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Interviste

Intervista a Karayilan (Parte 2): Nessuno viene rapito per andare a finire nella guerriglia

In un’intervista Murat Karayilan (PKK) si è pronunciato sulle azioni di protesta messe in scena davanti alla centrale HDP a Amed e ha dichiarato: „Siamo un movimento ideologico che si basa sulla partecipazione volontaria. Non tratteniamo nessuno contro la sua volontà.“

Da alcune settimane genitori manifestano davanti alla sede centrale del Partito Democratico dei Popoli (HDP) a Amed (Diyarbakir) e sostengono che i loro figli sarebbero stati portato con la violenza in montagna dalla guerriglia curda. Murat Karayilan, componente del Consiglio Esecutivo del Partito dei Lavoratori del Kurdistan PKK (Partiya Karkerên Kurdistan) e comandante in capo del quartier generale delle Forze di Difesa del Popolo (Hêzên Parastina Gel), in un’intervista ha parlato con Arjîn Ferat tra l’altro di queste azioni di protesta e le ha inquadrate come parte della campagna contro le conquiste del popolo curdo. Qui riportiamo estratti tradotti dell’intervista [pubblicati su ANF in lingua tedesca].

„Nell’ultimo periodo le conquiste curde – che siano attività legali dei curdi e delle loro organizzazioni in Europa o in Turchia, l’HDP, forze democratiche ci si impegnano per la soluzione della questione curda, le forze della rivoluzione del Rojava o i combattenti ezidi della resistenza a Şengal; tutti loro vengono bollati con un’etichetta del PKK e dichiarati bersagli. Con una messa in scena articolata che si basa esclusivamente su menzogne, si vuole creare una percezione che porta a giudizi irrazionali.

Il PKK è un fenomeno a sé stante, non esiste un legame tra il PKK e l’HDP. La lotta di liberazione del popolo curdo e la lotta per la democrazia dei popoli in Turchia, insieme a numerose organizzazioni, partiti e singole persone, si sono uniti sutto il tetto del Congresso Democratico dei Popoli (HDK). Da questa alleanza è nato l’ HDP. Con l’affermazione che l’HDP sarebbe automaticamente a favore del PKK, non si fa altro che distorcere i fatti. Si tratta di una grande bugia, con quale si vuole consolidare la politica genocida per opprimere l’HDP e dichiararla obiettivo di attacchi. È grottesco che Recep Tayyip Erdoğan come capo dello Stato e Presidente della Turchia, al quale sono sottoposti i servizi segreti, l’esercito e la polizia, metta in campo l’illazione che l’HDP trasmetta denaro comunale al PKK senza presentare una singola prova in proposito. Come Presidente dello Stato ha tutte le possibilità di fornire prove. Dato che però non esiste un’evidenza che anche una singola Lira di denaro pubblico sia finita nella nostra cassa, sembra che Erdoğan non sia altro che il più grande bugiardo e calunniatore della Turchia.

Nessuno viene rapito per andare a finire nella guerriglia

La partecipazione nelle nostre file è scelta in modo autonomo. Il discorso su „sequestri“ viene sostenuto primariamente dal colonialismo turco e dalla guerra speciale. Noi siamo un movimento ideologico che si basa sulla partecipazione volontaria. Non tratteniamo nessuno contro la sua volontà. Ogni componente, che sia curdo o appartenente a un’altra nazione, si è unito al nostro movimento per sua scelta. Questo Stato ha violato le sue stesse leggi e destituito i sindaci di tre metropoli. Noi lo chiamiamo un golpe contro la volontà del popolo curdo. In Kurdistan, in Turchia, e sì, perfino in tutto il mondo ci sono state reazioni contrarie. Ma l’AKP ha difficoltà a mantenere in piedi la sua politica fanatica della razza e qui si serve di simili messe in scena. Qualcuno doveva appunto mettersi davanti alla centrale HDP per poter mettere in secondo piano l’ingiustizia nei confronti di questo partito.

L’HDP è il posto sbagliato

Può essere che alcune di queste madri siano benintenzionate, altre però non lo sono. Una cosa però è chiara, il sit-in davanti alla centrale HDP è una macchinazione dell’AKP, del MIT e della polizia. È un metodo della guerra speciale, una sporca messa in scena, di cui le persone dovrebbero prendere coscienza e alla quale dovrebbero sottrarsi. Se davvero sono alla ricerca dei loro famigliari, l’HDP è il posto sbagliato.

L’HDP non ha il potere di chiederci di mandare a casa la persona X. Noi non ci lasciamo dire da altri cosa deve esserne dei nostri militanti. Posso dire molto chiaramente: queste famiglie possono restare davanti alla sede HDP per i prossimi dieci anni, nessuno tornerà per questo. Questo Stato spende milioni di Lire per uccidere anche uno solo dei nostri militanti. Per ore aerei restano in volo per colpire i nostri amici. Ora con una messa in scena così sporca come quella di Amed, si vuole ottenere che i nostri militanti tornino a casa? Chi si è unito alla lotta di liberazione curda è combattente del suo popolo. È un onore e un’onorificenza. Una persona che raggiunto la coscienza del combattente per la libertà non darà valore a appelli come questi. Né per denaro né per qualsiasi altra cosa.

