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FDS esprimono perplessità sull’accordo turco-russo – Versione rivista e integrata

Il comandante generale delle FDS Mazlum Kobanê ha espresso a Mosca le sue perplessità sull’accordo turco-russo che in gran parte non è nell’interesse della popolazione. In particolare non sarebbe a disposizione il valico di confine di Semalka.

Come comandante generale delle Forze Democratiche della Siria (FDS), Mazlum Abdi Kobanê si è pronunciato sull’accordo turco-russo sulla Siria del nord e dell‘est. Abdi ieri sera a Hesekê ha dichiarato di aver esplicitato a Mosca la sua posizione sull’accordo con Ankara e di aver fatto valere riserve [su punti] che non vanno nell’interesse della popolazione.

In base alla dichiarazione di intenti di dieci punti, tra l’altro polizia militare russa e „guardie di confine siriane“ dovranno sostenere il ritiro delle Unità di Difesa del Popolo(YPG) e delle loro armi da un territorio fino a 30 chilometri di distanza dal confine turco. Accanto a pattuglie russo-turche che sono state concordate, il capo del regime turco Erdoğan secondo il documento si sarebbe impegnato all’integrità territoriale della Siria. In base a questo, i territori in Siria occupati dalla Turchia nell’ambito di una „conciliazione politica del conflitto“ con la mediazione della Russia dovranno tornare a Assad. L’accordo non riguarderebbe solo i territori tra Serêkaniyê (Ras al-Ain) e Girê Spî (Tall Abyad), ma anche Efrîn (Afrin) e al-Bab. Allo stesso tempo alla Turchia resterebbe permesso procedere contro le YPG anche in futuro per 15 chilometri all’interno del territorio siriano.

Nell’ambito della conferenza stampa, Mazlum Abdi Kobanê ha messo in rilievo che l’accordo russo-turco in diversi punto non è accettabile. In particolare il valico di confine di Semalka e i prigionieri di IS non sono nelle disponibilità. Inoltre il comandante generale delle FDS ha rilevato che la Turchia non si attiene al cessate il fuoco e che gli attacchi in Siria del nord vanno avanti.

Abdis ha dichiarato: „Come sapete, lo Stato turco dopo il ritiro delle truppe USA dalla striscia di confine, il 9 ottobre ha iniziato l‘attacco. Questo ritiro ha dato alla Turchia l’occasione per un simile attacco, che nonostante il cessate il fuoco negoziato è ancora in corso. Anche in questo momento, mentre leggiamo questa dichiarazione, si verificano attacchi. L’attacco è stato massiccio e lo Stato turco ha impiegato tutte le sue possibilità. Contemporaneamente vi hanno preso parte milizie, che non classifichiamo come jihadisti e i cui capi conosciamo dalle file di al-Nusra e IS.

Accordo tra Ankara e Washington inaccettabile

Se confrontiamo le nostre forze con quelle dello Stato NATO Turchia, esiste una differenza enorme. Questa è una realtà. Ma nonostante questo ovunque è stata opposta forte resistenza. Alla fine lo Stato turco ha dovuto accettare il cessate il fuoco. Noi abbiamo acconsentito a questo, ma non a una collaborazione con la Turchia. L’accordo tra Ankara e Washington per noi è altrettanto inaccettabile. Abbiamo dato il nostro assenso solo al cessate il fuoco. Abbiamo accettato il ritiro delle nostre forze dalla zona tra Serêkaniyê e Girê Spî e lo Stato turco si è detto disposto a fermare gli attacchi per attuale un cessate il fuoco durevole.

La Turchia viola il cessate il fuoco

Ma nonostante questo gli attacchi non sono cessati, ma sono ancora in corso in diversi luoghi. Lo Stato turco cerca di allargare le sue zone di occupazione. Di questo sono responsabili gli USA e in particolare il Presidente Trump in persona. Ora sono responsabili di garantire che il cessate il fuoco resti durevole.

