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Iran

PJAK sulla situazione in Iran: „Siamo pronti per ogni evenienza“

Come co-Presidente del PJAK, Zilan Vejîn si esprime su una possibile guerra tra gli USA e l‘Iran: „Con il nostro progetto ci siamo preparati a ogni situazione possibile.“

La co-Presidente del Partito per una Vita Libera – Kurdistan (PJAK), Zilan Vejîn, ha parlato con l‘agenzia RojNews di un possibile intervento degli USA in Iran e die preparativi del PJAK.

Il conflitto tra Iran e USA si inasprito in modo evidente, secondo lei si può arrivare a una guerra?

Per quanto capiamo, gli USA e l’Iran, entrambe le parti, non decidono né per la guerra né per un processo di pace. Tra gli USA e l’Iran da 40 è in corso la stessa politica. Tra i due stati non c’è né guerra e né pace. La concorrenza tra gli USA e l’Iran nel settore dei media e l’embargo economico in questa guerra saranno decisivi.

Gli USA vogliono costringere l’Iran alla sottomissione

Se gli USA e l’Iran non mirano a una guerra aperta, allora qual è la ragione per l’inasprimento del conflitto?

Gli USA vogliono che l’Iran si ritiri dalla regione e in particolare da Yemen, Siria e Libano. Gli USA vogliono che l’Iran ritiri le sue forze e si sottometta. L’Iran non è pronto a sottomettersi agli USA. Se questa contraddizione perdura, allora esistono i presupposti per lo scoppio di una guerra violenta. Gli USA hanno organizzato il fronte arabo. Attualmente gli arabi non vogliono entrare in guerra al fianco dell’Iran. Gli USA non vogliono nemmeno fare una guerra all’Iran in modo arbitrario. Gli USA perseguono questa politica perché sanno che uno stato di guerra sospeso con l’Iran corrisponde ai loro interessi.

Una guerra non corrisponde nemmeno agli interessi dell’Iran“

La discordia tra gli USA e l’Iran può portare a cambiamenti sociali, politici ed economici? La guerra corrisponderebbe agli interessi dell’Iran?

Se andiamo a vedere i rapporti di forza, diventa chiaro che una guerra non può essere negli interessi della popolazione dell’Iran. Sulla base di questo conflitto non è possibile alcuna soluzione dei problemi della popolazione curda, dei popoli oppressi, dei diritti umani, dei diritti delle donne e dei giovani. In una possibile guerra tra gli USA e l’Iran la politica di entrambi gli Stati avrà effetti sulla popolazione dell’Iran. Con l’inserimento dell’esercito iraniano nella „lista delle organizzazioni terroristiche“, è aumentata anche la pressione sulla popolazione dell’Iran. L’ala militare del regime iraniano si organizza politicamente all’interno della società. Anche la venuta in Iran della milizia Hashd al-Shaabi si basa su questa motivazione. Il regime iraniano non smette di opprimere la società. La popolazione dell’Iran e del Rojhilat (Kurdistan orientale) oggi si vede più che mai esposta a problemi economici, disoccupazione e difficoltà nel garantire la propria sopravvivenza. La cosa più grave è che attraverso la politica del regime iraniano ogni giorno vengono assassinate donne, oltre qualsiasi morale sociale.

Da quale parte viene influenzata di più la società? Quale parte vincerà secondo lei?

Il regime iraniano non smette con la sua politica militarista di intimidazione e nega alla società il diritto di parola. Il regime cerca di usare la forza della popolazione per la sua politica anti-USA. Nella fase attuale ognuno ha la sua agenda politica rispetto all’Iran. Gli USA ne hanno una loro e la Russia ha la sua. Anche il vecchio governo iraniano ha un progetto suo. La popolazione iraniana è una società politica e ha una storia di resistenza. Non si lascia strumentalizzare per progetti politici dall’esterno.

Come valuta i progetti?

Per noi l’essenziale è che si tratti di progetti democratici. I progetti devono corrispondere ai bisogni della popolazione iraniana. I diritti di tutti i popoli e gruppi etnici devono essere garantiti. Se non succede questo, allora non può esserci nemmeno una soluzione. Per quanto possiamo vedere ora, né da parte di Stati all’estero né da parte dell’Iran c’è un progetto nell’interesse della popolazione. I progetti dell’Iran non corrispondono alla realtà storica della popolazione. Per questa ragione i progetti attuali non sono in grado di offrire una risposta ai problemi della società.

Noi abbiamo i nostri progetti e la nostra politica

E voi avete un progetto?

Come PJAK e KODAR abbiamo presentato il nostro progetto per la soluzione dei problemi della popolazione di Iran e Rojhilat. In particolare per la soluzione dei problemi delle donne, attraverso il KJAR abbiamo costruito un’alternativa. Abbiamo presentato le nostre proposte per la soluzione dei problemi attuali e contro gli attacchi alla società. Se si dovesse arrivare a una guerra tra gli USA e l’Iran, noi non staremo lì a mani vuote, noi con i nostri preparativi non aspettiamo l’inizio della guerra. Svolgiamo lavoro organizzativo all’interno della società e seguiamo la terza via. Sulla questa base abbiamo progetti tagliati su tutte le situazioni e possibilità e una corrispondente politica.

I vostri progetti otterranno risultati?

L’esempio vivente del progetto al quale lavoriamo è il Rojava. Anche in Kurdistan del nord lo si vede sotto forma di politica democratica. Questo progetto porta risultati. È progettato a lungo termine. Si tratta di un progetto per la completa organizzazione e democratizzazione della società. Secondo il nostro paradigma abbiamo costruito una piattaforma nel Parlamento UE di cui è parte la popolazione iraniana. La popolazione iraniana dispone di un nuovo modello organizzativo e allo stesso tempo è importante per la forza curda. Con il KODAR abbiamo presentato un progetto comune per il Rojhilat. Come partito politici siamo in grado di formare un fronte democratico. Lavoriamo insieme su una base politica comune nei settori della politica, diplomazia, stampa e per la protezione della società. Alcuni partiti politici si orientano in base a potenze esterne. Alcune aree dichiarano da che parte stanno. Gli USA e l’Iran lottano per i loro interessi. Noi ci orientiamo in base al nostro progetto e perseveriamo in questo.

Noi seguiamo la terza via

Vi siete preparati per ogni evenienza?

Come ho già detto prima, noi seguiamo la terza via e insistiamo sul nostro progetto. Noi non aspetteremo una guerra tra gli USA e l’Iran. Noi lavoriamo politicamente, diplomaticamente e militarmente per la popolazione dell’Iran e del Rojhilat.

Fonte: ANF

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