Turchia

Report del viaggio a Diyarbakir per le elezioni turche,31 marzo 2019

Ho lasciato il suolo italiano venerdì 29 marzo alle 11. All’arrivo pero ad Istanbul, la coda per il controllo dei passaporti era kilometrica ed cosi il volo per Diyarbakir è partito senza me ed altre persone che ho trovato davanti al banco del check-in. Abbiamo aspettato il volo notturno. Nell’attesa ho trovato tre ragazzi di Torino, giovani studenti, Ludovica, Maria ed Vittorio, amici di Davide Grasso ed degli altri ragazzi attualmente ai domiciliari.

Sabato 30.03.19

Alla fine il volo è partito a mezzanotte e siamo arrivati in hotel alle 2,30, ero cotta a puntino. Meno male l’hotel era molto bello ed la mia stanza comoda ed spaziosa. Dopo una corta notte di sonno, ed siccomederavamo in tanti nell’hotel ad essere venuti per le elezioni, inizia il trasbordo a man mano che eravamo pronti. Vediamo anche che tanti partono con la valigia, mi preoccupo, non ho avuto istruzioni, cosi dico alla reception che rimango ancora una notte.

Ozgür, un interprete ci da notizie di Leyla Güven, è molto forte ed resiste.

Arrivo all’HDP verso le 10, entro in una stanza dove si trovano tante altre persone evidentemente presenti per le elezioni. Ci danno il benvenuto con tanto di tchai ed acqua. Verso le 11 ci chiedono di cambiare stanza per la stanza conferenze per i saluti ufficiali.

* * *

È una donna (non ho capito il nome) responsabile del Movimento di Liberazione delle Donne ad aprire l’incontro. Ci dice che il movimento è contro ogni tipo di violenza contro le donne, contro che l’uomo sia capo famiglia. Diyarbakir è il centro della resistenza curda. Facciamo parte della lotta delle donne di tutto il mondo. Ci racconta che la loro lotta in Kurdistan ha iniziato nei villaggi, perchè le ragazze si sono arruolate nella gueriglia per aver il controllo della propria vita. Cosi si è creato una grande forza di sinergia tra la lotta delle donne per la loro liberta è la lotta del popolo curdo per la propria sopravvivenza, perché condividono lo stesso obiettivo.

Sinjar 1993, una ragazza di 16 anni viene violentata alla stazione di polizia. La sua questione è stata portata davanti alla corte europea, pero è rimasta senza conclusione. Le minoranze religiose ed etniche fanno parte del movimento del popolo curdo perchè i curdi vogliono la libertà dei popoli. Il movimento è indipendente. Anche le donne fanno parte della vita politica, la jîneaology, il senso della vita della donne. Le donne sono necessarie per gestire tutti i gruppi politici. Un gruppo di donne si è presentato ad Imrali per chiedere la fine dell’isolamento del loro leader, Öcalan.

È necessario che le donne vengano inserite in tutti gli aspetti della vita sociale raggiungendo il 50%. Dopo il 2018 invece dei sindaci eletti sono stati piazzati dei governatori uomini dal governo.

Sono anche parte della World Women Conference per combattere per le donne.

Si festeggia l’attacco a Sakine, Leyla ed Fidan come simbolo di attacco contro tutte le donne il 9 gennaio. Poi l’8 marzo per tutte le donne del mondo. A Shengal il 25 novembre c’è stato un altro grande attacco. Possiamo liberarci insieme. Leyla Güven è al 144 giorno dello sciopero della fame. L’isolamento di Öcalan ed la lotta delle donne sono simbolicamente li stessi.

11’000 persone hanno firmato la petizione per la fine dell’isolamento di Öcalan.

500 donne stanno lavorando a portare la voce di Leyla.

9000 ed-mail, carte ed lettere sono state spedite per fare liberare Leyla ed chiedere la fine dell’isolamento.

È importante ricordare queste date. Grazie !

