Si è appena conclusa la conferenza stampa indetta dagli avvocati dell’Ufficio Legale di Asrin, i quali sono riusciti ad incontrare per la prima volta dopo 8 anni il Presidente Abdullah Ocalan. In data 2 maggio, a due dei quattro avvocati che avevano fatto la richiesta è stato permesso di avere un incontro con il Presidente Ocalan. Gli è stato però impedito di vedere gli altri detenuti, incarcerati presso lo stesso penitenziario. Come ogni lunedì anche le famiglie avevano richiesto di incontrare i propri parenti detenuti, ma le loro richieste sono state rifiutate.
La visita avvenuta lo scorso 2 maggio non comporta alcun cambiamento alle politiche del governo turco. I diritti fondamentali dei detenuti continuano ad essere violati e le loro condizioni risultano non essere cambiate.
Durante questo incontro, A. ÖCALAN e i tre detenuti H. YILDIRIM, Ö. H. KONAR, V. AKTAŞ hanno presentato la seguente dichiarazione:
“Annuncio pubblico”
È necessario avere un profondo consenso sociale nel processo storico che stiamo attraversando.
Nella soluzione dei problemi, c’è bisogno di un metodo di negoziazione democratico lontano da tutti i tipi di polarizzazione e cultura dei conflitti.
Possiamo risolvere i problemi della Turchia e della regione, non con la guerra, non con strumenti che veicolino la violenza fisica, ma con “soft power”, ossia con una forza di intelligenza politica e culturale.
Abbiamo fiducia che le forze democratiche siriane (SDG) nell’ambito del combattimento in Siria, siano in grado di risolvere i problemi evitando la cultura del conflitto; la posizione dovrebbe essere finalizzata a risolvere la situazione nel quadro dell’integrità della Siria e nella prospettiva della democrazia locale garantita costituzionalmente. In questo contesto, è altresì necessario che vengano viste le sensibilità della Turchia.
Vogliamo sottolineare inoltre che ammiriamo la resistenza degli amici dentro e fuori le prigioni; proprio per questo motivo vorremmo evidenziare che tale resistenza non dovrebbe portarli al punto in cui metterebbero a rischio la loro salute, fino a condurli alla morte. Per noi, la loro salute mentale, fisica e spirituale viene prima di tutto. Crediamo anche che l’approccio più significativo sia legato ad approfondire lo sviluppo spirituale e del pensiero.
La nostra posizione ad İmralı è determinata nel continuare ad approfondire il metodo ed il modo, sulla base di quanto affermato con la Dichiarazione di Newroz del 2013.
Per noi è essenziale una pace onorevole e una soluzione di politica democratica.
A tutti coloro i quali erano curiosi sulla nostra condizione ad Imrali e che hanno preso una posizione prendendosi cura di noi, vi ringraziamo per l’ascolto, vi portiamo rispetto e vi ringraziamo tantissimo.”
In base a quanto sostenuto dagli avvocati, le richieste degli scioperanti non sono state ancora accolte dal Governo turco. Per questo chiediamo a tutta l’opinione pubblica, alle istituzioni europee ed italiane, di continuare a fare pressione alla Turchia affinché accetti le richieste dei detenuti politici. Chiamiamo ora più che mai la popolazione italiana e la società civile di continuare ad appoggiare la lotta degli scioperanti e che ci aiuti a rompere questo isolamento con le mobilitazioni.
Ufficio d’informazione del Kurdistan in Italia