Il campo profughi Maxmur che ospita oltre 13,000 rifugiati curdi, ha resistito a molte avversità, compresi assalti militari. Gli attacchi aerei dell’esercito turco al campo il 6 dicembre 2017 e il 13 dicembre 2018 hanno ucciso 8 residenti del campo feriti altri, una nuova ondata di attacchi al campo è iniziata il 19 luglio.
Dopo l’attacco del 17 luglio nel ristorante Huqqabaz a Erbil contro dipendenti del MIT turco (servizi segreti nazionali) che ha lasciato tre morti, le forze di sicurezza del Partito Democratico del Kurdistan (KDP) hanno chiuso gli accessi al campo Maxmur che ora è sottoposto a un rigido embargo.
- Gli ultimi attacchi sono iniziati il 19 luglio 2019 alle 00:10, quando almeno 3 bombe sono state lanciate dall’alto nei pressi del campo.
- Due civili sono rimasti sepolti dagli smottamenti di terra causati dalle esplosioni. I feriti sono stati salvati e portati all’ospedale dai residenti del campo e entrambi stanno bene.
- Il bombardamento ha danneggiato anche i vigneti e frutteti dei residenti del campo.
- In quello stesso giorno, forze di sicurezza del KDP hanno arrestato residenti civili del campo. Le famiglie degli arrestati non hanno potuto vedere i loro parenti e non ci sono informazioni su di loro.
- Dal 19 luglio, è vietato entrare o uscire dal campo. Nessuno può lasciare il campo, neanche in casi di emergenza medica o di altra natura.
- Ai residenti che lavorano fuori dal campo non viene permesso lasciare il campo e molti residenti che lavorano in città come Erbil hanno perso il lavoro.
- Discriminazione, molestie e pressione psicologica vengono esercitare sui residenti del campo.
- Continue minacce di violenza stanno costringendo i residenti a lasciare il campo verso la regione Kurdistan e l’Iraq.
Mentre il Consiglio del Popolo del campo profughi di Maxmur ha reso chiaro che i residenti del campo non hanno niente a che fare con l’attacco nel ristorante Huqqabaz, l’aggressione e altre forme di pressione nei confronti del campo stanno aumentando. Il campo Maxmur ora è sotto una grave minaccia e i residenti del campo hanno poco accesso a cibo, cure mediche e lavoro. I residenti vengono isolati sempre di più, i loro bisogni fondamentali ignorati e stanno vivendo di fatto in uno stato di emergenza.
Noi, i residenti del campo Maxmur, crediamo che gli attacchi e l’aggressione da parte dello Stato turco contro di noi si intensificheranno fino a quando il governo iracheno e le Nazioni Unite (ONU) resteranno in silenzio. Abbiamo scritto ai rappresentanti delle istituzioni rilevanti molte lettere e pubblicato numerose dichiarazioni sull’embargo in corso e la situazione che si va deteriorando, ma il silenzio collettivo su questa minaccia alla vita umana persiste. Finora né il governo dell’Iraq né l’ONU hanno mostrato alcuna reazione all’illegittima aggressione perpetrata dallo Stato turco. Secondo il diritto internazionale, gli attacchi aerei turchi sono una chiara violazione della sovranità dell’Iraq e contravvengono gli accordi internazionali dell’ONU e dell’Alto Commissariato ONU per i Rifugiati (UNHRC), che hanno il compito di proteggere persone rifugiate, espulse e apolidi.
Nostro appello urgente:
Chiediamo all’ONU e in particolare all’UNHCR di fare il proprio dovere e di agire per il rispetto del diritto internazionale e delle convenzioni e di chiedere conto alla Turchia dei suoi attacchi al campo Maxmur, dove vivono oltre 13,000 rifugiati. La Turchia stessa è firmataria della Carta dell’ONU e di accordi internazionali sui diritti umani.
Chiediamo all’ONU di garantire immediatamente che l’embargo sul campo Maxmur venga tolto e che il campo Maxmur abbia accesso a rifornimenti di cibo e cure mediche.
Chiediamo la fine dell’aggressione militare turca contro il campo Maxmur. Se alla Turchia viene permesso di agire impunita, continuerà a prendere di mira i residenti del campo Maxmur, causando altre morti e distruzione.
Il governo dell’Iraq deve assumersi la responsabilità per crimini commessi contro civili che vivono all’interno dei confini dell’Iraq e che ora sono bersaglio di attacchi aerei per i quali viene usato lo spazio aereo iracheno. Per questo ci appelliamo al governo dell’Iraq perché agisca contro questa violazione della sua sovranità.
Facciamo appello alla comunità internazionale, ai difensori dei diritti umani e alla società civile perché reagiscano contro le azioni illegali, mortali dell’aggressione militare della Turchia contro il campo Maxmur
Consiglio Democratico del Popolo del Campo Profughi Maxmur
30 luglio 2019
Per ulteriori informazioni per piacere contattare:
Sig.ra. Ayşe Mihemed, E-Mail: dalyanmavi@hotmail.com; Telefono: 00964 750 69 72 264
Una breve storia del campo profughi Maxmur
Maxmur (Makhmour) è una città che si trova 60 chilometri a sudovest di Erbil, la capitale della Regione Kurdistan dell’Iraq. Il campo profughi Maxmur, situato a Maxmur, è un campo profughi riconosciuto dalle Nazioni Unite che dal 1998 ha accolto migliaia di rifugiati dal Kurdistan del nord (Turchia). Molti dei residenti del campo sono stati costretti a fuggire dalle loro case nel Kurdistan del nord nel 1993-1994 quando lo Stato turco ha messo in atto una brutale campagna di aggressione contro il popolo curdo, negando l’esistenza del popolo curdo, vietando l’espressione dell’identità curda, e sopprimendo la cultura curda mentre i suoi militari distruggevano migliaia di villaggi e espellevano migliaia di persone. Dalla sua fondazione, la popolazione del campo Maxmur è aumentata fino a oltre 13,000, con molti bambini dei residenti del campo che sono nati apolidi.
Il campo Maxmur ha una collocazione strategica, servendo come passaggio verso il Kurdistan del sud (Iraq) da sud. Nell’agosto 2014, quando ISIS ha travolto ampie parti dell’Iraq e della Siria, l’organizzazione terroristica ha preso di mira Maxmur come passo nell’avanzata verso Erbil, la capitale della Regione Kurdistan in Iraq. ISIS ha invaso e occupato il campo, nonostante la gente di Maxmur si sia unita ad altri combattenti che resistevano contro l’avanzata di ISIS, e la milizia popolare, le forze di autodifesa, donne e giovani allo stesso modo, alla fine hanno scacciato ISIS dopo giorni di combattimenti, impedendo una catastrofica invasione del Kurdistan del sud attraverso una crescente resistenza a nome dell’umanità e non permettendo a ISIS di passare. Dopo questa vittoria, Massoud Barzani, allora Presidente della Regione Kurdistan dell’Iraq, ha visitato il campo Maxmur e espresso I suoi ringraziamenti alle forze di autodifesa sul posto per il ruolo svolto in questa vittoria.