Si intende escludere i prigionieri politici in Turchia da un’amnistia. Si rischia uno scenario in cui saranno abbandonati privi di protezione al coronavirus. Il Comitato Carceri del PKK/PJAK mette in guardia da una moria di massa.
Mentre tutto il mondo lotta contro la pandemia da coronavirus, la crisi causata dal virus va fuori controllo anche in Turchia, il governo dell’AKP continua come finora: anche una pandemia non può impedire al governo diretto dal Presidente Recep Tayyip Erdoğan di proseguire la sua crociata di annientamento contro i curdi. Lo Stato preferisce continuare a nominare ulteriori amministratori coatti per i comuni guidati dall’HDP, arrestare di nuovo politici curdi, organizzare gare d’appalto per il mega-progetto „Kanal Istanbul“, mettere a disposizione nuove risorse per fondazioni vicine al governo e fare un’amnistia per responsabili di reati violenti, di abusi sessuali e rilasciare perfino assassini – ma non per prigionieri politici – invece di decidere misure di protezione che rallento la rapidissima diffusione del coronavirus e impediscano che venga portata all’interno delle carceri. Perché per il governo continua a essere in primo piano il consueto atteggiamento di ostilità nei confronti dei curdi. L’abisso tra l’AKP e la realtà delle persone non potrebbe essere più profondo.
Il Comitato Carceri del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) e del Partito della Donna Libera del Kurdistan (PAJK) in una dichiarazione comune invitano con forza l’opinione pubblica prendere posizione contro la moria di massa nelle carceri alla quale aspira l’AKP. Negli istituti di pena e nelle città curde sono state a stento attuate misure di prevenzione, ma piuttosto istituzionalizzato il fascismo, lamentano i comitati. Mentre il mondo è pienamente impegnato a combattere la pandemia da coronavirus, lo Stato turco si serve della crisi come terreno di coltura per un genocidio curdo.
„In questo momento il nostro Presidente Abdullah Öcalan e tutt* gli e le altr* prigionier* rivoluzionar* si trovano di fronte al rischio di un massacro. Noi sappiamo che il coronavirus già dilaga in alcune carceri. Se non dovessero essere prese misure precauzionali e i prigionieri immediatamente liberati, incombe una moria di massa.“
Una catastrofe di questo genere in ogni caso significa anche il tracollo del regime fascista dell’AKP/MHP, prosegue la dichiarazione. „Senza perdere tempo prezioso, chiediamo l’immediata liberazione di tutti i prigionieri, primo tra tutti quella del precursore Abdullah Öcalan e dei prigionieri malati. Questo è l’unico percorso verso una normalizzazione delle condizioni politiche in Turchia una solidarietà sociale. Il governo soccombe alla falsa presunzione di riuscire a uscire da questa crisi con il disprezzo dell’esistenza curda. Si sbaglia. Se l’AKP/MHP mantiene questo atteggiamento, questo significa l’abisso di tutti i popoli. Perché questo problema non riguarda solo i curdi, ma tutti popoli del Kurdistan del nord e della Turchia.“
I Comitati Carceri di PKK e PAJK fanno quindi appello ai famigliari delle prigioniere e dei prigionieri, all’opinione pubblica democratica e alla società civile e alle forze organizzate in Turchia perché lottino con tutta la forza possibile contro il fascismo della coalizione AKP/MHP: „Opporre resistenza con metodi creativi contro il progettato massacro è un dovere dignitoso.“
Fonte: ANF