* * *

Intervento di Feleknas Dcq del HDP

Ci sono stati molti problemi per le persone per arrivare qui. Il nostro obiettivo è di rendere trasparente il processo di elezioni. Non vogliamo aggressioni. Siamo lì per osservare. Se lo permetono è tutto ok, seno, è ok anche cosi. Faremo un resoconto in merito. Forniremo un sistema interattivo con Hashtag # così che si veda quello che succede al momento con gli altri compagni. Tanti saranno mandati in altre città come a Batman, Sirnak, ecc…

Queste elezioni sono molto importanti. Il futuro di questo paese dipende da queste elezioni. Il destino di tracerà domani per il mio popolo. 90 sindaci sono stati incarcerati, Siirt, Van ed Diyarbakir si trovano i sindaci in prigione per 30 anni. Erdogan è un dittatore. Tante città curde sono state distrutte. I giornalisti sono in prigione, non c’è nessuna libertà di stampa. Si vede solo Erdogan in tv. Hanno fatto molti incontri ed volevano che fosse trasmesso in tv ma non è stato possibile. C’è il rischio che succedano delle cose ed che si bari. A Lice hanno votato 30 persone, ma nella scattola c’erano 90 voti ! In effetti i soldati avevano aggiunto il loro voto. Se la gente vede che siamo presenti, speriamo che ci sia più consapevolezza. Saremo testimoni di ciò che succede con la polizia ed i soldati. Forse non ci fanno avvicinare, ma la nostra presenza dovrebbe dare il coraggio alla gente per andare a votare.

E tutta la vita politica, economica ed sociale che dipende da queste elezioni. Se non cambia niente si arriverà all’insurezione. A Istanbul gente di questo partito sono stati arrestati ed anche in altre città. I membri HDP vengono arrestati, lui ci chiama terroristi! E noi rispondiamo che siamo 6,5 miollioni di persone ed avremo successo. Cosi la Turchia è gestita da terroristi. Lui dice che non esistono curdi in Turquia ed che chi è curdo deve andare via in Kurdistan Iracheno !

Noi habbiamo tutto il nostro loro popolo dietro che è molto di più del nostro paese. Leyla essendo una persona importante ed fa parte di diversi partiti, è una parlamentare, la sua iniziativa si è allargata sino a tutta l’Europa. L’isolamento di Öcalan è fuori dalla costituzione turca ed delle leggi internazionali. Non ha visto i suoi avvocati da 8 anni. Non può vedere la famiglia, è completamente isolato, senza mezzi di comunicazioni. Ci sono altri 3 prigionieri in Imrali sono isolati anche loro. Leyla vuole che si applichi la legge. Moltre altre persone hanno iniziato lo sciopero della fame. Qui vicino ci sono persone che fanno lo sciopero della fame ed avrete modo di incontrarli.

Tutte le richieste fatte al parlamento europeo è rimasto senza successo. Facciamo sapere di queste persone, cosi magari le salviamo. Anche Erdogan ha paura perché sente che non è cosi forte come prima. Queste elezioni sono decisive per una vera democrazia.

* * *

Ora parla una rappresentante del Democratic Social Congress. Leyla fa parte del MP Hakari, MP HDP ed il Congresso Democratic. La sua richiesta è la fine dell’isolamento totale. Pero non ci sono effetti sul governo. Non vogliono altri martiri, allora fate sapere di questa situazione.

In certi posti chiudono il villaggio con l’ersercito ed non si può più entrare. Loro non dovrebbero entrare nelle scuole (dove si trovano i seggi) ed nei posti di voto con le armi eppure lo fanno.

Ci sono molte delegazioni europee, Partito verde, Italiani (troppi italiani…. 🙂 ), i Cobas, Partiti di Sinistra tedesco, francese ed svizzero, Red Party norvegese, in totale 110 osservatori internazionali, 14 persone sono state respinte ed non hanno potuto entrare in Turchia.

* * *

Incontro con gli scioperanti della fame

Saliamo al secondo piano dell’edificio, ci fanno indossare una mascherina, le galosce ed mettere il disinfettare sulle mani ed ci fanno aspettare all’ingresso di una grande sale da congresso, finchè tutti siano presenti per poter chiudere le porte ed proteggere il più possibile la, ormai fragile salute degli scioperanti.

