Opinioni e analisi

Erdogan continua il golpe

Governo turco destituisce sindaci di città curde. Idranti contro chi protesta. Centinaia di arrestiAppena cinque mesi dopo le elezioni comunali il governo nazionalista religioso dell’AKP del Presidente Recep Tayyip Erdogan lunedì ha destituito dall’incarico i sindaci delle tre più importanti città delle parti curde della Turchia. I sindaci di Diyarbakir e Mardin, Selcuk Mizrakli e Ahmet Türk, e la sindaca di Van, Bedia Özgökce Ertan, fanno parte del Partito Democratico dei Popoli (HDP) di sinistra, radicato sopratutto nella popolazione curda. Il 31 marzo erano stati eletti rispettivamente con il 63, 56 e 54 percento dei voti. Ora, secondo quando riferito dal Ministero degli Interni, in diversi procedimenti di indagine sono accusati di aver usato il loro incarico di sindaco per il sostegno di attività del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) inquadrato come organizzazione terroristica. Per via del sistema di pari rappresentanza di genere delle doppie cariche e composizione di organismi dirigenti nelle loro amministrazioni comunali sono anche accusati di »voler introdurre strutture che si discostano dal resto del Paese«. Inoltre nelle amministrazioni sarebbero state impiegate persone i cui parenti sarebbero stati arrestati per contatto con il PKK.

La polizia arrivata con veicoli corazzati, nelle prime ore del mattino ha sbarrato l’accesso ai municipi, sfondato porte e perquisito gli edifici. Le amministrazioni cittadine sono state consegnate in regime di commissariamento a governatori statali. La destituzione dei sindaci è stata accompagnata da un’operazione di polizia su vasta scala, nella quale secondo quanto riferito dal Ministero degli Interni in 29 province della Turchia sono state arrestate 418 persone. Secondo informazioni dell’agenzia stampa curda Firat sono stati colpiti soprattutto politici e attivisti HDP, tra cui dirigenti provinciali e persone con incarichi a livello comunale.

Il sindaco della metropoli Diyarbakir con milioni di abitanti, Mizrakli, ha parlato di un »golpe« e ha ammonito: »Questo passo contro le amministrazioni cittadine HDP va considerato un atto contro i valori della democrazia e contro l’opposizione democratica in tutto il Paese.« Anche politici del più grande partito di opposizione CHP, tra cui il nuovo sindaco di Istanbul, Ekrem Imamoglu, eletto con l’aiuto dell’HDP, hanno condannato la destituzione dei sindaci come »inaccettabile disprezzo della volontà degli elettori«. Davanti al municipio di la polizia è intervenuta con idranti contro sostenitori dell’HDP.

Erdogan già nella campagna elettorale per le elezioni comunali aveva minacciato che ciascun candidato che presentasse collegamenti con »organizzazioni terroristiche« in caso di elezione sarebbe stato destituito. Già nel 2016 durante lo stato di emergenza di allora, 90 su 103 sindaci di città curde erano stati destituiti dai loro incarichi e molti di loro erano stati arrestati. Gli amministratori coatti messi al loro posto chiusero case delle donne e centri culturali e trasferirono proprietà comunale a enti statali. Ma nelle elezioni comunali di marzo l’HDP era riuscito a riconquistare una gran parte di questi comuni. A Mardin ora è stato di nuovo nominato amministratore coatto il governatore Mustafa Yaman che lì durante il suo periodo in carica durato due anni e mezzo aveva ammassato una montagna di debiti. A Van Mehmet Emin Bilmez appena incaricato, come prima azione nella carica ha attaccato nel municipio un ritratto del Presidente Erdogan.

di Nick Brauns

da junge Welt

https://www.jungewelt.de/artikel/361113.t%C3%BCrkei-gegen-kurden-erdogan-putscht-weiter.html

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