L’avvocato per i diritti umani Amirsalar Davoodi in Iran è stato condannato a 30 anni di carcere e 111 frustate. Il 27enne, che difende anche la prigioniera politica curda Zeynab Jalalian, è accusato di „propaganda contro lo Stato“.
L’avvocato iraniano per i diritti umani Amirsalar Davoodi è stato condannato a 30 anni di carcere e 111 frustate. Un tribunale rivoluzionario lunedì a Teheran ha condannato Davoodi, che alla fine di novembre è stato sequestrato davanti all’ufficio del Centro per i Diritti Umani e da allora viene trattenuto nel famigerato carcere di Evin, per „propaganda contro lo Stato“. La regione: un canale istituito dall’avvocato su Telegram attraverso il quale vengono rese pubbliche violazioni dei diritti umani.
Amirsalar Davoodi è un noto difensore dei diritti umani e negli anni passati è ripetutamente stato preso di mira dalla sicurezza statale irachena. Tra i suoi clienti ci sono attivist* e politic*, tra cui anche la prigioniera politica curda Zeynab Jalalian. La ormai 37enne, è stata arrestata nel 2008 a Kirmaşan (Kermanschah) e condannata a morte per „apparentenza“ al partito del Kurdistan orientale per una vita libera in Kurdistan (Partiya Jiyana Azad a Kurdistanê, PJAK), per “ostilità nei confronti di Allah“. La sua pena è stata poi trasformata in ergastolo.
Solo a marzo in Iran un’altra nota avvocata per i diritti umani è stata condannata a una pena detentiva. Per „congiura contro il sistema“ e „vilipendio del capo spirituale“ Nasrin Sotoudeh, insignita del Premio Sacharow, deve scontare sette anni di carcere.
Fonte: ANF