Il 19 agosto, il governo turco ha destituito dal loro mandato i co-sindaci curdi democraticamente eletti nei comuni metropolitani di Amed, Van e Mardin, nominando degli amministratori coatti al loro posto. Lo stesso giorno, più di 400 persone sono state arrestate nel corso di raid effettuati in decine di città.
Un sit-in organizzato a Amed per recuperare la municipalità si è svolto per il diciassettesimo giorno consecutivo. Raccolti sul viale Lise che porta all’edificio della municipalità accerchiato dalla polizia, la folla ha scandito “Amed è nostra”, “resisteremo fianco a fianco fino alla vittoria”.
Dei deputati del Partito democratico del popolo (HDP), Dersim Dag, Feleknas Uka, Semra Guzel, Hisyar Ozsoy e Musa Farisogullari, oltre a componenti dell’associazione delle Madri per la Pace e del Movimento delle donne libere (TJA) hanno partecipato alla manifestazione.
Nel suo discorso, il deputato dell’HDP per la provincia di Amed, Hisyar Ozsoy, ha dichiarato quanto segue: “L’HDP è un partito che ha raccolto 6 milioni di voti. La polizia segue le tracce di ogni persona che entra nei nostri uffici, per non parlare degli iscritti al partito. Tutto ciò è intollerabile.”
Intervenendo dopo il deputato, la portavoce dell’Assemblea delle Donne dell’HDP, Dilan Dirayet Tasdemir, ha dichiarato: ” Non sono degli amministratori, ma dei governatori colonialisti. Quando sono stati nominati per la prima volta nelle nostre municipalità nel 2016, hanno perseguito una politica di assimilazione, hanno soppresso la segnaletica in lingua curda, chiuso gli asili nido con gestiti usando la lingua curda. Sappiamo che hanno paura di noi perché lavoriamo per il cambiamento sociale e l’uguaglianza. Uno dei motivi per giustificare l’ultima ondata di destituzioni è stato il nostro sistema di co-presidenza mista che traduce i nostri valori di uguaglianza e libertà. L’AKP pratica una politica ostile nei confronti delle donne da più di 17 anni, un periodo caratterizzato dall’aumento spaventoso dei femminicidi. L’AKP vuole delle donne obbedienti, che restano a casa e che si astengono dalla contestazione. Vuole inviare un messaggio alle donne rispetto all’aumento dei femminicidi, ma le donne insorgono e si ribellano. Rinforzeremo la ribellione delle donne e la nostra battaglia fino a quando gli amministratori non saranno destituiti.”
Fonte: RojInfo