Decisione di ritiro degli USA è stata sbagliata

Gli USA hanno deciso di non assumere una posizione militare rispetto agli attacchi della Turchia. Hanno solo cercato di costruire pressioni e sanzioni. Anche questo costituisce una ragione per il fatto che gli attacchi continuano e del perché ora viviamo queste cose terribili. Finora sono state espulse quasi 400.000 persone. Per gli USA, come nostro partner nella lotta contro IS, questo rappresenta un grande errore. Questo errore ha aperto la strada perché centinaia di migliaia siano costrette alla fuga, la popolazione civile viene massacrata e incombe un genocidio del popolo curdo.

La resistenza ha costretto la Turchia al cessate il fuoco

Gli USA avevano proclamato di mettere fine agli attacchi con sanzioni economiche e per via diplomatica. Ma in prima linea sono stati fermati dalla resistenza della nostra popolazione e solo in secondo luogo dalle sanzioni USA. Ho personalmente ringraziato il Presidente Trump per i suoi sforzi in un colloquio telefonico. Ma ora è tempo che le forze garanti di questo cessate il fuoco siano all’altezza delle loro responsabilità. Lo Stato turco viola il cessate il fuoco, quindi le forze garanti devono fare qualcosa.

Gli USA devono riparare agli errori

Le nostre relazioni con gli USA continuano, come anche la nostra comune lotta contro IS. Né noi né loro vi abbiamo messo fine ufficialmente. Da questo punto di vista continuano a svolgersi incontri congiunti. Per il resto, truppe USA continuano a trovarsi in Siria del nord e dell’est. Noi chiediamo che mettano riparo ai loro errori. Devono assumersi le responsabilità che hanno trascurato e affrontare la situazione in modo autocritico. Noi abbiamo avviato una guerra contro IS a nome dell’umanità e questa continuerà.

Riserve su alcuni punti dell’accordo turco-russo

Come vi è noto, tra la Turchia e la Russia è stato fatto un accordo sulla Siria. Tre ore fa abbiamo trasmesso a Mosca la nostra risposta ufficiale in proposito. Già mercoledì sera abbiamo parlato con il capo di stato maggiore e il Ministro della Difesa russi e messo in chiaro i punti che accettiamo e quelli che per noi sono fuori questione. Ringraziamo il Presidente Putin e la Russai per i loro sforzi di fermare la guerra e di impedire allo Stato turco di penetrare in territorio siriano. Questi passi sono positivi e noi li sosteniamo. Ma la maggior parte die punti dell’accordo non sono a favore della nostra popolazione. Anche il nostro punto di vista non è stato incluso, alcuni punti sono perfino a svantaggio della gente qui. Per questo abbiamo presentato le nostre riserve in proposito. Abbiamo dichiarato che di questi punti è necessario discutere. Perché non in effetti non abbiamo partecipato ai colloqui.

Proseguiamo i negoziati con la Russia

Nei prossimi giorni chiederemo la modifica di questi punti e parleremo direttamente con la Russia di cosa per noi è accettabile e cosa non lo è. Ci sarà una collaborazione pratica, nell’ambito della quale vengono avviati alcuni passi. A Minbic e Kobanê si può vedere come collaboriamo. Anche oggi c’è stata una pattuglia russa Qamişlo. Ma alcune cose sono determinanti per il futuro del nostro Paese, le nostre forze e il nostro futuro politico. Su questo continuiamo i nostri negoziati.

Il nostro popolo deve rafforzare la sua lotta

Per quanto riguarda il cessate il fuoco, noi come FDS non ci fidiamo della Turchia e delle sue promesse. Continuerà i suoi attacchi in ogni occasione. Per questo invitiamo tutti coloro che nella nostra popolazione, nelle nostre forze, chiunque in qualche modo abbia a che fare con questa guerra, a continuare il suo lavoro, i suoi preparativi. Tutti, in particolare le nostre forze sul fronte, devono essere pronti a ogni evenienza e attrezzati per qualsiasi sviluppo. La popolazione nelle piazze e nelle strade, le amiche e gli amici che ci sostengono, i giornalisti, tutti devono essere vigili e continuare il loro lavoro.

