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Kurdistan

UE: Nessun embargo comune contro le armi alla Turchia

Gli Stati UE non approvano un embargo comune contro le armi alla Turchia. Lunedì in una dichiarazione nel loro incontro a Lussemburgo hanno fatto riferimento solo alla decisione nazionale di „alcuni Stati Membri di cessare immediatamente le forniture di armi“.

Come fa sapere AFP, gli Stati UE si sono impegnati per „posizioni nazionali forti rispetto alle esportazioni di armi verso la Turchia“ sulla base di criteri UE, secondo i quali questi non devono mettere in pericolo la stabilità di una regione. Con questo l’UE si è sottratta a passi concreti. La decisione se per Ankara verrà o meno proclamato un embargo sulle armi, continua a essere dei governi nazionali. Questa settimana dovrà incontrarsi un gruppo di lavoro per „coordinare e verificare le posizioni degli Stati Membri su questa questione.“ Il governo tedesco a causa degli attacchi aveva dichiarato di non concedere più nuovi permessi per l’esportazione di armi. Questo però non significa altro che il fatto che l’export di armi al regime AKP continua come finora. [La posizione dell’Italia appare almeno altrettanto debole in vista del fatto che Leonardo, ex Finmeccanica, partecipata dal Ministero del Tesoro, non ha nemmeno bisogno di esportare visto che produce sul posto attraverso la propria consociata turca TAI. NdT]

I Ministri degli Esteri hanno di nuovo invitato Ankara, „a fermare le sue azioni unilaterali in Siria del nord e a ritirare le proprie truppe.“ L’offensiva minerebbe „seriamente la stabilità e la sicurezza dell’intera regione“ portando „a altra sofferenza e altre espulsioni della popolazione civile.“ Inoltre l’azione militare sarebbe una minaccia per i progressi nella lotta contro la milizia jihadista IS.

I Ministri degli Esteri UE non hanno potuto fare a meno di riprendere il pretesto turco di „riserve relative alla sicurezza a causa dei curdi“. Con questi andrebbero fatti i conti „con mezzi politici e diplomatici, non con mezzi militari“ hanno dichiarato i Ministri degli Esteri. L’UE si è detta favorevole „all’unità, sovranità e integrità territoriale dello Stato siriano“ e al processo concordato in ambito ‘ONU per una „vera transizione politica“, che si svolge escludendo l’Amministrazione Autonoma della Siria del Nord e dell’Est.

Fonte: ANF

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