Iniziative

Mozione approvata al comune di Melfi- Rete Kurdistan Basilicata

Questa sera il Consiglio Comunale di Melfi (ieri ndr) ha approvato all’unanimità dei presenti la mozione da noi proposta avente ad oggetto:”Condanna dell’intervento militare turco in Siria e solidarietà al popolo curdo.”

Questo il testo della mozione:

“PREMESSO CHE

il 9 ottobre, con una decisione unilaterale e in violazione del diritto internazionale, l’esercito turco iniziava l’invasione del nord-est della Siria, con bombardamenti ripetuti di insediamenti densamente abitati da popolazione civile, con l’obiettivo dichiarato di annientare la presenza curda
in quelle zone;

RILEVATO CHE

nonostante la tregua di cinque giorni annunciata il 17 ottobre in tutta la regione suddetta (concordata tra Stati Uniti d’America e Turchia) si siano continuati a registrare scontri a fuoco e attacchi aerei che hanno provocato vittime e feriti tra militari e civili curdi;

VISTO CHE

l’Unione Europea “condanna l’azione militare unilaterale della Turchia nella Siria nord-orientale, che causa inaccettabili sofferenze umane, mina la lotta contro Daesh (Isis) e minaccia pesantemente la sicurezza europea. Il Consiglio Europeo…esorta nuovamente Ankara a porre fine alla sua azione militare, a ritirare le sue forze e a rispettare il diritto internazionale umanitario”; ed a seguito delle conclusioni del Consiglio Europeo del 14 ottobre 2019″…gli Stati membri hanno deciso di sospendere le licenze di esportazione di armi in Turchia”;

EVIDENZIATO CHE

le forze militari curde (Unità di protezione popolare YPG e YPJ) sono state le principali protagoniste della sconfitta dell’Isis in Siria, mentre il Governo turco per lungo tempo ha finanziato e armato il gruppo Stato Islamico.

CONSIDERATO CHE

l’Unione delle Comunità del Kurdistan ha dichiarato: “i popoli della Siria del Nord hanno partecipato ad una coalizione fondata contro lo Stato Islamico e hanno svolto un ruolo determinante nella vittoria sugli islamisti. Non hanno lottato solo per se stessi, ma per l’intera umanità. Con questa lotta, il nordest della Siria è diventata territorio libero e democratico non solo per i curdi, gli arabi e i suryoye ma per l’umanità intera. Così l’umanità intera ha una responsabilità politica ed etica per la Siria del nord e dell’est. L’umanità si trova di fronte al dovere storico di mettersi dalla parte delle
persone che resistono contro questi attacchi.”

CONSIDERATO CHE

a fianco delle forze regolari turche combattono bande di fondamentalisti islamici che si sono già rese responsabili di massacri di civili kurdi tra cui Hevrin Khalaf, 35 anni, segretaria generale del Partito Futuro siriano e attivista per i diritti delle donne trucidata a colpi di mitragliatrice.

IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA

– ad intervenire con estrema fermezza per chiedere al Governo italiano di condannare senza esitazione l’invasione turca della Siria, al contempo, di cessare qualsiasi fornitura di armi, sin da subito, al governo turco nel rispetto della legge 185 del 1990 che impedisce di inviare armi a
Paesi in stato di conflitto armato;
– ad esprimere solidarietà e sostegno al popolo curdo e all’Amministrazione autonoma della Siria del Nord-Est esponendo sulla facciata del Palazzo di città la bandiera del Kurdistan;
– a farsi sostenitori dell’esperienza di convivenza pacifica rappresentata dal confederalismo democratico della Siria del nordest basato su ideali di cooperazione paritaria, uguaglianza sociale e di genere, democrazia partecipata, multiculturalismo e salvaguardia dell’ambiente,
impegnandosi a ricordare, nelle forme e modalità che si riterranno più opportune, la figura e l’impegno politico e sociale di martiri, impegnati nella lotta di liberazione curda, prima tra tutti l’attivista Hevrin Khalaf.”

Ringraziamo i Consiglieri Comunali di Melfi per aver adottato la nostra proposta senza riserve e con procedura d’urgenza.

Sollecitiamo tutti ad essere a Roma venerdì 1 novembre per manifestare il nostro sostegno alla Resistenza curda, contro l’occupazione dei territori liberati della Siria del Nord ad opera del dittatore Erdogan.

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