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Eddi, siamo dalla tua parte

Apprendiamo con rabbia e sdegno la notizia che il Tribunale di Torino ha accolto la richiesta della Procura della Questura di Torino disponendo due anni di sorveglianza speciale per Eddi Marcucci.Eddi, nella coerenza della sua militanza, ha scelto di andare a fornire supporto a una causa dall’altissimo valore umanista, la Rivoluzione del Rojava, basata sulla democrazia dal basso, l’ecologia, la liberazione delle donne e la convivenza pacifica tra i popoli.

Ha sostenuto la resistenza curda contro gli jihadisti del sedicente stato islamico, finanziati e armati dalla Turchia di Erdogan, alleato della NATO, contribuendo a dare una luce di speranza a popolazioni, a donne, uomini e bambini, che da anni vivono nel buio e nella barbarie che hanno investito la Siria dallo scoppio della guerra civile.

Aver preso parte alle unità di autodifesa delle donne, componente delle Forze Siriane Democratiche, alleate riconosciute della coalizione internazionale contro l’ISIS, in una nazione civile dovrebbe essere motivo di encomio e non certo di misure che limitano la libertà personale, la libertà di espressione, riunione, movimento, azione e comunicazione con le altre persone così come previsto dal dispositivo risalente al codice Rocco del ventennio fascista.

L’aver difeso, tutelato e protetto la permanenza nelle loro case e successivamente la fuga di centinaia di migliaia di donne, uomini e bambini non può rappresentare un atteggiamento pericoloso per la pubblica sicurezza, per quanto oggi abbia un senso parlare di sicurezza ai tempi del coprifuoco imposto per ragioni di salute pubblica.

Lo Stato italiano, che dopo aver fatto proclami roboanti sulla fine del commercio di armi con la Turchia ai quali non è seguita alcuna azione concreta, oggi mantiene rapporti con il dittatore Erdogan che nel suo delirio neo-ottomano conduce una guerra di aggressione in violazione della legalità internazionale e il cui esercito, con l’aiuto dei mercenari islamisti suoi alleati, commette quotidianamente crimini di guerra e violazioni dei diritti umani e crea centinaia di migliaia di profughi. Persone in carne e ossa che ora usa come strumento di pressione nei confronti dell’Europa e che nella situazione attuale sono abbandonate a se stesse in condizioni disumane, esposte al contagio senza alcuna possibilità di difendersi e private di qualsiasi speranza di raggiungere un’Europa ormai blindata anche al proprio interno nella nell’illusione di battere un nemico invisibile che di confini non ne conosce.

Questo stesso Stato, cogliendo vigliaccamente l’opportunità di un momento in cui qualsiasi azione di risposta collettiva pubblica è resa impossibile dallo stato di emergenza sanitaria in cui versa questo Paese, oggi, in assenza di contestazione di reati specifici, condanna – senza neanche comunicarlo direttamente all’interessata – alla sorveglianza speciale una donna che ha lottato e combattuto non solo per i suoi ideali, ma difendere quei valori umani e democratici che in questo clima appare sempre più difficile recuperare per tutte e tutti noi.

Ancora di più ci indigna la scelta del momento: due giorni dopo il secondo anniversario della morte di Anna Campbell, martire internazionalista caduta nella difesa di Afrin, e alla vigilia del primo anniversario della morte eroica del partigiano Lorenzo (Orso) Orsetti.

Verrà il tempo in cui saranno i libri di storia a raccontarci le gesta di chi ha combattuto per l’umanità e delle e dei tantissimi martiri di questa guerra, a trasmettere alle future generazioni la memoria delle partigiane e dei partigiani caduti per la libertà.

Adesso è il momento di esprimere la solidarietà di tutte e tutti noi a Eddi, ingiustamente condannata alla sorveglianza speciale, una misura cautelare fascista che umilia la libertà personale di una partigiana che è riuscita a tornare da laggiù per raccontarci quella che è stata la sua esperienza di resistenza.

Eddi sappi che siamo in tante e tanti dalla tua parte, complici e solidali.

Rete Kurdistan Italia

18 marzo 2020

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