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IHD: Lo stato di emergenza continua di fatto

L’ IHD ha pubblicato un rapporto sull’amministrazione forzata nei municipi curdi. L’associazione rileva che lo stato di emergenza revocato due anni fa continua a servire come strumento autoritario per la repressione degli oppositori politici

L’Associazione per i Diritti Umani IHD (İnsan Hakları Derneği) ha pubblicato un rapporto sulle amministrazioni forzate nei municipi curdi. Ora in 15 municipi sono stati insediati amministratori di nomina governativa. I sindaci e le sindache del Partito Democratico dei Popoli (HDP) elett* nelle elezioni comunali del 31 marzo sono stat* destituit* e in parte arrestat*. Il rapporto IHD da una visione delle violazioni del diritto di voto attivo e passivo e contiene un bilancio sulle violazioni dei diritti da parte di istituzioni statali nell’ambito delle proteste contro il sequestro dei municipi.

Lunedì durante la presentazione del rapporto nella sede dell’associazione a Amed (Diyarbakir), il Presidente Abdullah Zeytun inizialmente ha constato che lo stato di emergenza in Turchia revocato nel luglio 2018 nelle zone curde di fatto continua. Sotto lo stato di emergenza, oggetto di critiche a livello internazionale, che è stato proclamato nell’estate 2016 dopo il golpe fallito, sono stati limitati pressoché tutti i diritti fondamentali, il capo del regime Recep Tayyip Erdoğan poteva governare per decreto. 98 su 102 amministrazioni comunali del DBP (Partito delle Regioni Democratiche) in quel periodo sono state usurpate per decreto dello stato di emergenza, 65 sindac* arrastat*. Solo nelle elezioni comunali dello scorso marzo nei comuni curdi sono entrati nuovamente rappresentanti elett*. Anche un referendum costituzionale con il quale il sistema parlamentare è stato trasformato nel nuovo sistema presidenziale, e le elezioni parlamentari e presidenziali del 24 giugno 2018 si sono svolte sotto lo stato di emergenza.

Lo stato di emergenza in Kurdistan è condizione permanente

L’IHD sottolinea che lo stato di emergenza è servito come strumento autoritario di repressione dell’opposizione politica e facendo riferimento al pacchetto legislativo varato solo una settimana dopo la revoca ufficiale dello stato di emergenza con controverse misure anti-terrorismo, in Kurdistan sono state legalizzate le violazioni della legge.

Dopo le elezioni comunali, l’autorità elettorale turca YSK ha rifiutato il riconoscimento a 47 co-sindac* e consiglier* comuali e elett* che in precedenza erano stat* licenziat* dal pubblico impiego per decreto dello stato di emergenza. Tre dei 15 rappresentanti comunali sono i co-sindaci destituit* il 19 agosto Adnan Selçuk Mızraklı (Amed), Bedia Özgökçe Ertan (Wan) e Ahmet Türk (Mêrdîn). Il loro licenziamento era stato motivato dal governo con il fatto che avrebbero avuto contatti con organizzazioni terroristiche. Complessivamente da agosto sono stat* fermat* 28 co-sindac*, contro 15 di loro nel frattempo è stato emesso un mandato di cattura. Nove di loro sono donne.

La crisi si acuisce

Il rapporto di IHD registra che l’autonomia comunale è fortemente limitata dall’apparato amministrativo centralista e che quindi si è in presenza di una violazione dell’articolo 5393 della legge comunale. „L’approccio ai problemi del governo fissato su guerra e violenza non contribuisce a soluzioni, ma inasprisce la crisi nel Paese in ogni ambito.“ L’IHD invita lo Stato turco a aprire la strada della democratizzazione del Paese e almeno a ridurre le violazioni dei diritti umani nei confronti di rappresentanti elett*. Il diritto di voto attivo e passivo deve inoltre essere difeso, va messa fine a conflitti ancora in atto e la questione curda risolta in modo pacifico attraverso un dialogo. „In caso contrario la popolazione per del tutto la sua fiducia nelle elezioni.“

Fonte: ANF

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