A seguito delle sanzioni UE contro la Turchia per trivellazioni non autorizzate alla ricerca di metano davanti a Cipro, Ankara come reazione ha minacciato una disdetta dell’accordo con l’UE sui profughi.„L’accordo sui profughi va avanti come finora“, così una prima reazione da Bruxelles alle minacce di Ankara di voler disdettare unilateralmente l’accordo con l‘UE. Simili affermazioni si erano sentite dalle file del governo AKP in reazione alle sanzioni UE per le trivellazioni non autorizzate della Turchia davanti Cipro.
Le sanzioni prevedono una riduzione dei fondi UE per la Turchia e la sospensione die negoziati su un accordo sul traffico aereo. Il Ministro degli Interni turco Soylu nel fine settimana ha reagito alle sanzioni con le seguenti parole: „Se ora apriamo i confini, i vostri governi non reggeranno altri sei mesi.“ Secondo il Ministro degli Esteri turco Mevlüt Çavuşoğlu il governo AKP ja già iniziato la sospensione dei rimpatri nell’ambito dell’accordo UE-Turchia sui profughi.
L’accordo tra la Turchia e l’UE sul tema dei movimenti dei profughi è stato deciso nel marzo 2016. Per il rimpatrio di profughi che dalla Turchia raggiungono le isole greche, l’UE ha già trasferito alla Turchia diversi miliardi di aiuti finanziari. Nel terzo anniversario dell’accordo, 25 organizzazioni per i diritti umani in una lettera aperta hanno criticato le conseguenze disumane dell’accordo. La Turchia sfrutta l’accordo sui profughi continuamente come strumento di pressione nei confronti deli Stati europei per imporre i propri interessi politici.
Fonte: ANF