Per l’avvocato Tahir Elçi a partire dal 28 novembre, quarto anniversario della sua uccisione, si terrà una settimana di commemorazione.Elçi è stato ucciso con colpi di arma da fuoco mentre faceva una dichiarazione stampa nella parte sudorientale di Diyarbakır e gli autori dell’assassinio tutt’ora non sono stati identificati.
[Era stata convocata una conferenza stampa per denunciare la repressione violenta della popolazione di Sur e in particolare il danneggiamento del famoso antichissimo Minareto delle Quattro Colonne da parte dell’esercito turco. La folla riunita su appello del DBP per protestare per l’assassinio venne dispersa dalla polizia sparando sui manifestanti. Subito dopo venne imposto il coprifuoco nell’antico centro città di Sur e iniziò l’assedio e la resistenza che durarono dal novembre 2015 fino al marzo del 2016 e così la devastazione di grandi parti dell’antica città considerata patrimonio dell’umanità dell’UNESO. Alcuni quartieri sono ancora chiusi. Quello di Sur è stato di fatto il coprifuoco più lungo della storia. NdR]
È previsto un corteo dal tribunale di Diyarbakır alla moschea Sheikh Matar dove Elçi fu ucciso. Lo ha fatto sapere l’ordine degli avvocati di Diyarbakır in una dichiarazione. Alle 10.53, ora della sua uccisione, si terrà una conferenza stampa. Poi, alle 13, si svolgerà una visita alla tomba di Elçi.
La settimana di commemorazioni comprenderà una mostra fotografica, proiezione di film e un dibattito dal titolo, “Il movimento per i diritti dei curdi e l’avvocato Tahir Elçi.”
L’HDP chiede un’indagine parlamentare sull’uccisione di Elçi.
La deputata del Partito Democratico dei Popoli (HDP) Meral Danış-Beştaş ha presentato una richiesta di avviare un’indagine parlamentare sull’uccisione di Elçi.
“Le dichiarazioni fatte all’epoca dalle autorità rispetto al fatto che gli autori sarebbero stati individuati sono rimaste inconcludenti e nessun responsabile è stato individuato, così come non sono stati individuati gli esecutori materiali,” ha detto.
“Certamente la più grande preoccupazione è che le azioni intraprese durante la fase processuale abbiano lo stesso risultato di tutti quelli con assassini non identificati, ossia di restare non identificati come riflesso delle politiche di impunità da parte dello Stato.”
Fonte: MA