Trump: Il capo di IS Baghdadi ucciso nella provincia di Idlib. Le FDS hanno fornito informazioni sul luogo in cui si trovavaL’autoproclamato califfo dell’organizzazione terroristica jihadista »Stato Islamico« (IS), Abu Bakr Al-Baghdadi, sarebbe rimasto ucciso in un’operazione dell’esercito USA nella provincia di Idlib nel nordovest della Siria. Baghdadi, dopo l’attacco delle forze speciali USA avrebbe fatto saltare in aria se stesso e i suoi tre figli in un tunnel sotto la sua casa con una cintura esplosiva, ha dichiarato domenica il Presidente USA Donald Trump. La cattura sarebbe avvenuta nel villaggio Barisha a circa cinque chilometri dal confine con la Turchia. La propaggine siriana di Al-Qaida »Haiat Tahrir Al-Sham« (HTS) e l’esercito turco che a Idlib hanno una serie di basi, controllano insieme questa provincia.
Trump ha ringraziato Russia, Siria, Iraq, Turchia e i curdi siriani per la loro collaborazione nell’operazione contro Baghdadi. Il ruolo della Turchia si è limitato a consentire che otto elicotteri da combattimento, decollati a 700 chilometri di distanza a Erbil in Iraq del nord, sorvolassero territorio turco. Un ruolo chiave nell’individuazione del luogo di soggiorno di Baghdadi, lo avrebbero invece svolto le Forze Democratiche della Siria (FDS), che già alla fine di marzo avevano ammonito tramite il portale di notizie Kurdistan 24 che l’auto-nominato califfo insieme a altri capi di IS era fuggito a Idlib sotto protezione turca. »Baghdadi è stato ucciso in un’operazione congiunta che avrebbe dovuto svolgersi già un mese fa, ma è stata rinviata a causa degli attacchi turchi«, ha confermato il portavoce FDS Redur Khelil, domenica in una conferenza stampa nella provincia siriana di Hasaka, confermando una partecipazione diretta del suo personale all’impresa del commando.
Il Ministero della Difesa russo, domenica dopo la comunicazione di Trump ha chiesto prove dell’operazione. Le informazioni contraddittorie sui presunti partecipanti susciterebbero dubbi, così il generale di brigata Igor Konaschenkov.
Intanto le FDS nello stesso giorno hanno iniziato a ritirare le loro unità dalla zona di confine turco-siriana. In una dichiarazione si affermava che il ritiro avviene dopo intense discussioni con il vertice russo, ai sensi del memorandum russo-turco concordato la scorsa settimana a Sochi »per fermare l’aggressione turca in Siria del nord«.
Il governo siriano, le cui truppe ora hanno assunto il controllo del confine, ha salutato il ritiro delle FDS e dichiarato che Ankara non ha più legittimazione per ulteriori attacchi alla Siria del nord. Nonostante la tregua concordata con Mosca, l’esercito turco e i suoi mercenari jihadisti nel fine settimana avevano continuato il loro attacchi contro villaggi siriani nei pressi della città di confine occupata di Ras Al-Ain. Secondo quanto riferito dall’agenzia stampa siriana SANA, si sarebbe arrivati a uno scontro tra l’esercito arabo-siriano e truppe di occupazione turche.
Mentre il Ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas (SPD) sabato in una conferenza stampa congiunta con il suo omologo turco Mevlüt Cavusoglu a Ankara, aveva mancato di condannare in modo chiaro l’ingresso turco in Siria del nord, ha respinto la proposta della Ministra della Difesa tedesca Annegret Kramp-Karrenbauer (CDU) di una »zona di protezione internazionale« come irrealistica. Avrebbe priorità la lotta contro IS, ha dichiarato Maas nella completa ignoranza della documentata collaborazione di anni tra Ankara l’organizzazione terroristica jihadista.
di Nick Brauns da junge Welt https://www.jungewelt.de/artikel/365549.syrien-kalif-von-ankaras-gnaden.html