Malattie simili al caos, come cancro, AIDS e stress si diffondono. La società si vede derubata di necessità vitali elementari come ambiente, casa, salute, istruzione, lavoro e sicurezza.Il libro „Oltre lo Stato, il potere e la violenza“ di Abdullah Öcalan è stato pubblicato nella versione originale nel 2004, in un periodo di grandi sconvolgimenti all’interno del movimento di liberazione curdo. La sua traduzione in lingua italiana è stata pubblicata nel 2016. Una posizione coerentemente anti-statale si dipana attraverso i diversi capitoli del libro come un filo roso che non vede lo Stato come soluzione, ma come fonte di ogni male. Ne pubblichiamo alcuni stralci (cfr. pag. 87-88 e 169-171):
La famosa affermazione di Marx nel suo Manifesto Comunista, secondo cui “La borghesia, dove è giunta al potere, ha distrutto tutte le condizioni di vita feudali, patriarcali, idilliache”, è sì giusta, ma non è certo un’azione rivoluzionaria, bensì distruttiva e antisociale. * Privare la società di qualsiasi protezione non è un’azione rivoluzionaria, ma va contro l’umanità intera. Potere e sfruttamento nelle mani della borghesia si sono sviluppati come un cancro che divora la società. Questo cancro sociale ha gli stessi effetti del cancro dell’individuo, dell’AIDS o di malattie simili. Nel momento in cui nasce la società capitalista, Hobbes definisce il potere (lo stato) una necessità, “per evitare che ogni uomo diventi lupo per l’altro uomo”. È corretto il contrario. Il capitalismo stabilisce il suo dominio per far sì che l’uomo diventi lupo per l’altro uomo. Nei tempi moderni l’uomo è diventato un lupo, non solo per l’uomo, ma per la natura intera. Questa classe che mira alla massimizzazione del profitto e dell’accumulo come potrebbe non sfruttare la società e la natura, una volta giunta al potere?
Il Marxismo ha analizzato scrupolosamente concetti come valore, profitto, lavoro, imperialismo e guerra. Per poter, però, meglio comprendere la loro funzione all’interno del Marxismo, bisogna osservarli nel contesto che abbiamo qui presentato. Le descrizioni del “finto messia” nelle Sacre Scritture,che dovrebbe arrivare poco prima dell’apocalisse, si addicono piuttosto bene a questa classe. Nessun sistema sociale dominante ha attaccato e distrutto le fondamenta della società e dell’ambiente naturale, come il capitalismo. La nazione si trasforma in nazionalismo e fascismo con connotazioni razziste, il dominio della natura in una catastrofe ecologica, il profitto in gigantesca disoccupazione. Allo stesso tempo il capitalismo divora se stesso. Perde progressivamente le sue caratteristiche specifiche e si sfascia. È il capitalismo stesso, non il proletariato, che fa la controrivoluzione contro se stesso. Sarà possibile avviare una nuova epoca sociale solo attraverso il superamento della società classista capitalista.
Il fatto che il capitalismo consideri “ognuno lupo per l’altro” determina un problema di sicurezza generale. La sicurezza sociale non è minacciata soltanto da fattori esterni, quali la criminalità o i reati definiti giuridicamente, ma le minacce elementari sono soprattutto la fame e la disoccupazione prodotte dal sistema stesso. A causa dei costi crescenti da un lato e dell’incremento demografico dall’altro, i problemi relativi all’istruzione e alla sanità rimangono irrisolti. Si diffondono malattie fonte di caos, come il cancro, l’AIDS e lo stress. La società, che si vede derubata dei bisogni vitali elementari, come ambiente, alloggio, salute, istruzione, lavoro e sicurezza, si accorge per la prima volta nella storia che non può trovare delle soluzioni radicali e che è intrappolata nel caos. La mancanza di una via d’uscita fa venire le vertigini.