Si tratta di un vastissimo movimento che si è inescato con l’incarcerazione di Leyla Güven che non ha chiesto altro che la fine dell’isolamento totale di Öcalan, il loro leader. Lui deve avere gli stessi diritti come gli altri detenuti, ossia incontrare i suoi avvocati ed la sua famiglia.

Sono in tre, davanti a noi, una ragazza giovane ed due uomini (uno giovane ed l’altro di mezz’età). Indossano un gilet con la foto di Leyla. L’uomo giovane ci spiega nuovamente l’obbiettivo dello sciopero della fame ed, lo sappiamo tutti, andranno sino in fondo, senza esitare. Sono ormai in 7000 uomini ed donne curdi, in carcere ed non, in Turchia, in Kurdistan, in Europa ad aver aderito a questo atto di forza silenzioso.

Altri MP hanno seguito la sua iniziativa, iniziando lo sciopero della fame ed sono stati arrestati ed messi in prigione.

Una rappresentante della delegazione norvegese, del partito rosso, farà un azione al parlamento per portare alla luce questa situazione.

Una donna colombiana, membro del Colombian Comunist Party (abita in Germania) ed del movimento delle donne , dice che molte persone in prigione in Colombia fanno anche loro lo sciopero della fame. Andiamo Avanti con la Lotta!

Facciamo una grande foto di gruppo ed gli salutatiamo con un grande applauso al loro corraggio ed determinazione.

* * *

In silenzio ed con il cuore pesante torniamo nella zona degli osservatori ed scendendo le scale ci accorgiamo che la strada di fronte all’HDP ci sono diversi veicoli blindati ed un pullman pieno di polizzioti antissomossa. Ci dicono che lo fanno per intimidirli ed provocarli. Facciamo qualche foto che avrete ricevuto che ho poi dovuto cancellare….

Eccoci arrivati al momento dello smistamento degli osservatori verso le diverse città. C’è grande fermento, Feleknas si piazza in centro alla hall ed con una lunga lista in mano comincia a chiamare le delegazioni, scandendo i nomi, tutti cominciano ad accorrerre, manca chi stava in bagno, chi fumando una sigaretta… Si cercano gli autisti con le macchine per il trasporto. Cosi mi metto in disparte ed ascolto curiosa di vedere come si organizza la questione.

Non ho tutta la lista completa, però ecco quello che ho potuto seguire : Milena Nebbia, giornalista ed altri 5 italiani sono spediti, con i bagagli a Siirt. Un altra delegazione italiana (i napoletani) viene mandata a Mardin; una delegazione tedesca, quelli di Hamburg vanno a Cizre; la delegazione norvegese parte per Dersim; la delegazione francese parte per Hasro; un altra delegazione italiana parte per Serkene.

Una piccola delegazione di donne tedesche parte per incontrare Leyla Güven. Per quanto ho saputo dopo, anche se debole fisicamente è sempre molto forte ed lucida ed è stata molto felice dell’incontro.

Io nel frattempo chiedo ad Evren (che parla inglese) di fare un incontro con l’associazione Tuad-Der per aggiornare il progetto Berfin. Li chiamano ed arrivano ed nel frattempo la sede dell’HDP si svuota.

Poco dopo sono arrivati il Signor Fahrettin ed la Signora Leyla Ayaz dell’associazione Tuad-Der, come richiesto da Lucia ed Yilmaz. Mi viene spiegato che coloro che seguivano questo progetto sono stati incarcerati compresi quelli dell’aministrazione dell’associazione. In effetti loro due non sapevano niente del progetto. Ho lasciato a Leyla il volantino del progetto “Berfin” ed lei mi ha promesso che sarebbero andati nei diversi paesi Van ed Cizre per rintracciare le famiglie con le rispettive bambine inserite nel progetto di sostegno scolastico. Ci scambiamo la email, con la precisione che avremo dovuto inserire un amico interprette in mezzo.

Dopo un caloroso saluto, vanno via ed mi guardo attorno. Sono quasi sola, ci sono solo più le persone dell’HDP. Cosi chiedo ad Evren che cosa devo fare ? Dove devo andare ? Guarda sulla super lista excel ed salta fuori che dovevo partire per Mardin….! Sono partiti 1 ora prima. In realtà non aveva realizzato chi fossi, perché siccome Paolo ed Alfonso erano stati respinti non sapevano se sarei riuscita ad arrivare lì! Niente, si va dove serve. Cosi decide di mandarmi a Hani, è vicino ed dunque si può andare lì domenica mattina.

