La Turchia esegue annessione di territorio siriano. Russia e curdi si accordano su stazionamento delle truppeL’esercito turco nel fine settimana ha iniziato a staccare dal territorio statale siriano la zona lunga circa 120 chilometri e largo circa 30 chilometri che ha occupato tra le città di confine di Tel Abjad e Ras Al-Ain attraverso la costruzione di un muro di cemento. Con il memorandum sulla tregua concordato con Mosca a Sochi il 22 ottobre, a Ankara è stato concesso lo »status quo« e con questo il controllo di questo territorio conquistato a seguito dell’invasione del 9 ottobre, e su pressione russa anche il governo siriano aveva approvato il memorandum. Ma la costruzione del muro rende chiaro che per Ankara non si tratta affatto solo della creazione di una »zona di sicurezza temporanea« nel rispetto dell’integrità territoriale della Siria, ma come già con i territori occupati in precedenza intorno a Jarabulus e Al-Bab nonché a Afrin, dell’annessione di fatto di parti della Siria.
Nelle mappe mostrate nei canali televisivi vicini al governo, con riferimento al patto nazionale (Misak-i Milli) del 1920 queste zone sono già state identificate come territorio turco. Con questo manifesto, il movimento di indipendenza turco guidato da Mustafa Kemal, nel 1920 aveva definito i confini della futura repubblica turca che dovevano arrivare fino a Aleppo in Siria del nord, Mossul in Iraq del nord, e comprendere parti della Grecia e della Bulgaria. Su pressione delle potenze vincitrici alleate, la Turchia nel contratto di pace di Losanna nel 1923 dovette rinunciare a questi territori un tempo ottomani. L’attuale Presidente Recep Tayyip Erdogan ora, in occasione del centenario del contratto spera di completare nel 2023 l’opera di Mustafa Kemal.
All’interno della sua zona di occupazione, la Turchia intanto pratica lo scambio di popolazione. Secondo quanto riferito dall’Amministrazione Autonoma circa 300.000 abitanti curdi, cristiano-assiri e arabi, sono fuggiti da terrorismo dei mercenari jihadisti. Ora giorno per giorno nuovi coloni siriano-arabi e turkmeni vengono portati dall’esercito turco con degli autobus a Tel Abjad e Ras Al-Ain. Si tratta soprattutto delle famiglie dei mercenari che erano fuggite da altre parti della Siria come Homs e Hama a Idlib e che da ultimo hanno vissuto nelle zone di occupazione turca intorno a Afrin e Jarabulus. In un vertice sulla Siria con i governi di Germania, Francia e Regno Unito a latere del vertice NATO a Londra, Ankara questa settimana vuole far approvare e finanziare dai partner europei dell’alleanza di guerra i suoi piani per l’insediamento in Siria del nord di milioni di profughi siriano-arabi che attualmente vivono in Turchia.
Almeno la Russia, come potenza protettrice della Siria, ora sembra essere pronta a mettere un freno a un’ulteriore avanzamento della Turchia in territorio siriano. Il comandante in capo delle Forze Democratiche Siriane (FDS) Mazlum Abdi e il generale russo Alexander Jaiko si sono accordati sul fatto di stazionare soldati russi nelle città di Tel Tamer, Ain Issa e Amude. Lo ha fatto sapere Abdi domenica su Twitter, per la prima volta in lingua russa. Lo stazionamento di truppe servirebbe alla »sicurezza e stabilità della regione«, ha dichiarato Abdi dopo »l’incontro molto fruttuoso«. Rappresentanti dell’Amministrazione Autonoma della Siria del nord in precedenza avevano invitato la Russia a adempire alla sua responsabilità di protezione, dopo che le FDS, come previsto dal memorandum di Sochi si sono ritirate per 30 chilometri verso l’interno del Paese. Perché in violazione dell’accordo sulla tregua, l’esercito turco e i suoi mercenari nelle ultime settimane avevano proseguito la loro offensiva contro la regione abitata da assiri cristiani intorno alla città di Tel Tamer a sudest così come Ain Issa a sudovest della zona di occupazione. Entrambe le città sono state difese insieme dalle FDS e dall’esercito siriano, ma i difensori non dispongono di una protezione contro gli attacchi dei droni killer turchi.
Come ha fatto sapere l’agenzia stampa ufficiale siriana SANA, a seguito di negoziati con l’esercito russo, le truppe di invasione turche nel fine settimana si sono ritirate dai silos di frumento di Alija lungo l’autostrada M4 e hanno consegnato questa posizione all’esercito siriano, La M4 va dall’Iraq, passando per Hasaka fino a Aleppo, e serve da arteria vitale dei cantoni di amministrazione autonoma in Siria dell’est e del nord.
di Nick Brauns
da junge Welt