Il regista Veysi Altay e stato premiato domenica sera dal festival Fabrique Du Cinema di Roma per il miglior documentario internazionale. Il documentario Bir (Well) è stato selezionato in più di 100 festival in vari paesi del mondo.Il documentario Bir (Well) narra la vicenda di sette persone, tra cui quattro bambini, che sono scomparsi dalla città di Kerboran [Dargeçit] nel 1995, e racconta la storia dell’instancabile ricerca delle loro famiglie dei loro resti.Negli anni ’90 molte persone in Kurdistan furono poste in detenzione e interrogate sotto tortura; i loro assassini eliminarono i corpi gettandoli fuori dagli elicotteri o seppellendoli in pozzi pieni di acido. Migliaia di persone sono state assassinate o sono scomparse per mano di forze paramilitari – come Jitem e Hizbul-Kontra – che sono state finanziate e sostenute dallo stato.
Il giornalista, fotografo e documentarista e attivista per i diritti umani Veysi Altay è anche l’autore di “Nujin – La nuova vita”. Il film racconta la storia di tre donne protagoniste della liberazione di Kobane
dalle milizie islamiche dell’ISIS . Per “Nujin” Altay è stato condannato da un tribunale di Batman (Turchia) a due anni di reclusione per propaganda terroristica. In appello tale condanna è stata confermata e, Altay sta aspettando a casa sua di essere nuovamente tradotto in prigione.Il suo passaporto è stato annullato e per questo motivo il premio è stato ritirato da Silan Ekinci responsabile culturale e cinema di UIKI onlus.
Veysi Altay è impegnato in fotografia e nel cinema da 20 anni. Ha lavorato per molti anni per Amnesty International per 6 anni l’Associazione dei diritti umani(İHD) e ha anche riferito della guerra
nel Rojava (Kurdistan occidentale) durante le battaglie contro l’ISIS a Serêkaniyê / Ras al-Ayn (2013) e a Kobanê (2014). Ha pubblicato un libro fotografico in tre lingue, intitolato Em Ên Wenda (Noi, gli scomparsi), con 100 foto e 100 storie di persone scomparse per mano dello Stato. È anche regista di numerosi film documentari tra cui:
– Faîlî Dewlet (Lo Stato è l’autore), che racconta la storia degli uccisi dal governo turco nella regione di Cizre tra il 1990-1995
– Jiyanên Bêdeng (Vite silenziose), sulle vittime delle mine disseminate in Kurdistan dallo stato turco
– Berxwedana 33 Salan-Dayika Berfo (33 anni di resistenza – Dayika Berfo), sulla ricerca della madre Berfo di 105 anni della verità su ciò che è accaduto a suo figlio scomparso durante la detenzione della polizia a seguito del colpo di stato militare del 12 settembre 1980
– Nûjîn (Nuova vita), un racconto dietro le quinte della resistenza curda a Kobanê nel 2014
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