Ringraziamo le amiche e gli amici del nostro popolo

In questa sede voglio ancora una volta esprimere i miei ringraziamenti a tutte e tutti coloro che in ogni parte del mondo sono diventati la voce del nostro popolo contro l’occupazione turca, ai membri del senato USA, a tutte le nostre amiche e i nostri amici negli USA e a tutte e tutti che sostengono il nostro popolo nella sua lotta. La popolazione del Kurdistan da tutte le quattro parti ha sostenuto la popolazione del Rojava in modo straordinario. Voglio comunicare loro i miei più grandi ringraziamenti e il mio più grande rispetto. Ma devono sapere che pericolo non è bandito. Il futuro della nostra popolazione è ancora in pericolo. Per questo la lotta e il sostegno solidale devono andare avanti fino alla vittoria.

La popolazione araba e curda e tutte le altre identità meritano per il loro sostegno il più grande dei ringraziamenti. È importante che continuino. Se lottiamo insieme, allora possiamo portare l’attacco al fallimento.

Le contraddizioni tra curdi non devono avere un ruolo

In particolare alla politica del popolo curdo spetta una grande responsabilità. In particolare in Rojava le forze politiche devono mettere da parte i loro conflitti e unirsi intorno alla resistenza delle FDS. Dobbiamo superare questa fase pericolosa e sensibile insieme. Oggi abbia più possibilità di successo che mai – il sostegno globale è più grande che mai.

Piano di 13 punti non è accettato, solo il cessate il fuoco

Noi non rifiutiamo del tutto l’accordo tra Russia e Turchia. Ma alcuni punti li rifiutiamo. Questi devono essere modificati. Io credo che insieme arriveremo a un risultato. Se ci saranno grandi combattimenti, in alcuni punti è possibile arrivare a una ritirata come è successo a Serêkaniyê. Ma non abbandoneremo il nostro popolo senza difesa. A Gîre Spî e Serêkaniyê ha avuto luogo una guerra della massima intensità. Noi lì abbiamo accettato il cessate il fuoco e ci siamo ritirati fino alla strada di collegamento internazionale M4. I confini sui quali ci siamo ritirati sono chiari. Ma a parte il cessate il fuoco non abbiamo accettato nessuno altro punto dell’accordo di 13 punti tra Russia e Turchia già diventato pubblico in precedenza.

La Turchia non avrà a che fare con i prigionieri di IS

Il tema dei prigionieri di IS è unicamente nostro, ovvero dell’Amministrazione Autonoma. Il carcere di Navkure per esempio, nel quale si trovano prigionieri di IS, è stato oggetto di attacchi di artiglieria. Per questo cinque terroristi di IS sono fuggiti. Ma gli altri sono sotto il nostro controllo. Quando gli jihadisti filo-turchi hanno attaccato il campo di Ain Issa, sono fuggite famiglie di IS. Tra loro con molta probabilità c’erano anche terroristi di IS. Decidiamo insieme alla coalizione e alle altre forze che sono ancora qui e collaborano con noi. Con coloro che si ritirano da qui, rispetto ai prigionieri di IS non dobbiamo entrare in relazione e meno che mai parlarne. Anche la Turchia non ha nulla a che vedere con questa questione. Nei territori occupati dallo Stato turco non esistono nostre carceri. Anche il governo siriano non ha diritto di intervenire. Solo noi e coloro che lavorano con noi se ne occupano.

Semalka è la trachea del Rojava – non vi rinunceremo mai

Il valico di confine di Semalka è la trachea del Rojava. Nessuno tranne a noi deve controllare questo valico di confine. Questo valico di confine per noi non è nelle disponibilità. Noi accettiamo tutti, anche il regime qui, per mettersi con noi contro l’occupazione turca. Ma non rinunceremo alla nostra regione in favore di alcuno. Una cosa simile non è all’ordine del giorno.“

Fonte: ANF

 

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