Quattro anni dopo il suo assassinio a Amed è stato commemorato l’avvocato per i diritti umani Tahir Elçi.Quattro anni fa Tahir Elçi è stato assassinato in mezzo alla strada a Amed (Diyarbakir). Centinaia di avvocate e avvocati oggi hanno ricordato l’allora Presidente dell’ordine degli avvocati di Amed sul luogo del delitto nello storico quartiere di Sûr. Si sono riuniti davanti al tribunale della città e si sono recati insieme presso il „Minareto delle Qattro Colonne“, un edificio storico presso il quale il 28 novembre partirono gli spari. Portavano uno striscione con la scritta „Em te ji bîr nakin – Noi non ti dimentichiamo“.
All’iniziativa di commemorazione organizzata dall’ordine degli avvocati e dalla fondazione per i diritti umani intitolata a Tahir-Elçi, hanno partecipato i deputati HDP Berdan Öztürk, Ebru Günay, Saliha Aydeniz e Meral Danış Beştaş, il deptutato CHP Sezgin Tanrıkulu e i Presidenti degli ordini degli avvocati di Ankara, Bursa, Aydın, Antalya e di altre 25 città del Kurdistan.
Cihan Aydın, il Presidente dell’ordine degli avvocati di Amed, nel suo discorso in memoria di Tahir Elçi ha dichiarato che la situazione dei diritti umani nel Paese va sempre più peggiorando. Assassini da parte di ignoti in collaborazione tra amministrazione e giustizia vengono insabbiati, contemporaneamente si cerca di far diventare al guerra una componente fissa della vita pubblica. In questo contesto Aydın ha fatto riferimento anche all’invasione turca in Siria del nord.
La vedova di Tahir Elçis, Türkan Elçi ha letto una lettera rivolta a suo marito. Poi presso il minareto sono stati depositati dei garofani.
Chi era Tahir Elçi?
Tahir Elçi era originario di Cizîr (Cizre) a Şirnex. Faceva parte dei fondatori della Fondazione per i Diritti Umani in Turchia (TİHV) e era attivo sia presso l’associazione per i diritti umani IHD sia all’interno di Amnesty International. Tahir Elçi ha seguito molti processi per vittime di violazioni dei diritti umani non solo all’interno del Paese, molte le ha rappresentate anche davanti alla Corte Europea per i Diritti Umani (CEDU). Lui stesso fin dall’inizio della sua attività di avvocato è stato esposto alla persecuzione da parte dello Stato. Poche settimane prima del suo assassinio aveva criticato il ruolo governo nella repressione di proteste pacifiche. Elçi disse: „Il PKK non è un gruppo terroristico. Anche se alcune delle sue azioni forse possono essere chiamate così, tuttavia è un movimento politico armato con un sostegno considerevole.“ Questo portò a una serie di telefonate minatorie e minacce di morte contro di lui. Fu arrestato e successivamente accusato di „propaganda per un’organizzazione terroristica“.
Due giorni dopo la morte di Tahir Elçi, l‘HDP presentò in Parlamento una richiesta sostenuta dal CHP, per l’istituzione di una commissione di indagine sull’assassinio dell‘avvocato. La richiesta venne respinta dal partito di governo AKP e dall‘MHP ultranazionalista e non trovò una maggioranza. Dopo la notizia delle morte di Elçi in molte città del Kurdistan del nord e della Turchia ci furono manifestazioni. A Istanbul i e le partecipanti gridarono: „Non potete ucciderci tutti“, in seguito a questo la manifestazione fu dispersa dalla polizia con un uso massiccio di violenza. Meno di 48 ore dopo, oltre 150.000 persone parteciparono al suo funerale.
Assassinio fino a oggi irrisolto
L’assassinio di Tahir Elçi fino a oggi è irrisolto. Il governo turco ha attribuito la responsabilità per l’attentato al PKK. Il gruppo di ricerca „Forensic Architecture“ della Goldsmiths-University a Londra è arrivato a un risultato diverso. Attraverso una ricostruzione 3-D il gruppo di ricerca ha individuato due nuovi sospetti nel caso dell’avvocato assassinato. Lo sparo mortale non sarebbe stato sparato da un appartenente al Partito dei Lavoratori del Kurdistan ma con probabilità molto elevate da un poliziotto.
Fonte: ANF