La Turchia sostiene i gruppi armati a Idlib fornendo armi e contemporaneamente passa le coordinate alla Russia. I gruppi armati ieri [il 13 giugno NdT] hanno attaccato una postazione di osservazione turca a Hama.Da un mese e mezzo Russia e Siria conducono un’operazione contro Idlib. Negli ultimi giorni c’è movimento sui fronti di Russia, Turchia, del regime siriano e dei gruppi ostili al regime: la Russia ha fatto sapere che nella regione è stata raggiunta una tregua, i gruppi armati hanno smentito, la decima postazione di osservazione della Turchia è stata attaccata, la Turchia sostiene che dal territorio controllato dal regime siriano sarebbero stati lanciati 35 colpi di mortaio, la Russia ha dichiarato che le coordinate delle postazioni colpite sarebbero state trasmesse dalla Turchia, cosa che la Turchia a sua volta ha smentito.
La Turchia, che inizialmente ha taciuto le operazioni via aria e via terra della Russia e delle forze del regime siriano dal nord di Hama in direzione di Idlib, dopo interventi coperti-aperti della NATO e degli USA è passata al sostegno diretto del gruppi armati. I margini di manovra della Turchia, assediata da Russia e USA-NATO, divento sempre più ristretti. Il destino di Idlib dipende contemporaneamente dal sistema anti-missile S-400 che la Turchia vuole comprare dalla Russia e i caccia F-35 che vuole avere dagli USA.
Un’osservazione degli eventi sul posto, oltre le dichiarazioni ufficiali delle parti avverse, indica che la pentola che ribolle a Idlib sta traboccando.
Il cessate il fuoco
La proclamazione della tregua a Idlib non è una situazione nuova, di questo argomento Russia, Turchia e i gruppi armati parlano da oltre due settimane. La Turchia con la tregua progettava di tirare fiato fino a dopo le elezioni a Istanbul e di guadagnare tempo.
A nord di Hama e nelle zone rurali di Idlib si trovavano 80.000 civili che volevano andare nel territorio controllato dal regime. La Russia era molto favorevole all’evacuazione di queste persone per rafforzare la propria posizione a fronte delle critiche dell’ONU e dell’occidente, e ricevere sostegno psicologico per la prossima fase dell’operazione. Sia l’evacuazione di civili verso il lato del regime sia la tregua, sarebbero state buona propaganda per Russia e regime siriano.
Richieste rifiutate
Nelle trattative su una tregua, i gruppi armati hanno chiesto un ritiro del regime dalle località conquistate e la fine degli attacchi aerei. Russia e regime hanno rifiutato queste richieste. La Turchia invece era favorevole a una tregua per non subire incidenti in occasione delle elezioni a Istanbul.
Quando i media russi hanno fatto sapere che dalla mezzanotte del 13 giugno era iniziato un cessate il fuoco, contemporaneamente i gruppi armati hanno annunciato l’inizio di un’operazione contro il regime. Nelle stesse ore aerei da combattimento siriani e russi hanno bombardato la regione.
Attacco a postazione di osservazione turca
Il 13 giugno l’esercito turco ha fatto sapere che da territorio sotto controllo siriano erano partiti 35 colpi di mortaio sulla decima postazione di controllo della Turchia a nord di Hama (Morek-Zaviye) e che nell’attacco erano rimasti feriti tre soldati.
In seguito sul tema c’è stata una dichiarazione clamorosa della Russia. Il Ministero della Difesa russo ha dichiarato che l’attacco nel quale sono rimasti feriti tre soldati turchi, era rivolto contro al-Nusra e che era avvenuto su richiesta della Turchia e con coordinate fornite dalla Turchia stessa.
Russia: coordinate dalla Turchia
Il punto critico di questa dichiarazione riguarda le coordinate messe a disposizione dalla Turchia, che la Russia avrebbe usato per quattro attacchi aerei. Secondo dichiarazioni russe in quell’occasione „sono stati distrutti un gran numero di militati e postazioni usate per il fuoco di mortaio contro postazioni di osservazioni turche“.
Risposta evasiva della Turchia
Ore dopo il Ministero della Difesa turco ha rilasciato una dichiarazione sostenendo che la notizia sull’attacco dell’aviazione russa per mezzo di coordinate richieste dalla Turchia, non corrisponde a verità. In questo il Ministero non si riferiva a dichiarazioni ufficiali degli omologhi russi, ma parlava di notizie apparse in alcuni media.
Naturalmente non va dimenticato che la Russia con la sua dichiarazione ufficiale potrebbe perseguire l’obiettivo di aumentare la distanza tra la Turchia e i gruppi armati. La fiacca smentita della Turchia rispecchia le tensioni dietro a tutto questo.
I soliti sospetti
Fonti sul posto riferiscono invece che la postazione di osservazione turca è stata attaccata direttamente da gruppi armati. Alla domanda su quali siano i gruppi che hanno eseguito l’attacco, viene comunicato che i sospetti si concentrano su Hayat Tahrir al-Sham (HTS) e Jaish al-Izza guidati da al-Nusra. La Turchia rifornirebbe di armi i gruppi armati da molto tempo e contemporaneamente passerebbe alla Russia informazioni su funzionari di Al-Qaida di alto rango e sulle loro coordinate. Quindi è anche possibile che al-Qaida (HTS) con questa offensiva avesse pianificato un conflitto tra la Turchia e la Russia.
Morte sospetta di al-Sarout
Sospetta appare anche la morte del comandante di Jaish-al-Izza, Abdul Baset al-Sarout, che dopo il suo impiego a Hama è stato portato a Hatay in Turchia dove è morto. Un’ala sostenuta dalla CIA e dal Pentagono all’interno di Jaish-al-Izza sarebbe convinta che al-Sarout in Turchia sia stato assassinato e chiederebbe vendetta. Con la cerimonia funebre di al-Sarout a Reyhanli nella provincia di Hatay, si sarebbe quindi data risposta a questo sospetto [NdR: il miliziano salafita è deceduto a seguito delle ferite l’8 giugno nell’ospedale di Reyhanli in Provincia di Hatay, roccaforte jihadista dove poi si è svolta un’enorme cerimonia funebre con persone arrivate in pullman dalla Turchia e dall’estero, come denunciato dalla deputata HDP Tülay Hatimoğulları il 10 giugno in una conferenza stampa ad Ankara].
La Turchia ha chiesto intervento russo
Queste affermazioni finora non sono state confermate. Dopo l’attacco di ieri alla postazione di osservazione turca, la Turchia tuttavia ha chiesto l’appoggio aereo della Russia. Dopo questa esortazione, la Russia non solo ha eseguito bombardamenti aerei contro la decima postazione, ma anche contro i gruppi armati intorno alla nona postazione.
Il doppio gioco continua
La Turchia a Idlib dal punto di vista ideologico si muove insieme ai gruppi armati, ma per i propri interessi insieme alla Russia. Cerca di giocare sul tempo. La decisione della Turchia tra S-400 e F-35, quindi tra Russia e USA, determinerà anche la decisione a Idlib. Fino ad allora la Turchia continuerà a fare il doppio gioco.
di ERSİN ÇAKSU, 14 giugno 2019
Fonte: ANF