Non mettete in imbarazzo i vostri figli

Dalla stampa abbiamo appreso che un prigioniero politico (nel carcere di Bolu, NdR) ha tentato il suicidio quando ha visto sua madre nei media durante nell’azione di protesta. Pare che il prigioniero Mecnun Akkoyun sia in carcere per presunta appartenenza al PKK. Quindi perché ha tentato di mettere fine alla sua vita? C’è da rammaricarsi per il fatto che sua madre sia andata a finire in una situazione del genere. Le persone davanti alla sede HDP dovrebbero tenersi alla larga da cose che mettono in imbarazzo i loro figli. Non corrisponde all’ideale di una madre di militanti servire da strumento della guerra speciale. Se le madri vogliono fare qualcosa per i loro figli, la strada intrapresa è quella sbagliata.

Guardate le Madri del Sabato

Guardi, da quasi 25 anni a Istanbul c’è l’iniziativa delle Madri del Sabato, i cui figli e famigliari sono stati sequestrati e uccisi dallo Stato. Se vogliamo parlare di sequestri, allora facciamolo rispetto a questo. Da un quarto di secolo queste madri ogni sabato rendono pubblico il fatto che i loro famigliari sono stati fatti sparire fornendo le prove corrispondenti. E cosa fa ha fatto il regime AKP/MHP? Ha vietato la più giustificata di tutte le proteste e ha scacciato con la violenza le Madri del Sabato dal loro tradizionale luogo di incontro e manifestazione, la piazza Galatasaray. Ora continuano la loro azione davanti alla sede dell’associazione per i diritti umani. Perché la stampa turca non lo vede? Perché Erdoğan non parla del dolore di quelle madri? Perché i media della guerra speciale non tolgono le persone davanti alla sede HDP dal loro ordine del giorno? Questi fatti dicono molto sulla realtà. Lo Stato turco è ipocrita e usa due misure. Vuole sottomettere il popolo curdo e commettere un genocidio. Viene dato diritto alla vita solo a coloro che sono al servizio dello Stato. Questo determina il carattere dello Stato turco. Alle madri davanti alla sede HDP dovrebbe pian piano diventare chiaro che con la loro azione non possono ottenere nulla. Nono otterranno risultati.

La destituzione di Ahmet Türk dovrebbe far riflettere tutti

Ahmet Türk, uno dei sindaci destituiti, è attivo da 50 anni in politica e è noto per il suo instancabile impegno per la democrazia e la pace. Da anni si pronuncia per una pace duratura e promuove l’unità l’unione tra il popolo curdo e quello turco. Se lo Stato turco non riconosce nemmeno l’esistenza di Ahmet Türk, non accetterà nessuno. Che una persona come Ahmet Türk venga destituita dal suo incarico e privata della possibilità di agire politicamente, dovrebbe far riflettere ogni curdo.

In un periodo in cui l’HDP viene attaccato in una misura particolarmente ampia, non troviamo opportuno esprimere critiche nei suoi confronti. Se per lo Stato si trattasse solo di distruggere il PKK, la politica legale avrebbe via libera. In questo attacco tuttavia si tratta di un attacco complessivo con l’obiettivo di distruggere l’HDP. Per questo per ora abbiamo messo agli atti le nostre critiche. Ma andiamo un po’ indietro: possibilmente non si sarebbe arrivati a tanto se l’HDP si fosse tempestivamente dedicato ai suoi compiti. Innumerevoli responsabili del partito sono in carcere. Attualmente l’HDP viene di nuovo accusato di avere sostenuto la cosiddetta politica delle trincee (facendo riferimento alle trincee nelle città del Kurdistan del nord dopo la proclamazione dell’autogoverno nel 2015, NdR). Questo non è vero, l’HDP non ha approvato quella fase. Al contrario, l’HDP ha esitato e messo le persone di fronte a un dilemma. In seguito a questo il popolo è rimasto confuso. Molte persone giovani sono rimaste sole di fronte al nemico. Şehîd Çiyager Hêvî e 60 dei suoi per esempio, che sono stati abbandonati a Sûr nel centro di Amed.

Ora, dato che allo Stato serve una legittimazione per la destituzione dei sindaci, ricorre di nuovo alla sua vecchia illazione che l’HDP porti armi qui e che avrebbe sostenuto la politica delle trincee. Questo non è vero, l’HDP ha agito nel modo contrario in modo molto evidente. Forse la base del partito vorrà riflettere su questo. Se avesse interpretato nel modo giusto le vere intenzioni dietro agli attacchi di allora da parte dello Stato coloniale genocida e non avesse abbandonato i giovani al loro destino, oggi potremmo non essere a questo punto. Ognuno dovrebbe imparare qualcosa da questa situazione. Non si può implorare lo Stato in questo modo ardente e chiedere la pace, non lo capirà. Invece dovremmo portare più avanti l’unità e l’organizzazione del nostro popolo e scegliere la resistenza come base per una rivolta popolare. L’HDP all’occasione dovrebbe riflettere intensamente su questo.“

Fonte: ANF

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