Intanto chiedo di fare del cambio perché all’hotel prendono solo le lire turche. Cosi Evren ed un ragazzo della sede che ci fa da autista lasciamo la sede per cercare un punto di cambio (meglio in banca) pero sono già le 15 di sabato! Domani tutto sarà chiuso.

Salgo in macchina ed facciamo un bel giro nel traffico caotico della città. Arriviamo ad un grande centro commerciale. All’ingresso del parcheggio sotterraneo ci sono delle guardie vestite di nero, uno addiritura indossa il passamontagna! Si deve aprire il cofano prima di scendere nel sotterraneo! Anche qui le macchine si parcheggiano a cavallo su due posti ed siccome tutti hanno delle grosse vetture ed tanti SUV, trovare un posto è un impresa.

Troviamo finalmente cio che chiamavano “la banca”, non è altro che un bancomat, anzi ce ne sono una decina intestate a diverse banche con delle lunghe code davanti. Ne troviamo uno che fa il cambio ma prende euro ed non da LT ! Assurdo, si riparte dunque verso una nuova meta. Comme fanno a trovare le proprie macchine è un mistero, i modelli sono pochi ed il colore è bianco o argento !!!!!

Finalmente arrivo in un piccolo ufficio di cambio in centro. Ora sono apposto ed si va a mangiare ! Ottimo ma piccante, uhhuh!!!

Mi portano in hotel ed mi danno appuntamento per domenica alle 6-6,30! Parlo con Andrea (mio dolce marito) che mi ricorda che si passa all’ora legale ! Il problema è che il mio cellulare non ha cambiato il fuso orario, cosi devo sempre aggiungere 2 ora, se poi c’è anche il cambio, come faccio ad impostare l’ora della sveglia ?

Domenica 31.03.19

Il tempo è freschetto ed piove regolarmente, anche se non molto forte. Non riesco a dormire bene, in effetti appena prendo sonno mi sveglio di colpo pensando di non aver sentito la sveglia, alla fine mi reco pronta ed col dubbio di essere già in ritardo, alla reception. Qui sono le 5 ed non sono passati all’ora legale ! Anche la compagna tedesca Elisabetta ha fatto gli stessi calcoli di me ed è già pronta, ci ritroviamo lì alle 6, anche lei con gli occhi stanchi. Riusciamo a prendere un caffè caldo prima di partire.

Veniamo portati in sede ed aspettiamo che il nostro interprete ed la macchina con autista di porti a Hani. A mettà mattinata arrivono esausti dopo aver attraversato un lungo ed in largo una piccola delegazione francese da Parigi, appartengono ad un gruppo chiamato “La France Insoumise”. In effetti sono atterrati ad Ankara ed non c’erano piu aerei per Diyarbakir, cosi hanno preso un volo per Ankara, dove hanno dormito una notte poi sono andati a Gazantiep, dove qualcuno è andato a prenderli per portarli a Diyarbakir!! Alla fine arriva anche l’interprete che mi accompagna a Hani, è una giovane donna molto carina ed si chiama Ceylan. La macchina è pronta ma nessun autista, dovrà guidare lei. Ci mettiamo in cammino ed facciamo conoscenza, è molto dolce ed interessante, oltre a parlare l’inglese, parla anche il spagnolo-castigliano! Per di più è un ingeniere civile ed gestisce anche le problematiche legate al traffico. Di fatto mi fa vedere con gioia la prima pista ciclabile di Diyarbakir che si estende lungo una delle arterie della città. La pista è stata dipinta di blu. Andiamo a prendere l’altra persona che ci accompagnia, si chiama Noemi Colombo, romana, ed ci aspetta al suo hotel nel centro storico della città vicino alle mura.

La macchina è al completo ed così prendiamo la strada per Hani (Hane), 70 km di strada ci aspettano. Anche se le indicazioni lasciano a desirare, alla fine troviamo la strada giusta. Per strada ci fermiamo per un caffè che però sarà un tchai caldo. Con la pioggia, le pianure sono verdeggianti, i paessaggi sono stupendi. Attraversiamo più villaggi, finchè arriviamo a Hani, l’ingresso è sorvegliato dall’esercito.

