Dietro il paravento della lotta al terrorismo il Governo turco non nasconde come il suo vero obiettivo sia quello di cancellare o ridimensionare fortemente le zone di autogoverno che le forze curde hanno realizzato nel nordest della Siria dopo aver fronteggiato e poi sconfitto sul campo le milizie di Daesh, consentendo all’alleanza internazionale di dichiarare sconfitto lo stato islamico.
L’esperienza politica realizzata nella regione della Rojava è un esempio di autogoverno democratico e di convivenza fra popolazioni e culture differenti che esprime nei fatti una alternativa visibile e concreta all’integralismo autoritario dello stato islamico, e che per questo è un valore e un simbolo per tutti coloro che nel mondo si battono per affermare i principi di democrazia e di rispetto dei diritti umani, a partire dai diritti e del ruolo delle donne, che sono protagoniste indiscusse di questa esperienza politica come lo sono state nella guerra a Daesh.
L’aggressione turca si presenta come un tentativo di pulizia etnica di quella regione a danno principalmente della popolazione curda ma non solo, che la comunità internazionale deve assolutamente impedire, non solo per evitare una nuova catastrofe umanitaria in una regione già duramente provata da lunghi anni di guerra, ma anche per non ridare fiato alle forze di Daesh e fare nuovamente precipitare la regione in un conflitto destinato ad allargarsi e a far sentire i suoi effetti anche in Europa con il governo turco a utilizzare come arma di ricatto i cittadini in fuga che invece devono riceve la massima protezione e accoglienza internazionale.
In questo contesto condividiamo la proposta che l’Italia e gli altri paesi UE sospendano la vendita di armi alla Turchia se non si interrompono le operazioni militari e l’esercito turco non rientra nei propri confini.
Condividendo pienamente l’appello rivolto da CGIL, Arci, Anpi, Legambiente al Governo Italiano e alle Istituzioni Europee per una iniziativa urgente della comunità internazionale in grado di fermare l’aggressione militare Turca e garantire la sicurezza e incolumità della popolazione nel nord est siriano, la FIOM dichiara il suo pieno impegno per far sentire la voce dei lavoratori, della società civile italiana ed europea al fianco delle popolazioni colpite e a sostegno delle forze curde che difendono l’autonomia e la esperienza democratica della Rojava”.
Lo dichiara in una nota la segreteria nazionale della Fiom-Cgil
Fiom-Cgil/Ufficio Stampa