma nonostante questo, con grande generosità e determinazione ha iniziato il suo sciopero della fame con l’obiettivo di essere una “goccia” che inizi anche in Italia un grande movimento di solidarietà con lo sciopero della fame e per la liberazione del Presidente Öcalan.

Come Rete Kurdistan Roma e Centro Socio-Culturale Curdo Ararat siamo al fianco di Erol e delle altre e degli altri scioperanti e siamo impegnati scatenare una “tempesta di solidarietà” perché la loro iniziativa sia coronata dal successo. Dopo la manifestazione di domenica 31 marzo a Firenze in ricordo di Lorenzo Orsetti, il 2 aprile prossimo saremo in Piazza Montecitorio per un presidio. Altre iniziative seguiranno nei prossimi giorni.

Rete Kurdistan Roma e Centro Socio-Culturale Curdo Ararat

Roma, 31 marzo 2019

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