Arriviamo in città, lì la pioggia è più densa ed ha trasformato le strade centrali, non asfaltate in una lunga distesa di ghiaia e buche. Troviamo la sede dell’HDP. Lì siamo accolti col sorriso ed ci fanno accomodare nella piccola sala di riunione ed arriva altro tchai. Arriva un signore che ci parla della situazione nel villaggio.

Ci racconta che il governo ha cambiato all’ultimo momento il posto di alcune delle scatole sigillate di come era stato annunciato, cosi non tutti sanno dove si trovano ora. Per di più la pioggia battente in quella zona ha reso le strade impraticabili, isolando cosi certi villaggi nei dintorni. L’HDP sta cercando di organizzare delle macchine per fare le navette pero è molto difficile, lì vicino passa un braccio del Tigri che si è molto ingrossato ed visto che le strade che portano ai villaggi sono strade sterrate… Comunque ci stanno provando.

A fine mattinata la situazione elettorale era HDP 48% ed Gov. 28% alle 11. Qui la municipalità era gestita dall’HDP. Il governo l’ha preso per metterci uno di loro al posto. Molte persone sono state incarcerate perché continuavano a sostenere l’HDP che è considerato un partito di terroristi. Lì a Hani, hanno anche delle elezioni per la propria municipalità. Siccome il governo vuole riprendersi la città, hanno organizzato un incontro con tutte le persone influenti del posto, offrendo loro anche una cena. Tutto questo per fare mostra del loro potere. All’incontro una persona ha chiesto come mai non c’è una strada che colleghi Hani al suo villaggio ed cosi gli hanno preso il nome ed gli ha detto che se altre persone facevano la stessa richiesta avrebbero fatto la strada a condizione ovviamente di dare loro il voto.

C’è molta corruzione alla municipalità ed il personale, che non sapeva se fosse rimasto o no, ha venduto tutti gli strumenti dell’ufficio. Addiritura hanno venduto per buone delle apparechiature rotte!

L’associazione delle donne aveva una sede ed sono state mandate via per dare l’edifico al governatore. Sperando di assicurarsi dei voti in più, hanno steso sulle strade del centro, sterrate, della ghiaia, pero con la pioggia sono un incubo!

Il precedente ministro dell’agricultura di Diyarbakir era venuto a Hani per investire nell’agricoltura, sono stati stanziati 30 millioni di Euro. Non è stato fatto niente ed i soldi sono spariti da ormai 3 anni.

2 settimane fa il governatore ha mandato qui un camion con del cibo da distribuire alla gente, un altro misero tentativo per ottenere dei voti.

Colui che ha la responsabilità della scatola sigillata ha la lista dei votanti ed loro sanno già chi voterà chi, chi è HDP, questo in base alle precedenti votazioni, cosi sanno già lo stato delle elezioni ed sparano a chi viene votare per impedirli di aggiungere il loro voto!

Tutte le persone che lavorono per e con l’HDP, la loro famiglia, i figli a scuola, tutti hanno dei problemi. C’è molta paura, minacciano le persone, entrano dentro le scuole con le armi addosso. Siccome sanno che l’HDP è stato eletto in precedenza, hanno cambiato repentinamente la collocazione della scatola sigillata! Spesso succede che ci sono piu voti che votanti !!!! A Hani hanno obbligato i commercianti a apendere la bandiera turca, sotto pena di rappresaglie…!

Il fattaccio !

