Le prigioniere nel carcere di Gebze che stanno continuando lo sciopero della fame che chiede la fine dell’isolamento, hanno scritto una lettera alle madri che resistono davanti al carcere in occasione della Festa della Mamma.
Lo sciopero della fame per chiedere la fine dell’isolamento del leader del popolo curdo Abdullah Öcalan, continua in carcere e all’esterno. La resistenza guidata dalla deputata HDP di Hakkari, Leyla Güven, si è allargato a tutte le carceri il 1 marzo 2019.
Le prigioniere in sciopero della fame a Gebze hanno scritto una lettera alle madri in occasione della Giornata della Mamma. Le madri organizzano un presidio di solidarietà davanti al carcere ogni giorno, nonostante le continue angherie della polizia.
Le prigioniere hanno scritto: “Madri resistenti … Voi siete il più grande dei nostri valori. Tutti i valori e la bellezza dell’umanità crescono nel vostro cuore. Madre è il fondamento dell’essere, madre è onore, madre è Paese. Per questo le madri sono sempre oggetto di attacchi disumani. Il governo fascista AKP-MPH sta attaccando la leadership e la volontà e la dignità del popolo curdo.”
La lettera prosegue: “Care madri, non stiamo lottando per la morte, ma per una vita degna e piena di significato. Noi seguiamo Mazlum, Kemal e Sara. Noi vinceremo! Per questo non siamo sole, siamo milioni. Voi siete con noi. Non siete solo le nostre madri, ma anche compagne nella lotta per la liberazione, voi difendete i diritti e la dignità.”
La lettera si conclude con le seguenti osservazioni: “Nella nostra lotta lunga 40 anni, voi siete sempre state con noi. Noi traiamo da voi forza e morale. Voi siete davanti alle porte da un mese per protestare contro il fascismo. Siete state esposte ad attacchi brutali, ma non avete rinunciato alla vostra onorevole resistenza. Avete fatto risuonare la nostra voce in tutto il mondo attraverso la vostra resistenza. Noi vinceremo insieme. A nome delle prigioniere salutiamo la Festa della Mamma con l’entusiasmo della resistenza e certe che vinceremo. Baciamo le vostre mani che lavorano.”
ANF