Quando la solidarietà comunale si disgrega e si indeboliscono quindi i tradizionali meccanismi di difesa, al loro posto subentra il potere individuale o di una cricca. Contro il terrore dei potenti si sviluppa il terrore della tribù e del clan. Nella misura in cui il sistema di potere politico-militare emerge apertamente nelle strutture statali, si crea per la società una situazione di legittima autodifesa. Nella misura in cui le norme giuridiche statali generali di uguaglianza non vengono applicate, si applica l’embargo ai diritti umani e alla libertà d’opinione democratica ed emergono necessariamente anche delle forze di difesa popolare. Ciò conduce ad una spirale di potere e contropotere, che invece di contribuire alla soluzione della crisi, la acuisce.
Quando il nazionalismo statale aumenta in maniera estrema, si sviluppa, come reazione, un nazionalismo etnico. Anche questo è un canale in cui il potere può insinuarsi.
Attività come lo sport e l’arte, che dovrebbero effettivamente contribuire a mitigare ed eliminare le contraddizioni materiali, oltre che a facilitare la comprensione reciproca, vengono trasformate al contrario in strumenti anestetizzanti, che contribuiscono a creare false illusioni. A religione, congregazioni e sette si attribuisce una funzione simile, che impedisce alla società di discernere la realtà. Si costruiscono mondi trascendentali e comuni- tà conservatrici, che agiscono come ostacoli sulla via verso una vera soluzione. Il trio sport, arte e religione viene derubato della sua vera essenza storico-sociale, in modo da rendere la società cieca e insensibile, con para- occhi e cuori di pietra. Con essi si creano paradigmi illusori, al fine di far accettare, come fosse inevitabile, la mancanza di una via d’uscita. Questo tipo di resistenza contro il caos genera l’effetto opposto, cioè lo moltiplica ulteriormente.
Specialmente in tempi simili, arte, scienza e tecnica dovrebbero fungere da meccanismi di protezione e svolgere un ruolo illuminante, costruttivo e di guida nella riorganizzazione. Il monopolio estremo del potere ufficiale, però, impedisce loro di svolgere questa funzione e di produrre soluzioni sociali. La scienza viene limitata all’analisi degli aspetti delle singole parti, senza uno sguardo d’insieme, oppure a sparare ai passeri con un cannone. Enormi risorse vengono sprecate in armamenti e guerre senza senso, invece che per la soluzione di problemi urgenti; gli uomini sono indirizzati verso prodotti orientati al profitto, opposti rispetto ai bisogni primari della società. Gli effetti negativi di tutto ciò contribuiscono a rafforzare il caos.
La rivoluzione mentale deve aver luogo in unione con i valori morali. Quando le conquiste mentali non vanno di pari passo con quelle morali ed etiche, il risultato rimane incerto e, in ogni caso, transitorio. Si deve tener presente l’enorme rovina morale operata dal sistema e stabilire, di conseguenza, le modalità di comportamento, le personalità e le istituzioni etiche e morali, necessarie e preziose per la società. Una battaglia contro il caos, che sia priva di etica e morale, può inghiottire l’individuo e la società. La morale non può mai ignorare le tradizioni sociali, ma deve sviluppare una nuova etica sociale, in armonia con loro. Poiché il sistema dominante nella fase di caos utilizza le istituzioni politiche e i loro strumenti soltanto per demagogia, bisogna stare particolarmente attenti alla scelta dei mezzi e degli strumenti politici. Affinché partiti, elezioni, parlamenti e governi regionali possano avere un loro ruolo nella realizzazione della società ecologico-democratica, devono saper sviluppare gli strumenti per la soluzione dei problemi. Deve esistere un rapporto stretto tra l’organizzazione politica, con la sua prassi, e la società costruita in senso democratico, comunale ed ecologico.
* La frase che la precede nel Manifesto è: “La borghesia ha svolto nella storia un ruolo forte-mente rivoluzionario”.
* Nell’Apocalisse di Giovanni si parla di un animale, che possiede le corna come un agnello e parla come satana (Apocalisse 13,11). Successivamente verrà descritto come “finto profeta” (Apocalisse 16,13). Nella tradizione islamica si parla di Dajjal, il finto messia, che mente al mondo. Nel Corano però Dajjal non viene citato.
Fonte: ANF in lingua tedesca
Ringraziamo “Iniziativa Internazionale Libertà per Öcalan – Pace in Kurdistan” per averci messo a disposizione il testo corrispondente dall’edizione italiana del libro „Oltre lo Stato, il potere e la violenza“