Con tutte queste belle premesse, ci portano a pranzo ed poi ci rechiamo ai seggi. La scuola sembra un campo militare. Lasciamo la macchina nella corte ed Ceylan trova un Signore che ci accoglie ed che ci fa strada all’interno della scuola. Noi seguiamo ed vedo tante donne, giovani ed meno ed donne completamente coperte. Ci salutano molto calorosamente. All’ingresso di ogni stanza si trovano due poliziotti, la gente sembra molto felice di vederci, ed ci salutano ed ci fanno vedere come sono organizzati. All’uscita della terza stanza un poliziotto ci chiede di identificarci, cerchiamo di capire perché ce lo chiede ed se c’è un problema. Senza rispondere fa una chiamata tenendo stretto i nostri passaporti. Dopo pochi istanti ci ritroviamo circondate da uomini armati senza uniforme…. Ci ordinano di uscire ed di seguirli alla stazione di polizia. Io chiedo se semplicmente non basta che rimaniamo fuori, non abbiamo fatto niente di male. Noemi è molto adirata e si mostra oltraggiata dal loro atteggiamento, Ceylan cerca di tradurre ma ormai ci portano manu militari alla stazione di polizia. Uno dei “poliziotti” afferra il braccio di Noemi ed la tira verso l’esterno, lei si libera ed chiede di non essere toccata! Non rispondono alle nostre domande, ci fanno salire sulla loro macchina, Ceylan ed un amico, che scopro dopo essere l’avvocato della sede HDP ci seguono con la loro macchina.

Entriamo nella stazione di polizia, ho il cuore in gola. Ci fanno sedere su un vecchio divano di pelle, uno dei “poliziotti”, che sembra uno dei responsabili è molto adirato, parla molto forte contro Ceylan ed Bekir. Noemi chiede spiegazioni, in vano nessuno fa caso a noi ! Assistiamo del tutto impotenti alla discussione senza capire una parola. Poi esce, ed comincia una lunga attesa, ci portano persino il tchai, il tempo passa lentamente. Cerchiamo di non parlare tra di noi, per non sembrare che stiamo confabulando ed non possiamo utilizzare i nostri cellulari. Ceylan ci spiega che semplicemente non dovevamo entrare lì senza autorizzazione. Più tardi arriva un uomo che sembra il capo della stazione che ci spiega che le elezioni sono perfettamente sotto controllo. Hanno addiritura installato molte telecamere per controllare i locali. Il paese è perfettamente sicuro, che non c’è bisogno che qualcuno da fuori venga a controllare quello che succede. Tengono tutto sotto controllo. E in effetti vediamo su un armadio un grande drone con le fotocamere ed una grande foto della città dall’alto fatto da una aero specializzato nella riprese aeree. Ci spiega, con orgoglio che fanno uso di molta tecnologia, addiritura tecnologia turca, per aver il controllo di ogni cosa.

Il problema è stato che ci siamo presentate lì senza il permesso del governatore, che era da chiedersi,tipo una settimana prima. Pero ci diffendiamo, dicendo che se non era possibile entrare perché nessuno ci ha fermate ?

Stavano per rilasciarci quando di colpo arriva una chiamata che gela il capo della stazione di polizia e lo fa arrabiare molto. La notizia che siamo state “arrestate” è già sui social ed dall’alto gli hanno chiesto di spiegare che cosa sia successo. E cosi lui vuole che venga fatta una smentita, che ci hanno fermate nella stazione ma non arrestate. Ma noi non ne sappiamo niente, cadiamo letteralmente dalle nuvole, come è possibile che la notizia abbia fatto il giro del web, da questo posto lontano da tutto, ed chi sarà stato ? E poi Noemi, vede il polizzioto che fa scorrere delle pagine FB ed si accorge che ci sono delle foto degli scioperanti della fame, ed si accorge che c’è anche la nostra foto fatta il giorno prima con tutto il gruppo con i 3 scioperanti della fame ! Questo dimostra che sapevano esattamente chi eravamo. Solo che volevano farci dire che siamo parte dell’HDP. Abbiamo sempre detto di essere privati cittadini ed di non aver a che fare con dei partiti politici, solo che siamo preoccupate per la democrazia. Sulla tv che continua a dare notizie, c’è stato un terremoto di 4,9/5 a Denizli sulla scala Riechter. Dopo 3 ore di ospitalità forzata finalmente esce fuori il rapporto dell’incidente (ed il giovane chiede come mai ho tre nomi ed un doppio cognome ?). Ceylan ci traduce il documento, firmiamo, chiedo la copia (che allego al presente rapporto) ed dopo aver educatamente salutato lasciamo quel posto orribile. Penso che per tutto il tempo ho avuto il cuore che saltava nel petto dall’ansia.

