Kurdistan

Maraş: Folla inferocita attacca case di siriani

A Maraş una teppa nazionalista ha attaccato case e negozi di siriani. Diverse persone sono rimaste ferite, si diffonde un clima da pogrom.

Nella provincia di Maraş (curdo Gurgum) una teppa nazionalista ha attaccato case e negozi di siriani. Sia al centro dell’omonima città capoluogo di provincia sia nella zona di Elbistan nell’area pedonale Malatya Caddesi dozzine di abitazioni e negozi di profughi siriani e migranti sono stati attaccati e in parte distrutti. Partecipanti all’aggressione hanno affisso bandiere turche sui negozi.

Come riferisce l’agenzia ETHA (Etkin Haber Ajansı), diverse persone di origine siriana sarebbero state ferite in parte gravemente. Non ci sono numeri e informazioni precise sulla situazione dei feriti. In Turchia si diffonde un clima da pogrom che viene ignorato dalle autorità e dai media governativi.

Nello scorso luglio una folla di turchi inferociti nella località alla periferia Küçükçekmece alla periferia di Istanbul aveva sfilato per le strade distruggendo negozi siriani. Le autorità reagirono con l’espulsione di siriani senza permesso di soggiorno verso altre zone della Turchia. A settembre una folla in subbuglio ha attaccato negozi siriani a Adana-Seyhan. In precedenza era girata una voce su un abuso sessuale nei confronti di una bambina da parte di un profugo siriano.

Il clima a Maraş fa tornare ricordi del pogrom del 1978

Anche a Maraş abitanti e attivist* per i diritti umani temono un nuovo pogrom. Molt persone si ricordano ancora bene del massacro di 41 anni fa. Il 19 dicembre 1978 a Maraş nel cinema Çiçek doveva essere presentato il film „Zeynel e Veysel“. Poco prima il film „su richiesta“ fu sostituito e mostrata l’opera fortemente nazionalista „Quando sorge il sole“. La pellicola anticomunista affronta in modo fortemente nazionalista turco la battaglia dei „turchi“ in Crimea contro la Russia. A Maraş, all’epoca roccaforte della sinistra, durante la proiezione del film esplose una bomba sonora. La granata, che non ferì nessuno, fu il pretesto e l’avvio dell’assassinio di centinaia di uomini, donne e bambini curdo-aleviti.

Secondo dati ufficiali nel pogrom di Maraş furono uccise 111 persone. Fonti ufficiose ritengono del tutto possibile una cifra di 500 persone assassinate e criticano i dati ufficiali bassi. Furono distrutte oltre 200 case e circa 70 negozi. Il 26 dicembre 1978 neanche un solo alevita viveva più nella città. I sopravvissuti erano fuggiti.

Fonte: ANF

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