Ringraziamo Bekir che ci è stato di grande aiuto, giriamo la macchina ed andiamo via di corsa da lì.

Sulla strada del ritorno il sole sorge dietro le nuvole, il peggio è passato. Arriviamo alla sede dell’HDP che tutti sapevano che cosa era successo ed Feleknas, ci abbraccia ed ci stringe dispiacciuta per l’accaduto. Però tutto questo conferma la necessità della nostra presenza, visto che disturba vuol dire che hanno tanta paura. Ascolto un po’ tutto ciò che è successo agli altri, tanti si sono trovati bloccati dall’esercito, il paese non era raggiungibile, altri sono arrivati ai seggi ma sono rimasti fuori a parlare sia con la gente che coi militari. Elisabetta, una ragazza tedesca di Essen dove lavora come parlamentare, mi dice che solo lei ed una collega hanno potuto entrare nella zona dei seggi presentando il badge da parlamentare.

* * *

Fuori dalla sede c’è una marea di gente, uomini, donne ed bambini euforici, stano manifestando la loro gioia con canti ed musica ed agitano felici le bandiere. Sparano addiritura dei piccoli fuochi d’artificio.

Il nostro ruolo è compiuto, io me ne vado verso l’hotel che ed vicino a piedi, l’unico problema è attraversare la grande arteria incolume ! Cercando di evitare la folla, passo per delle stradine dove trovo dei blocchi coi poliziotti antisomossa, un pullman intero era presente lì!

Lunedì 01.04.19

Dopo poche ore di sonno aggitato, prendo il pulmino organizzato per la delegazione tedesca ed gli napoletani ! Avvendo dei problemi con il mio biglietto aereo perché l’ora di partenza era stata cambiata ed non ero riuscita a dare la conferma, prendo il pulmino per arrivare presto ed ovviare cosi ad ogni evenienza. Alla fine va tutto bene, anche se non capisco perché ci hanno messo dieci minuti a darmi i boarding pass….! I ragazzi italiani di Torino, mi chiedono gentilmente di stare lontana da loro,visto che sono stata “denunciata”. E’ una brutta sensazione, come se avessi la peste ! Avevano preso del materiale per la causa ed avevano paura di essere perquisiti. Poco dopo arriva Noemi con chi prendo tranquillamente un ottimo caffè turco ed poi, con un po’ di preoccupazione ci avviamo verso il controllo dei passaporti ed bagagli. Tutto apposto! Pero tiro un vero sospiro di sollievo solo quando l’aereo decolla da Istanbul; arrivo sollevata lunedì 1° aprile 2019 ore 18,30 a Malpensa.

Rientro un po’ scossa, convinta piu che mai l’utilità della nostra presenza.

* * *

Ora vorrei aggiungere per voi cari compagni qualche accorgimento per i prossimi che si recheranno lì.

Aspettarsi che il viaggio sia meno facile di quanto sembri ed calcolare abbastanza tempo per effettuare il transito, due ore sono poche ad Istanbul, vedremo col nuovo aeroporto.

Fare del cambio subito all’arrivo in Turchia, il cambio è di 20€ per 122TL più o meno. Prendere una scheda telefonica turca, costa 180 TL (30€). Portarsi dietro un cellulare pulito, senza riferimenti al mondo curdo, senza foto comprometenti con giusto i pochi numeri necessari, i riferimenti HDP locali, i numeri del consolato, la Farnesina… pochi amici per mandare messaggi e/o foto, da cancellare a man mano. Il cibo ed l’hotel costano poco ed con gli hotel prenotati dall’HDP fanno anche lo sconto.

Metto anche a disposizione il modulo che ci hanno dato in sede per scrivere la situazione trovata ai seggi.

In fine direi che un piccolo dizionario di viaggio in turco si rivelerebbe piuttosto utile, perchè tutto è scritto in turco, senza alcuna traduzione.

Direi che cosi si è un pò più preparato.

E chiedo all’organizazione locale di non pubblicare niente di noi finché tutte le delegazioni hanno lasciato il suolo turco.

Grazie, AZADI YA ME YE !

Sonia M.H. Calame-Rosset

05 aprile 2019

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